mercoledì 7 giugno 2017 - FRANCESCO ANNICCHIARICO

I catechismi della Repubblica

L’istruzione del popolo è molto spesso una prerogativa dei governanti.

Le idee che sono portate avanti e diffuse sono funzionali alla stessa vita del governo, con il fine che possa perdurare nel corso del tempo, nella modalità e con la legittimità istituzionale che lo hanno determinato.

La forma repubblicana democratica è quella che sta a noi più a cuore perché lascia nelle mani del popolo la volontà di governo.

Se il popolo è sovrano, bisognerà pur darne consapevolezza a tutti gli strati della popolazione, mediante un programma di istruzione.

A questo proposito, mi piacerebbe ricordare giusto un paio di ‘catechismi’ repubblicani di età pre-unitaria, essi sono delle forme di letteratura di propaganda, in forma di dialogo che ebbero ampia diffusione nella Repubblica Cisalpina (1796) e nella Repubblica Napoletana (1799).

Il primo ha il nome di “Primi elementi dell'istruzione repubblicana per uso dei Giovinetti Cisalpini”, il secondo è il “Catechismo repubblicano per l’istruzione del popolo e la rovina dei tiranni”.

L’attribuzione di quest’ultimo è incerta, però la riedizione fu curata dal Vescovo di Vico Equense Michele Natale.

Riporto alcune frasi del primo libretto:

 

Chi sei tu?

Io sono un figlio della Patria

Quali sono le tue ricchezze?

La Libertà e Eguaglianza

Cosa porti tu nella società?

Un cuore per amare, il mio Paese e delle braccia per difenderlo.

Chi prenderai per guidare la tua gioventù?

L’esempio dei cittadini virtuosi.

A qual segno tu li riconoscerai?

Alla purezza dei loro costumi, allo splendore delle loro belle azioni, alla stima che avranno di lui le persone dabbene.

Quali titoli cercherai tu di meritare?

Quelli di buon Cittadino e di vero Repubblicano.

Cosa bisognerà per far ciò?

Unire il coraggio alla verità.

Quali sono i beni più preziosi?

La ragione, la virtù e la libertà.

Perché metti la ragione e la verità avanti la libertà?

Senza la ragione non si può avere virtù e senza virtù si perde la libertà.

Qual’ è lo studio indispensabile del cittadino?

Quello de’ suoi diritti e quello de’ suoi doveri

Cos’è la Ragione?

E’ il più bel dono che ci abbia dato la natura

Quali vantaggi ci apporta?

L’uomo non ha dignità, ne virtù se non per essa; sola c’innalza al dissopra dei bruti, ordina le nostre idee, ci fa distinguere il bene dal male, in somma costituisce uomini veri e non già di nome.

Cos’è la Patria?

E’ il paese dove si è nato

Vale a dire tu sei nato a Milano e Milano è la tua Patria?

No: Milano è il luogo della mia nascita, ma la mia Patria è tutta la Repubblica e dovrebbe essere tutta l’Italia.

E come ciò?

Tutti quelli che vivono sotto le medesime leggi non formano se non se una società, e l’intera estensione del suolo che abitano compone la loro patria.

Ma perché dovrebbe essere tutta l’Italia?

Perché tale era un tempo prima che l’avessero divisa i tiranni stranieri; e talè l’ha costituita la natura che l’ha circoscritta di monti e di mari per distinguerla da tutte le altre.

In tal caso noi saremmo Italiani?

Certamente; e finchè non lo saremo, noi soffriremo una violenza contro i decreti della natura, e quel che è peggio saremo una frazione debole e meschina.

 

E di seguito alcune frasi del catechismo napoletano (1798):

 

D: Che cosa è il Popolo? 

R. È l'unione di tutti i Cittadini, che compongono la società. 

D: Perché il Popolo ha bisogno di un Governo? 

R. Perché un uomo solo non può difendere se stesso, e la sua proprietà. E' dunque necessario il Governo, affinché mentre i Cittadini tranquilli travagliano per i loro vicendevoli bisogni, il Governo si occupi della comune salvezza. 

D: Quale dunque esser dee l'oggetto del Governo? 

R. Di provvedere alla pubblica sicurezza, e di far rispettare le proprietà di ciascuno individuo. 

D: Chi deve stabilire il Governo? 

R. Nessuno ha il diritto di governare, perché tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. Il Popolo solo dunque ha il diritto di scegliere quel Governo, che giudica necessario al suo benessere. 

D: Qual è il Governo che conviene al Popolo? 

R. Quello che gli procura il vantaggio della sicurezza personale, e delle sue proprietà, che gli conserva i suoi diritti, e mette gli altri nell'impotenza di opprimerlo, e di tiranneggiarlo. 

D: Qual è il Governo che procura tutti questi vantaggi al Popolo? 

R. Quello in cui il Popolo fa da se stesso i suoi interessi. Nessuno può aver tanta premura delle cose nostre, quanto noi medesimi. Chi è quel pazzo, che voglia affidare ad un altro gl'interessi della sua casa? Eppure gli uomini sono così sciocchi d'affidare gl'interessi della gran famiglia del Popolo tutto a persone, che non gli appartengono. Il Popolo quando si governa da se stesso non si lascia tassare il pane ad arbitrio di quelli, che si arricchiscono co' suoi travagli, non si lascia trattare come una bestia da soma dai suoi oppressori. In somma un Popolo quando si governa da se medesimo non può esser che felice. D: Come si chiama il Governo, in cui il Popolo dipende da se medesimo? 

R. Si chiama Governo Democratico. 

D: Dunque la Democrazia non è contraria al Legge di Cristo? 

R. No, anzi la Legge di Cristo è la base della Democrazia. La Religione Cristiana è fondata su due principj, cioè l'amor di Dio, e quello del Prossimo. La Democrazia toglie tutte le usurpazíoni, le oppressíoni, le violenze; essa fa riguardare tutti gli uomini come fratelli: essa propaga dunque mirabilmente l'amor del Prossimo. Or i fratelli si possono amar fra di loro senza un comune benefattore? Dunque la Democrazia è fondata sugli stessi principj della Religione Cristiana. Un buon Crístiano dev'esser dunque un buon Democratico.

D: Cosa è l'eguaglianza? 

R. E' il diritto che hanno tutti i Cittadini di esser considerati senza alcuna distinzione o riguardo innanzi alla Legge, sia che premi, o che punisca. 

D: Dunque non vi è alcuna distinzione nel Governo del Popolo? 

R. In questo Governo non si domanda se uno è nobile, s'è civile, plebeo, ma si domanda solamente s'è virtuoso, se è buon padre di famiglia, se buon figlio, buon marito, buon amico, se ama la sua patria, se ha preso sempre le armi per difenderla da' suoi nemici, s'è giusto, e benefico verso degli altri. Queste qualità distinguono solamente gli uomini liberi. 

D: Dunque i Repubblicani devono esser virtuosi? 

R. La virtù è la base della Democrazia. …

 

Infine vorrei citare I. Kant, che ci ricorda che gli sforzi del passato hanno sempre un filo conduttore con quelli odierni :

 

“…se la rivoluzione di un popolo o la sua riforma della costituzione alla fine fallissero o persino, come ‘profetizzano’ ora i politici, se una volta instaurata da qualche tempo tale costituzione, tutto tornasse all'antico corso delle cose … quell'evento è troppo grande e troppo intrecciato con l'interesse dell'umanità e la sua influenza sul mondo, in tutte le sue parti, è troppo estesa per non tornare alla memoria dei popoli al riproporsi di circostanze favorevoli.”

(Immauel Kant - Il conflitto delle facoltà ).

 




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