mercoledì 17 novembre 2021 - La bottega del Barbieri

I 300 chili di Carola insegnante fra i rifiuti

Si può far scuola in tanti modi: raccontando storie, la Storia, l’attualità. Ci si può attaccare a un libro di testo come fosse il Vangelo oppure smontarlo e ricostruirlo con tessere del mondo che ci circonda. 

di Daniela Pia

Questo credo sia il metodo scelto da una mia bella collega, Carola Farci, docente di Lettere della mia scuola. L’ho conosciuta qualche anno fa durante un collegio in presenza, quando prese la parola per sostenere l’importanza di promuovere consapevolezza e spirito critico fra studenti/esse. Lo fece motivando accuratamente il suo punto di vista, senza alcun timore, davanti a un’assemblea spesso troppo annoiata e ossequiosa. Pensai allora – e oggi lo sostengo con convinzione – che abbiamo ancora speranza se ci sono insegnanti che, come lei, hanno ancora il coraggio della parola e dell’esempio. Carola cerca di promuovere, e non solo a scuola, una sensibilità ambientale, troppo trascurata, affinché sia uno degli obiettivi da perseguire trasversalmente nel processo educativo didattico: lo fa come attivista e attraverso l’esempio. Da circa un mese la seguo quotidianamente nel suo peregrinare: un progetto di vita teso a ripulire le spiagge – fatto di sudore e non di bla, bla, bla – che sta portando avanti in questo anno per lei sabbatico.

Ha iniziato a ottobre, fra i litorali del sud Italia e del Peloponneso in Grecia. Sta viaggiando con pochi mezzi: una utilitaria che lei chiama “polpomobile”, la compagnia del suo labrador Polly, una pinza estensibile e i guanti.

La sua bilancia ha pesato, sinora, quasi trecento chili di rifiuti raccolti nelle spiagge soffocate dall’abuso e dall’inciviltà.

Una scelta non facile e nemmeno scontata visto che rinuncia, per un anno, ad una vita confortevole e allo stipendio. Per sostenersi “gode” di ospitalità attraverso il sistema del workaway (lavoro in cambio di vitto e alloggio) e si trova ad affrontare situazioni surreali che racconta in modo disincantato – e per me esilarante – nel suo diario quotidiano su ecoprof.travel (su instagram).

Sento che il cammino che Carola sta compiendo è di grande valore anche per i nostri ragazzi e ragazze ed è per questo che, a volte, leggo loro qualche stralcio del diario delle sue giornate a coronamento delle ore di educazione civica.

Penso che al rientro da questa esperienza, quando tornerà a varcare la soglia dell’aula scolastica, l’efficacia delle sue lezioni in ambito di educazione ambientale avrà ben altro spessore rispetto alle mie o a quelle che pur si spendono in tal senso. Una scuola fatta di persone che si prodigano in modo concreto a fornire esempi per la formazione di cittadini consapevoli è ancora più vera e preziosa.

Una scuola che non ha bisogno di scartoffie nelle quali annegare ma di esseri umani disposti a spendersi in modo efficace per un mondo migliore, questo il messaggio che trapela dalla scelta compiuta da Carola.




Lasciare un commento