mercoledì 24 novembre 2021 - Attilio Runello

I migranti in Bielorussia: l’Europa rimane a guardare

In questi giorni i media ci hanno informato quotidianamente del tentativo di alcune migliaia di emigranti del Medioriente di entrare nell'Unione europea dalla Bielorussia.

Abbiamo saputo che la Bielorussia ha cercato di utilizzarli a fini politici.

Ma abbiamo anche saputo che sono rimasti al freddo accampati in qualche modo in mezzo ai boschi. Un bambino è morto prima che la Crocerossa bielorussa intervenisse ospitandoli in un centro di accoglienza di un paese vicino. Almeno sono al caldo.

Probabilmente si organizzerà il rimpatrio.

Gridavano a viva voce "Germany". La Germania infatti è il paese che per capacità organizzative è in grado di fornire un'accoglienza degna di questa nome.

Naturalmente anche per l'accoglienza offerta in Germania non mancano le critiche. A Berlino hanno creato in passato le Konteinerstadt, dei quartieri con alloggi realizzati dentro moduli abitativi che assomigliano a container. Soluzione criticata perché ghettizzava gli immigrati. Ma almeno gli davano un alloggio.

Eppure la Merkel non ha voluto creare dei treni che dalla Bielorussia portassero questi emigranti attraverso la Polonia in Germania. Non lo hanno fatto i quindici paesi che la lettera per la erezione dei muri non l'avevano firmata.

Anche da parte della presidente della Commissione europea o del presidente del Parlamento europeo si è registrato il silenzio più totale. Sassoli ha twittato: "È straziante vedere un bambino morire di freddo alle porte d'Europa". Nessun appello ai paesi europei per accoglierli. Insomma belle parole quando sono lontani, ma appena si avvicinano non li vogliono nemmeno loro.

La Polonia vuole sostituire il filo spinato che abbiamo visto con un muro. L'Unione europea ha risposto "non con i nostri soldi". Ma poi ha messo a disposizione un centinaio di milioni.

Solo una associazione di mamme polacche è intervenuta per portale loro abiti caldi.

E' ormai evidente che i governanti d'Europa praticano il politically correct. Si proclamano a parole a favore dell'accoglienza ma nei fatti non la praticano. Greta Thunberg - se interessata all'argomento - direbbe bla bla bla, che le dichiarazioni di chi governa sono solo parole.

 

 




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