lunedì 6 maggio 2019 - Damiano Mazzotti

I migliori talenti sono i ribelli. Parola di Francesca Gino

Francesca Gino è una giovane ricercatrice italoamericana che ha pubblicato un ottimo saggio che prende in esame l’evoluzione personale e la gestione aziendale: “Talento ribelle. Perché infrangere le regole paga nel lavoro e nella vita” (Egea, 2019, 272 pagine, euro 29,50).

Il libro racconta anche la storia di personaggi storici come Napoleone e il mago Houdini, o di persone famose di oggi come Massimo Bottura (chef pluripremiato di Modena). Francesca Gino descrive cinque caratteristiche fondamentali che contraddistinguono un talento ribelle: il grande desiderio di fare cose nuove; la curiosità, e quindi il desiderio di esplorare e il piacere di farsi continuamente delle domande; l’empatia e le capacità prospettiche che consentono di ampliare le visioni del mondo, in modo da vedere il mondo anche con gli occhi degli altri; la diversità, che permette di “sfidare certi ruoli sociali”; l’autenticità, cioè la sincerità, l’apertura e la tolleranza che consentano di stabilire una comunicazione intima con gli altri e di imparare da loro (p. 8).

Quindi le attività lavorative più variabili migliorano le prestazioni: “la novità incrementa il grado di soddisfazione sul lavoro, la creatività… Aiuta altresì ad accrescere le nostre capacità e la fiducia nei nostri mezzi” (p. 50). L’effetto sorpresa genera piacere nel profondo del nostro cervello. I giochi di ruolo, la recitazione e l’improvvisazione possono stimolare la creatività e l’autoespansione, cioè “un desiderio naturale di crescere e cambiare” (Arthur Aron, p. 57). Quando sfidiamo noi stessi e lo status quo, possiamo aiutare meglio i nostri familiari, i nostri amici e i nostri collaboratori.

Del resto le persone più esperte non sono sempre le più sagge. Infatti “Il pericolo della sensazione di conoscere è che ci porta a razionalizzare le nostre opinioni e decisioni precedenti: un impulso che si fa più forte all’aumentare dell’esperienza”. Per questo motivo in molti casi sono i più giovani a prendere le decisioni più giuste e intelligenti. Si potrebbe dire che “Come un governo totalitario, l’ego modella la percezione in modo tale da proteggere il senso delle proprie buone intenzioni, il suo ruolo centrale nel mondo sociale (Joachim Krueger, psicologo, Brown University, p. 111).

Comunque in molti casi i leader “trascurano il punto di vista degli altri e prestano attenzione solo al proprio. Se sono arrivati in cima – questo sembrerebbe essere il loro ragionamento – è perche ne sanno di più” (p. 116). Ma anche tutti noi “accettiamo acriticamente un riscontro quando è in sintonia con ciò che vogliamo credere, mentre chiediamo maggiori elementi, o ignoriamo una prova, quando non c’è concordanza con i nostri convincimenti” (p. 117). Siamo tutti narcisisti.

In definitiva la creatività è più presente in giovane età. Con il passare degli anni quasi tutti si adeguano al conformismo aziendale e alle leggi della tranquillità familiare. Le donne creative e con ruoli dirigenziali hanno più difficoltà a superare i pregiudizi e farsi accettare per quello che fanno e che dicono; “soprattutto quando si trovano in inferiorità numerica, le donne vengono sovente interrotte, sopravanzate a parole, messe a tacere e penalizzate per aver espresso la loro opinione” (p. 150). L’eccessiva espressione delle emozioni di una donna nel mondo del lavoro viene quasi sempre considerata in modo negativo, rispetto alla stessa emozione manifestata da un uomo. La cosa più importante per un leader è avere il coraggio di conoscere veramente sé stesso, i suoi principali collaboratori e la reale vita aziendale, rinunciando così alla tranquillità e alla comodità.

 

Francesca Gino è una ricercatrice pluripremiata che vive e lavora negli Stati Uniti da molto tempo: http://francescagino.com/biography, https://twitter.com/francescagino. Per approfondimenti video: www.youtube.com/watch?v=9QKvnSTc-dU; www.youtube.com/watch?v=GQywxCy-Dz8 (Talks at Google, 2018). Per testare le capacità ribelli: www.rebeltalents.org/the-rebel-test.

 

Nota sul lavoro di gruppo – I gruppi eterogenei per età, etnia, genere sessuale, cultura, nazionalità, professionalità e provenienza aziendale, producono risultati migliori e più creativi, anche se “trattare con gli estranei genera disaccordi e attriti, che naturalmente non sembrano granché produttivi… Lavorare efficacemente in un gruppo è come studiare o fare esercizio: nessun impegno, nessun guadagno” (p. 162). I diversi producono risultati diversi. In un buon ambiente di lavoro regno la libertà di critica, i disaccordi non permettono di creare questioni personali o barriere collaborative. Ogni riunione importante dovrebbe prevedere un collaboratore che a turno svolge il ruolo di avvocato del diavolo, con la piena libertà di evidenziare tutti i tipi di criticità. In molti casi può essere un aiuto il voto anonimo o i suggerimenti anonimi (anche dando l’esempio).

Nota sulla ricerca – Quando un’azienda non riesce a risolvere da sola un problema, può far uso di consulenti esterni e di internet: www.innocentive.com (piattaforma per la ricerca e lo sviluppo). Dopotutto “l’umiltà intellettuale ci rende più saggi: siamo più inclini a considerare che il mondo in cui viviamo non è mai fermo, e che il futuro sarà probabilmente diverso dal presente” (p. 129). Abbiamo qualcosa da imparare da tutto e da tutti, anche dalle piante e dagli animali. E spesso impariamo di più dagli errori degli altri, rispetto ai loro successi, proprio come capita ai chirurghi.

Nota sportiva – Nel 1966 Roberta Gibb partecipò di nascosto alla maratona di Boston. Grazie anche a questa azione dimostrativa, gli organizzatori aprirono la competizione alle donne (p. 155). I migliori allenatori non si focalizzano sui punti deboli di un atleta professionista, ma valorizzano “proprio quelle capacità già di per sé eccezionali” (p. 187). Le più grandi invenzioni e innovazioni umane sono nate “proprio investendo in ciò che alla gente viene già meglio per natura” (p. 187).

Nota personale – Esistono i ribelli conformisti e i veri ribelli anticonformisti. Un vero esempio di persona anticonformista è Pietro Bargagli Stoffi: http://uropia.blogspot.com/p/lautore.htmlhttp://uropia.eu (vive in Svizzera ed è uno spirito libero che ha lavorato undici anni in Germania). Un altro esempio internazionale è l’artista sudafricano Trevor Noah, che ora diverte milioni di spettatori negli Stati Uniti (Nato fuori legge, 2019, www.youtube.com/watch?v=Kwj67XbvV8A).

Appendice aforistica – “Non sono i ribelli a creare problemi, ma i problemi a creare ribelli” (Ruth Messinger, New York); “Guarda la vita: tutto è mistero e magia” (Harry Houdini); “A cambiarmi è stato il messaggio di libertà, la libertà di sentire il mio stesso fuoco, di guardare dentro di me e rendere commestibili i miei pensieri” (Massimo Bottura); “La sincerità ti ripaga subito” (Amian Azzott); “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi” (Giovanni, 8; Nuovo Testamento); “Non sto cambiando idea, ma mi adeguo agli eventi per preparare qualcosa di utile” (John Maynard Keynes); “La falsa conoscenza è più pericolosa dell’ignoranza” (George Bernard Shaw); “Anche uno stupido può avere una buona idea” (Napoleone); “L’immaginazione è più importante della conoscenza” (Albert Einstein); “Tutte le persone come noi sono Noi e le altre sono Loro” (Rudyard Kipling); “Nonostante l’autorità dell’età, le generazioni sono in competizione per le risorse, il rispetto e il potere” (Louis Cozzolino, Oltre il tempo, 2019); “Ora stringetevi la mano, e con la mano il cuore” (William Shakespeare); “La vita è creare sé stessi” (George Bernard Shaw); “Se dimentichi chi sei, mettiti al servizio di qualcun altro finché non ti viene in mente” (anonimo); “La vita conserva un valore finché si dà valore a quella degli altri (Simone de Beauvoir); “Io sono quello che sopravvive di me” (Erik Erikson). 




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