sabato 27 giugno 2020 - angelo umana

I miserabili, di Ladj Ly

Sulle note di “marchons” dell'inno nazionale francese ballano e si divertono tutti sullo sfondo dell'Arco di trionfo di Parigi, bianchi neri gialli e rossi. Uniti e festanti celebrano la vittoria dei bleux al campionato del mondo, il calcio unisce dappertutto... unisce? E' chiaro dalle prime battute di vita quotidiana successiva al tifo che così non dura, la normalità di tutti i giorni riporta gli immigrati, e i loro figli nati in Francia, nel quartiere periferico e degradato di Montfermeil al loro posto, una varia umanità più o meno malavitosa: bambini perdigiorno per strada, prostituzione praticata a buoni prezzi nei palazzoni che ricordano le Vele di Scampia (tutte le periferie si assomigliano), gruppuscoli che cercano di affermare la propria supremazia o potere di persuasione su altri gruppi. C'è poi il trio di agenti di polizia mandati nel quartiere ogni giorno a far rispettare la legge, e lo fanno un po' suadenti, quasi a scendere a patti, e un po' violenti, a seconda della forza dei gruppi interlocutori. Sono io la legge! dice quello dei tre che vuole apparire più duro, l'autoritario e violento Chris, ma è evidente che il loro non è che uno dei poteri presenti sul campo.

Il quieto vivere non dura, il regista Ladj Ly rappresenta una realtà che conosce bene per aver vissuto proprio a Montfermeil, gli basta mostrarci un paio di giorni di tensione palpabile, con equilibri e conflitti latenti destinati a esplodere alla minima miccia. Pare di vedere un altro film segreto nel film stesso: è quello di un ragazzino solitudinario che con un drone riprende tante piccole realtà, pure una azione violenta compromettente dei poliziotti, che se venisse diffusa scatenerebbe la collera dei residenti di colore. E i fatti comunque la scateneranno, saranno i ragazzini a mettere il trio di agenti sotto scacco.

“Ho visto uomini piccoli ammazzare, piccoli disperati e nudi”, cit. Roberto Vecchioni in una sua canzone: in realtà sono I Miserabili, che è il titolo del film opera prima di Ladj Ly. Persone qualsiasi a cui non basta dire “siamo francesi, accettalo!” per essere considerati. Storie minime, di periferia appunto, gente della quale non frega niente a nessuno, e i poliziotti della squadra a rischiare ad ogni passo. La sera a casa poi, soli o in famiglia, con le loro paure e scene della giornata ancora nella testa. Solo il nuovo arrivato tra i tre dimostra un modo diverso di trattare, il solo tra loro che cerca di colloquiare coi residenti, è lui a dire agli altri Non ci scusiamo mai...!? E' l'unico a cui attribuire la qualifica del buon coltivatore, dalla frase di Victor Hugo nella sua opera I Miserabili, citata in chiusura di pellicola: “Non ci sono cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”.




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