martedì 3 aprile 2018 - Antonio Moscato

Guerra psicologica e preparativi di guerra vera e propria

I guerrafondai scaldano i muscoli. Tutto serve a preparare gli ingenui ai prossimi sviluppi. Ogni fattaccio di cronaca nera torna utile a far sentire imminente una vera e propria “guerra al terrorismo”. 

È successo a Parigi, dove una rapina finita male è stata data in gestione alla comunità ebraica, che ha approfittato del caso dell’assassinio di Mireille Knoll per cacciare dalla piazza non solo Marine Le Pen, ma anche il moderatissimo Jean-Luc Melenchon presentandolo come estremista antisemita per alcune sue blande critiche all’oltranzismo israeliano.

Succederà in Italia dove già viene portata avanti una campagna isterica contro una presunta invasione di imam estremisti che prepara il terreno a una più massiccia ondata di espulsioni, e a una serie di sgomberi di immigrati da rifugi di fortuna come l’Hotel House di Porto Recanati, mentre la cosiddetta “opinione pubblica” viene preparata alla fine di ogni convenzione internazionale, con la soppressione dell’immunità per un gran numero di rappresentanti diplomatici, pur evidentemente estranei al presunto tentato omicidio avvenuto in Gran Bretagna.

Pochissimi hanno espresso dubbi sull’episodio che ha innescato l’escalation. Solo Fulvio Scaglione, ex vicedirettore di “Famiglia cristiana” ha rilevato le incongruenze della versione fornita: «curioso che di colpo Vladimir Putin (perché gli inglesi hanno detto che l’ordine veniva dal Cremlino) si ricordi di Skripal. Ancor più curioso che gli venga di colpo voglia di ucciderlo. Straordinariamente curioso, poi, è che si pensi di ammazzarlo con gas nervino. Il buon vecchio colpo alla testa non è più di moda? Oppure si vuole lasciare un’impronta così grossa da far gridare a tutti “aiuto, arrivano i russi!”? [...]. E poi si scopre che Skripal padre e figlia avevano spento per quattro ore i rilevatori satellitari dei cellulari, e chissà che avevano fatto in quelle ore. E chissà come stanno i due Skripal, che non sono morti ma nemmeno riapparsi: non una foto, una notizia, un bollettino medico.»

Ma l’articolo da cui avevo stralciato la citazione, appena apparso sul sito di “linkiesta.it” è subito stato cancellato con questa enigmatica doppia motivazione: «si è verificata una violazione dei protocolli di rete impossibile da risolvere. La pagina richiesta non può essere visualizzata a causa di un errore rilevato durante la trasmissione dei dati».

Prepariamoci dunque anche alla censura, e a sentir bollare come estremista perfino un Melenchon che ha avuto una lunga carriera, anche come ministro, nel partito socialista, e che ha posizioni non molto diverse da quelle di LeU in Italia, anche se ha espresso qualche simpatia per la coalizione di “Potere al popolo” (che comunque per varie ragioni è stata molto vaga sui temi internazionali e dei preparativi di guerra). E non è una novità, d’altra parte, che si liquidi come antisemita la più blanda critica allo Stato di Israele, alleato indispensabile di qualsiasi progetto di guerra, e non nel solo Medio Oriente. (a.m.)




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