I giovani tornano a sognare camice e cattedra: è il tempo delle competenze e del saper fare
Per anni ci siamo abituati a pensare che il sogno di ogni giovane fosse diventare un influencer. Selfie, viaggi pagati, sponsor e milioni di follower. Una carriera costruita sull’apparenza, dove il confine tra lavoro e narcisismo si fa labile. Ma oggi, qualcosa è cambiato. Il mito dell’influencer cede il passo ad aspirazioni più concrete e, per certi versi, sorprendenti.
Secondo un’indagine condotta dal magazine Spot and Web su un campione di 650 ragazzi tra i 19 e i 28 anni, il sogno di diventare creator digitali scivola al quarto posto con il 13% delle preferenze.
In testa, con il 19%, nonostante turni massacranti e stipendi bassi, c’è il medico: un ritorno alla vocazione più classica, forse agevolato anche dalla recente abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina.
Al secondo posto, con il 17%, si piazza l’insegnante, figura che resiste nel cuore dei giovani nonostante stipendi poco competitivi rispetto al resto d’Europa.
Terzo gradino del podio per l’esperto in cybersecurity (15%), una figura sempre più richiesta in un mondo dominato dagli attacchi informatici.
Questa classifica, a ben guardare, non racconta solo una serie di preferenze professionali. Parla di una generazione che sembra aver fatto pace con la realtà. Una generazione che non sogna più solo riflettori e visibilità e guadagni facili, ma ruoli utili, solidi, con un impatto tangibile sulla società. Non si tratta di un semplice cambio di gusti: è il segno di un mutamento culturale, figlio delle incertezze economiche e geopolitiche che attraversano la nostra epoca.
Il ritorno di mestieri come medico o insegnante suggerisce una nuova forma di ambizione: quella di essere rilevanti, necessari. E se il digitale resta presente nella classifica – con gli esperti di intelligenza artificiale al quinto posto (11%) e i consulenti di viaggio al sesto (8%) – si fa strada una consapevolezza più pragmatica: non basta “esserci”, bisogna saper fare.
Per quanto riguarda l’ascesa dell’informatica i giovani hanno capito che è un settore che non solo offre stabilità e retribuzioni competitive, ma ha un valore strategico per il futuro del mondo.
Alla fine, questa nuova mappa dei desideri ci restituisce un’immagine incoraggiante della gioventù italiana. Meno attratta dall’effimero, più orientata al contributo concreto. Meno follower, più competenze. Forse non è il tramonto dell’influencer, ma sicuramente è l’alba di una nuova consapevolezza.
E in tempi come questi, non è poco.