martedì 3 agosto 2021 - Yvan Rettore

I festival letterari locali

L'Italia è il Paese dei festival letterari locali. In uno Stato in cui si legge sempre meno e che risulta essere fra gli ultimi in Europa come numero complessivo di lettori (tanto che ormai in Italia si parla di analfabetismo funzionale dilagante) ci sono però un numero esagerato (e in crescita) di concorsi letterari locali.

Diversi sono di tutto rispetto e esistono da anni ma la maggior parte nascono da un giorno all'altro su iniziativa di varie entità locali e non a caso sono spesso abbinati a eventi che non hanno a che fare direttamente con la letteratura: sagre, feste di paese, manifestazioni religiose, commemorazioni storiche, società di servizi, ecc....

Tutto fa brodo pur di creare una novità che sia in grado di attrarre i riflettori della stampa locale (e possibilmente nazionale) come elemento aggiuntivo alle offerte che la terra coinvolta è già in grado di presentare sul piano turistico.

Non a caso molti concorsi letterari si concentrano nei periodi in cui le attività e proposte turistiche risultano maggiori rispetto al resto dell'anno.

L'aspetto suggestivo di questo tipo di eventi è che il più delle volte viene organizzato da entità o personaggi locali che hanno una percezione approssimativa del significato del termine "cultura" e che si impegnano a realizzare pur di riuscire a mettersi in mostra per trovare altre fonti di reddito o di visibilità.

Ovviamente questo accade soprattutto nelle zone più depresse ma anche i territori più prosperi del Paese non sono esenti da questo fenomeno.

Non sempre gli scrittori o poeti locali più in gamba vengono invitati a tali manifestazioni perché lo scopo di tali eventi è di dare la priorità agli interessi di chi li fa piuttosto che di quelli di chi vi partecipa.

E anche nel caso in cui apparentemente il concorso letterario dovesse venire pubblicizzato in rete attraverso una libera sottoscrizione, privilegiati, sia nella pubblicizzazione che nella premiazione, risulterebbero soprattutto coloro che avrebbero avuto la fortuna di ottenere una piccola spintarella al momento giusto da coloro che hanno interessi specifici nell'evento stesso.

Spesso i relatori delle serate di presentazione sono individui che non hanno mai dimostrato (o lo hanno fatto in modo estremamente riduttivo) nella loro esistenza nessuna capacità né credenziali tali per poter giudicare in modo autorevole una qualsiasi opera letteraria.

Non soltanto si tratta di personaggi che non hanno mai scritto nulla di interessante e di rilevante nella loro vita, ma la beffa è che si ritrovano addirittura a fare da relatori unicamente perché ricoprono un ruolo (effimero) mediaticamente o politicamente importante e quindi accettare un simile incarico significa per loro avere la possibilità di acquisire maggiore visibilità e notorietà a livello locale.

Al di fuori da quegli ambiti infatti, risultano sconosciuti ai più perché se è vero che la mediocrità non ha confini è altrettanto vero che al di fuori della propria zona di influenza si devono fare necessariamente i conti con entità ed individui in possesso di un livello di cultura effettivamente consolidato e affermato.

E con tali soggetti, questi protagonisti della vita locale non riuscirebbero proprio a confrontarsi visto il divario culturale esistente.

Perfino la composizione delle giurie fa spesso sorridere perché sono costituite più da notabili del paese che da gente veramente acculturata e quindi capace di porre un giudizio valido e interessante su una qualsiasi opera letteraria.

Un'altra singolarità di questo tipo di manifestazioni risiede nel fatto che nelle località in cui si svolgono, vengono poco pubblicizzati (rari sono infatti i manifesti nei locali, ancor meno circolano volantini pubblicitari) e la loro diffusione avviene prevalentemente attraverso i social e qualche organo di stampa locale.

Di conseguenza il pubblico che partecipa a tali iniziative è in gran parte membro della greppia di uno dei relatori e/o organizzatori mentre risulta accessorio quanto riduttivo quello legato allo scrittore e/o poeta che viene presentato durante la serata attraverso l'opera che ha scritto.

Per questo motivo in tali eventi vi sono spesso poche persone (si arriva raramente a superare le cinquanta unità) quasi come ad impedire che possano essere presenti individui che la pensano diversamente rispetto ai protagonisti e che potrebbero porli in serie difficoltà con interventi di spessore tali da mettere a nudo tutti i loro limiti culturali ed intellettivi.

Concludo affermando che un concorso letterario degno di questo nome dovrebbe essere realizzato in modo del tutto disinteressato da persone effettivamente acculturate o quanto meno da associazioni che sanno concretamente cosa significa il termine "cultura" e che lo dimostrano costantemente all'interno di attività che vanno al di là del festival stesso.

Le giurie dovrebbero essere esclusivamente composte da personalità di rilievo (sia a livello locale che non) del mondo della cultura e non dominate da individui privi di simili requisiti.

E queste caratteristiche tipiche di grandi concorsi letterari nazionali come lo "Strega" o il "Campiello", possono benissimo trovare una collocazione analoga pure a livello locale.

Basta volerle e concretizzarle quindi nei dovuti modi evitando di cadere nella realizzazione di eventi che finiscono con l'avere poco a che fare con la cultura e che servono quindi quasi esclusivamente a dare visibilità e un prestigio del tutto ingiustificato a personaggi locali che al di fuori di tale ambito non riescono ad affermarsi.

Tengo ancora a precisare che questo intervento è rivolto ai concorsi letterari relativi a località medio piccole e non a quelle che avvengono in città o capoluoghi di provincia in cui tali logiche (per fortuna) non sono presenti o comunque non in modo così dominante.

 

Yvan Rettore




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