sabato 4 luglio 2009 - Oceanus Atlanticus

I piccoli delle famiglie dei marittimi campani del "Buccaneer" scrivono ai pirati

Su LiberoReporter del 3 luglio 2009 è stata pubblicata la seguente lettera titolata "Cari pirati, ridateci i nostri papà" e scritta ai pirati somali dai piccoli delle famiglie dei tre marittimi campani, Giovanni Vollaro, Bernardo Borrelli e Vincenzo Montella, tenuti prigionieri, dall’11 aprile scorso, dai pirati a bordo del rimorchiatore "Buccaneer", vicino alle coste del Puntland, insieme ad altri 7 italiani, 5 romeni e un ucraino.

Nella lettera i bambini scrivono:

Cari pirati,
dobbiamo chiedervi di ridarci i nostri papà perché ci mancano tantissimo e noi abbiamo bisogno di loro per crescere, per giocare e per non vedere più le nostre mamme piangere. Anche il mio nonno piange sempre e non mi può portare più a pescare e anche la mia nonna piange sempre, tutti piangono sempre. Abbiamo visto molti film di pirati che cercavano il tesoro ma i nostri papà il tesoro non lo tengono. Ci siamo fatti regalare una barca grande e la facciamo navigare dentro il canotto e se volete ve la regaliamo così i nostri papà possono tornare a casa. Non guardiamo più i cartoni animati ma solo il telegiornale perché aspettiamo sempre di vedere i nostri papà che tornano nel nostro mare. Questa lettera la mandiamo a una signora che ve la spedisce sicuramente perché noi non abbiamo il vostro indirizzo. Se vedete i nostri papà e lo zio Bernardo dategli tanti baci. Anche ai pirati diamo un bacio, però mandate a casa i nostri papà
”.

Mario, Mariarca, Francesca, Stefania

Sono passati più di 80 giorni dall’inizio del sequestro, ma le trattative per la liberazione dei marittimi del "Buccaneer" non hanno ancora portato al tanto atteso rilascio dei sequestrati.

Nelle ultime settimane, a sostegno dei marittimi del "Buccaneer" e per ridestare l’attenzione su questo avvenimento, e’ stato aperto un gruppo su Facebook che ha gìà oltre 600 iscritti.

Sarebbe bello se il grande cuore del Popolo di internet facesse sentire la forza della solidarietà umana a questi bambini. Almeno per alleviare la solitudine della sofferenza per la mancanza dei papà che attualmente sono in non belle condizioni su un rimorchiatore, a 50° di temperatura, senza aria condizionata, continuamente sotto la minaccia delle armi, con poco cibo, poca acqua che sono costretti anche a bollire, sfiaccati dalla troppa attesa, in mano a pirati che di tanto in tanto fanno guerra tra loro. Inoltre tra i nostri connazionali, come affermato dallo stesso comandante del rimorchiatore, c’è anche chi non è in buone condizioni di salute. Sulla nave mancano anche i medicinali per poterlo o poterli curare e nella zona non esiste un medico che possa offrire loro assistenza.
 




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