giovedì 16 dicembre 2010 - Professional Consumer

I Consumatori condannati dalla vulgata sociologica

Ce l’ho con la vulgata sociologica che abbietta tutti ma proprio tutti gli acquirenti.

Ce l’ho con tutti quegli acquirenti che nascondono di acquistare.

Ce l’ho con gli intellettuali che chiosano ogni discorso denigrando chi consuma.

Ce l’ho con gli antropologi che mettono in ballo l’anima dannata dei consumatori.

I sociologi poi hanno sentenziato “la vista spesa a fare la spesa”.

Facile tal fare, ancor più facile tal dire: come bere un bicchier d’acqua!

Certo il dilettantismo dei consumatori non giova. Non giova spendere, magari fino a fare debito; neanche ingrassare nel cibarsi, oppure vestirsi alla moda che passa troppo in fretta di moda. Indi sprecare e nello smaltire inquinare.

Tutto vero!

Già, tutto vero; vero anche che tutti gli atti della nostra vita sono stati resi merce e che quella vita, per essere vissuta, occorre acquistarla.

Gli ultimi acquisti: l’acqua, ormai divenuta merce; pure far la pipì nei bagni delle stazioni si è fatta merce. Si paga per farla.

Troppo facile, egregi signori, esecrare gli esecrati.

Anzi, già che ci sono, esecro voi!

La vita spesa a fare la spesa un cruccio?

Sopraffà cotanto fare?

Vero! Ma oltre l’atto che consente di vivere la vita anche gesto economico che genera da solo i 2/3 del PIL. Quell’atto che smaltisce e fa riprodurre per far lavorare e generare occupazione; che crea reddito. Con l’IVA finanzia l’istruzione, la sicurezza, la sanità. Atto che arricchisce tutti, pure i detrattori!

Quella vita così spesa mette in campo una forza straordinaria che, sottratta al fare dilettante, corregge distorsioni di sistema, approssimazioni e squilibri che impallano i gesti di acquisto, migliora l’impiego del denaro e, mi voglio rovinare, sottrae spazio ai detrattori.

Un consiglio a lor signori: togliete zavorra dalle vostre bisacce; il vostro fare è prezioso.

Si può camminare insieme: prosit!




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