lunedì 22 novembre 2021 - Kosmopolis - Making of

I rifugiati come nuova moneta di scambio nel mercato politico internazionale

Il denaro è uno strumento di scambio di beni e servizi. Questa sua funzione deriva dalla natura della moneta, bene fungibile usato per saldare rapporti di debito e credito. Pertanto, si dice che la moneta ha un potere d'acquisto, perché il suo detentore ottiene, versandola, il suo valore equivalente in termini in beni e servizi, potendola spendere su ogni mercato e in qualsiasi momento. Si tratta di soldi.

di Nagi Cheikh Ahmed 

 

Le società si sono avvalse di altri metodi di scambio, si pensi al baratto e ai bit-coin (moneta virtuale). Più recentemente, l'essere umano pare essere diventato il nuovo mezzo di scambio nel mercato della politica e degli interessi internazionali. Le persone in questione sono i profughi in cerca di protezione, costretti da circostanze esterne al loro controllo, come guerre, corruzione dei governanti e assenza di democrazia, a lasciare le loro terre d'origine.

Con lo scoppio della guerra in Siria nel 2012, la Turchia ha accolto un gran numero di profughi in fuga dalla guerra. Il desiderio della gran parte di loro non era quello di stabilirsi in Turchia ma di raggiungere l'Europa, dunque la Turchia non rappresentava altro che una stazione di transito. Tuttavia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, nella sua lotta con l'Europa, ha considerato la crisi dei rifugiati una grande opportunità, un dono del cielo per la sua politica estera, un’occasione per contrattare e ricattare l'Europa in cambio di favori politici tra cui: ottenere un lasciapassare rispetto agli abusi che sta compiendo contro i diritti umani, contro la libertà di stampa e negli arresti arbitrari di oppositori e giornalisti.

 Più l'Europa si stringe in modo critico contro la questione migratoria, più Erdogan agita per aprire la porta agli immigrati, così da ottenere il silenzio dell’Europa sulle sue politiche interne ed estere e notevoli guadagni finanziari: dopo l'accordo firmato nel 2016 tra le due parti infatti, la Turchia ha ricevuto diversi miliardi allo scopo di ospitare e accogliere i migranti.

Quasi la stessa strategia ha adottato il Marocco con la Spagna nel maggio 2021 quando, nella sua lotta contro front Polisario, il Marocco ha appreso della presenza del presidente Saharawi per motivi di cure mediche, sul suolo spagnolo. Dunque, dopo che la Spagna si è rifiutata di rispondere alle richieste del Marocco, quest'ultimo ha facilitato l'attraversamento del confine da parte di centinaia di migranti. In pochi giorni, le città del sud della Spagna si sono riempite di profughi in cerca di protezione. Questo ha creato una crisi politica e umanitaria all'interno della Spagna, che alla fine l'ha obbligata ad acconsentire alle richieste marocchine. Il ministro degli Esteri spagnolo all'epoca è stato deposto e la Spagna ha pagato diversi milioni al governo marocchino con il pretesto di rafforzare la sicurezza delle frontiere e combattere l'immigrazione clandestina.

Non per ultima, vi è l’esempio attuale della crisi in Bielorussia. Qui tuttavia, vi è un dato rilevante rispetto agli esempi precedenti e cioè che la Bielorussia non era mai stata prima d’ora un paese di destinazione o accoglienza per rifugiati e non condivide i propri confini con nessuno dei noti paesi di transito di rifugiati. Dunque il presidente bielorusso, giocandosi la carta della nuova valuta umana, ha lavorato per facilitare l’ingresso di migranti provenienti da paesi lontani, come l'Iraq, lo Yemen e la Siria, approfittando di bisogno e disperazione degli immigrati per ottenere un facile e sicuro potere d’acquisto. Lukašėnka ha costruito un meccanismo basato su agenzie di viaggio e contrabbandieri (come documentato dalla stampa locale), abbassando i costi dei biglietti aerei, promuovendo voli internazionali e adescando le persone attraverso i canali di comunicazione virtuale. I motivi del presidente bielorusso e dei suoi predecessori sono deliberatamente motivi politici, insiti nella volontà di contrastare le pressioni e la minaccia di sanzioni da parte dell'Unione Europea, in risposta alle violazioni dei diritti umani e agli abusi antidemocratici compiuti dal regime di Alexander Lukashenko nei confronti del suo popolo.

Diversi paesi hanno accusato la Bielorussia di aver intenzionalmente creato una crisi migratoria al confine con la Polonia con l'obiettivo di destabilizzare il Paese vicino, in particolare, e l'Unione europea in generale. Una risoluzione, approvata dalle potenze occidentali nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, affermava che il governo autoritario di Alexander Lukashenko era responsabile dello "sfruttamento sistematico di esseri umani la cui vita e sicurezza erano state messe in pericolo dalla Bielorussia per scopi politici, con l'obiettivo di destabilizzare i paesi vicini e le frontiere esterne dell'Unione europea" e distogliere l'attenzione dalle sue crescenti violazioni dei diritti umani.

E queste forze hanno assolutamente ragione, l'intera strategia (di Lukashenko) è crudele e rozza come sembra. I rifugiati sono stati portati, principalmente, a Minsk, o aiutati in altri modi a viaggiare in Bielorussia, quindi trasferiti nella zona boscosa al confine con la Polonia, abbandonati al loro destino a sé stessi mentre cercavano di trovare la loro strada verso l'Unione Europea. Sono stati accolti con ostilità, o meglio respinti, dalle guardie di frontiera polacche, ma i bielorussi impediscono loro di lasciare la zona di confine. Pertanto, sono intrappolati, tra la fame, il freddo e la disperazione.

E’ difficile pronosticare come si evolverà la crisi dei rifugiati, né si conosce, per ora, il contenuto della comunicazione che i presidenti bielorusso e francese hanno fatto lunedì scorso, o quello dei contatti segreti e intese siglati dalle parti interessate. Quello che è noto è che la Bielorussia ha recentemente chiesto agli immigrati di tornare nei loro paesi di origine, dopo che i voli dai paesi che esportavano immigrati in Bielorussia sono stati fermati; così l'Iraq ha iniziato a operare voli per riportare i suoi cittadini bloccati al confine con l'Unione Europea. Sembra che improvvisamente il loro bisogno sia svanito.

Tuttavia sappiamo anche con certezza che finché ci saranno condizioni di crudeltà che spingono i profughi a lasciare i loro paesi e finché ci saranno governanti come Alexander Lukashenko e politici europei pronti a barattare e accettare ricatti in cambio di contenziosi per violazioni dei diritti umani, il valore della nuova moneta continuerà ad aumentare esponenzialmente nello scambio politico, spingendo governatori e tiranni a “procurarsi” all’occorrenza ingente moneta umana da utilizzare nel momento del bisogno.

Foto Kancelaria Primeira/Flickr




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