giovedì 21 novembre 2019 - Piero Tucceri

I parassiti parlano di evasione fiscale

Si racconta che, molto tempo fa, un certo Lazzaro sia stato resuscitato da Gesù. A distanza di secoli, quel portento si è ripetuto. Il novello taumaturgo, è stato Luigi Di Maio. Il quale, ha richiamato in vita niente meno che il PD, il cui cadavere versava già in avanzato stato di decomposizione.

Il redivivo partito ha così potuto riacquistare una inopinata vitalità, al punto da prendere saldamente in mano le redini di una situazione sociopolitica altrimenti degradata dal pressapochismo di un drappello di dilettanti guidati niente meno che da un... comico, il quale ora vorrebbe addirittura togliere il diritto di voto agli anziani. Chissà se nel prossimo futuro non ne proporrà anche l'eliminazione fisica!

Con lo pseudolevogiro partito richiamato in vita, è inevitabilmente ricomparso sul proscenio politicante di questo sempre più “povero paese”, anche Matteo Renzi. Proprio lui! Il quale può ormai contare sugli attuali sgovernanti per riproporre i suoi cavalli di battaglia in favore della finanza globalista; anzi, per essere più precisi, “glebalista”. Il suo principale assillo, e degli altri servi del capitalismo mondiale, si incentra sull'abolizione dell'uso del denaro contante, quale tangibile credenziale da esibire non già nei confronti degli operai, come qualche nostalgico credulone potrebbe pensare, ma nei confronti degli interessi delle banche (1,2).

Quando costui era ancora il corifeo dei nostrani democlasti politicanti, recepì supinamente il “digital champion”, ossia il “campione digitale”, tradotto nella “lingua volgare”, escogitato nel 2012 dall'Europa Unita. Secondo l'allora capo del PD, la vera “spending review” dovrebbe concretizzarsi nel “mettere online tutte le spese della pubblica amministrazione”. Per farlo, proponeva l'eliminazione degli scontrini fiscali, in modo da arrivare a una “tracciabilità totale” capace di migliorare, nella sua angusta ottica sociale, il rapporto tra il cittadino e l'Agenzia delle Entrate.

Da quel che è dato evincere, sembra che, quando l'oligarchia finanziaria e politicante intenda raggirare i gonzi, non trovi meglio da fare che esprimersi in lingua inglese. Sembra che così il messaggio venga adeguatamente sedimentato nell'inconscio dei più sprovveduti. Come del resto sta succedendo per l'uso del denaro contante.

A differenza dei suoi sudditi, l'oligarchia glebalizzante sa benissimo che la tracciabilità totale, e l'eliminazione degli scontrini, ben lungi dal risolvere le vere cause delle mastodontiche evasioni fiscali con le quali è connivente, precludano il pagamento con il contante. Perciò, senza neppure nominarlo, Renzi, con il redivivo PD, e sicuro del determinante sostegno venutogli dai pivelli pentastellati, ha sancito la eliminazione del denaro contante e, soprattutto, con esso, la cancellazione di una delle fondamentali libertà individuali: infatti, il suo uso, non è soltanto pratico ed efficace, ma è veloce e non comporta oneri per il cittadino. Il che non vuol dire che si debba rinunciare alle altre forme di pagamento, rese disponibili dallo sviluppo tecnologico, ma significa semplicemente che, insieme, esse possano rendere più evoluta la società.

Eliminando il contante, saranno le banche a disporre di tutto il denaro necessario per essere speso come moneta elettronica. In questo modo, il cittadino verrà privato di un fondamentale aspetto della sua libertà personale, e della sola forma di dissenso a sua disposizione nei confronti della dittatura bancaria. In questo modo, le banche saranno fra l'altro affrancate dall'onere di tenere aperti i rispettivi sportelli.

Una volta compiuta questa operazione di smaterializzazione del denaro, e quindi dopo averlo trasformato in qualcosa di astratto, va da sé che, non esistendo più l'ostacolo del denaro contante da scambiare e da prelevare, verrà anche meno per le banche il rischio che i depositari possano pretendere la restituzione di qualcosa assimilato ormai a un mero algoritmo. Ed è proprio questo l'obiettivo delle banche! Solo che i sudditi, opportunamente condizionati, lo capiranno, se lo capiranno, quando sarà ormai troppo tardi!

Per gli stati e per i politicanti privi di scrupoli chiamati a depredare i loro sudditi, è dirimente l'appoggio delle banche. Come ben dimostra del resto la cronaca quotidiana. Questa complicità è strategica per poter coprire gli abusi di spesa, oltre che per assicurare i privilegi ai politicanti, i quali, essendo normalmente corrotti e incapaci, consolidano la rispettiva simbiosi con gli ambienti bancari, data la reciproca convenienza nella attuazione delle relative frodi.

Così, i politicanti possono contare sui favori dei banchieri e questi ultimi possono far leva su un apparato normativo favorevole alla realizzazione dei loro affari, oltre che per poter contare, in caso di difficoltà, sull'intervento statale. Per rimanere nell'argomento, proprio in questi giorni si ripropone la questione di Venezia e del Mose: vale a dire di una avvilente vicenda, la quale conferma, qualora ve ne fosse ancora bisogno, l'ormai irreversibile corruzione infiltrante ogni recesso politicante e finanziario. E' bene tener presente che la distrazione di quella ingente massa di denaro non sia imputabile ai soliti “incalliti evasori”, come gli idraulici o gli elettricisti o altre categorie assimilate, bensì a virtuali movimenti di moneta elettronica esenti da controlli di sorta. Peccato che i gonzi ancora non prendano coscienza di questa autentica piaga sociale. Nessuno infatti si premura di attuare seri controlli sui sospetti arricchimenti di politicanti e finanzieri senza scrupoli. Questo succede soprattutto perché siamo in italia. Ma di questo nessuno parla. Nessuno si preoccupa!

Per la banca il denaro non è altro che merce da vendere. Ecco perché, assicurarsi il controllo e la gestione di tutto il denaro, vuol dire disporre di un moltiplicatore dei rispettivi affari. Un sistema bancario come quello attuale, si articola sulla “riserva frazionaria”. Il che comporta che, per esempio, un deposito di 1.000 euro, la banca lo faccia rendere fino a 100.000 euro. Perché per la banca essi possono fruttare fino a 100 volte il rispettivo importo! Perché succede questo? Questo succede perché la banca è tenuta ad accantonare appena l'1% della somma depositata. Nello specifico, essa è tenuta ad accantonare l'1% di 1.000 euro, pari a 10 euro. Ne consegue che i restanti 990 euro essa li immetta nel sistema attraverso i prestiti. A quel punto, i 990 euro prestati, entrano nel circuito bancario. Per cui la banca, dopo aver accantonato un altro 1%, nello specifico 9,90 euro, avrà di nuovo a disposizione 980 euro da poter nuovamente prestare, e così via.

In questo modo, appare evidente come per ogni 1.000 euro di deposito, la banca possa realizzare un profitto fino a 100.000 euro. Inoltre, sulla massa delle somme concesse, in virtù di un meccanismo a dir poco perverso, la banca applica un tasso di interesse che i beneficiari del prestito dovranno rimborsare rispettando precise scadenze, unitamente con il capitale ricevuto. Questo rende ragione dell'accanimento delle banche per l'eliminazione del contante. Per loro convenienza, meno denaro contante circola e più elevata è la possibilità di incrementare i rispettivi affari, e di conseguenza i compensi milionari destinati ai loro dirigenti.

Non è difficile capire che in questo modo la ricchezza del Paese sia condizionata pesantemente dal sistema bancario. Così esso assume la custodia degli investimenti in titoli, azioni, obbligazioni, oltre che dei preziosi custoditi nelle cassette di sicurezza. Ma lo fa' anche con il denaro contante eventualmente trattenuto in casa.

Pare dunque avesse ragione, nel 2015, l'allora ministro dell'economia Pier Carlo Padoan (1), quando non rilevava nessi fra limite del contante ed evasione fiscale. Inoltre, il tetto posto all'uso del denaro contante crea problemi di equilibrio sociale: sembra infatti che, in Svezia, la demonetizzazione abbia limitato l'accesso ai servizi quotidiani a cittadini, famiglie e imprese, e che questi problemi siano particolarmente stridenti riguardo le fasce più deboli della popolazione, soprattutto per gli ultra settantacinquenni e i minori, i quali sono tagliati fuori da tutti i circuiti. I mercati finanziari e le banche sono pertanto come il cancro: distruggono l'organismo che li ospita. Poi ne cercano uno nuovo, al quale riservano il medesimo trattamento. Ed ecco perciò configurarsi il vero pericolo: quello di essere obbligati a privarsi dell'utilizzo del denaro contante al fine di rendere la macchina fiscale, già corrotta e incapace, ancora più efficiente e micidiale per la gente comune e più che vantaggiosa per la finanza glebalista. Esiste forse una dittatura più esecrabile di questa?

 

 

 

Riferimenti:

 

 

1)http://www.ilgiornale.it/news/economia/i-dati-che-inchiodano-governo-meno-contanti-salita-levasione-1776011.html

2)https://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13521539/vittorio-feltri-governo-idiozia-atomica-contante-mio-lo-utilizzo-come-voglio.html

3)https://www.repubblica.it/economia/2015/10/23/news/padoan_ho_cambiato_idea_i_contanti_non_stimolano_l_evasione_-125746211/?awc=15069_1571518099_a6cd16ccad3f8c376baae7f59c4a17c0&source=AWI_DISPLAY

 

 

 

 

 

 

 

 




Lasciare un commento