martedì 27 luglio 2021 - Colasanti Marcello

Green Pass e percezione: vince sempre il “doppio standard” occidentale.

Sul Green Pass si sta liberando (di nuovo) l’istinto manicheo del popolo italiano, perciò, evitiamo di aggiungere commenti strettamente inerenti; mancando la necessaria lucidità, da tutte le parti, anche il commento più attento e ponderato viene preso per sconsideratezza e no-vax da una parte, servo della dittatura sanitaria dall’altro (questa sostenuta maggiormente da parti politiche fasciste, che si riscoprono di colpo democratici e libertari, l’opposto in essere. Senza accorgersi che l’attuale esecutivo è all’effettivo d’ultra-destra e l’applicazione delle loro tesi è stata quella di Bolsonaro e Trump, con effetti straordinari aggiungerei…).

La piccola riflessione è per mettere in luce il sempre presente “doppio standard” che contraddistingue l’occidente in materia geopolitica, talmente forte che ormai è radicato e “automatico” anche nel pensiero di ogni singolo.

Ricorderete i migliaia di articoli sul “bollino verde” cinese, su cui tanto ci si è accaniti perché ritenuto “dittatoriale, antiliberale, orwelliano” e vari altri epiteti gonfiati da Giovanna Botteri.
Il bollino verde cinese certifica, semplicemente, la negatività al virus della persona e il non contatto diretto con un’altra positiva. Tracciamento dell’epidemia, uno dei successi della battaglia covid cinese (non tiriamo fuori il discorso privacy, quando abbiamo in mano un Iphone e un Alexa acceso h24 dentro casa che raccolgono dati per un privato ed abitate in un paese dei Five Eyes*, suvvia…). La vaccinazione è stata e rimane su base volontaria, con obbligatorietà solo per una ristretta categoria di lavoratori (esempio personale medico).
La Commissione Sanitaria Nazionale Cinese ha così commentato il green pass europeo: “La vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione solo in base al principio che gli individui siano ben informati e concordano volontariamente. Vietare alle persone di entrare nei centri commerciali, negli ospedalieri, o addirittura di smettere di pagare lo stipendio per coloro che non sono vaccinati, causerà solo imbarazzo.” Ribadendo comunque che “la vaccinazione è un modo importante per prevenire e controllare la diffusione dell’epidemia, indipendentemente dalla Cina e dall’estero. Possono anche ridurre significativamente l’incidenza di casi gravi e decessi.”

Il New York Times definì il codice per la certificazione della negatività al virus come “marchiatura” e “codice sull’app che in Cina decide la libertà dei cittadini“.

Ora, con il Green pass a modello francese, che certifica non il contagio ma l’avvenuta vaccinazione, comportando all’effettivo un’obbligatorietà alla somministrazione non dichiarata, pena la forte limitazione ed esclusione dalle attività quotidiane (alcune a rischio quasi nullo, come dimostrato in cinema e musei); tutto questo viene percepito e venduto come “scelta sensata e responsabile”.

Com’è possibile che le due percezioni siano così opposte e invertite, quando da una parte c’è la certificazione di un non-contagio, mentre dall’altra l’obbligatorietà di un vaccino?

I “buoni” siamo sempre noi, i “repressivi” sempre gli altri?

La risposta la conosciamo: politica del “doppio standard” valutativo in ogni questione, con quell’aggiunta di occidentalismo culturale che non guasta mai, soprattutto quando dall’altra parte c’è il Governo della Repubblica Popolare Cinese.

Come abbiamo avuto modo più e più volte di commentare, la ricetta corretta che ha portato alcuni paesi a vincere (realmente) la pandemia (a modello possiamo prendere Cina, Vietnam e Kerala), c’è stata la pronta chiusura dei luoghi di massimo contatto, fabbriche in primis, lock down ferreo nelle sole aree di focolaio e non generalizzato al paese, trattamento dei casi positivi in strutture alternative, approvvigionamento di beni e servizi a tutta la popolazione in lockdown, sanità pubblica in posizione primaria rispetto a quella privata, solidarietà tra i membri della comunità, ultimo (e solo per ultimo) campagna vaccinale.

In occidente è stato fatto esattamente il rovescio. A disastro avvenuto (e ancora in atto), continuiamo a sentire la narrazione per cui “la colpa non è della sanità disintegrata e del sistema neoliberista, ma di chi è “irresponsabile” e non segue le regole”, su cui si basa anche il ragionamento dietro al Green Pass. Questo, mentre dal Recovery Fund hanno destinato 30 miliardi di Euro all’Esercito e a nuovi armamenti.

Aggiungiamo al pensiero anche una tematica su cui l’informazione ordinaria ha continuamente eluso o disinformato:
l’occidente e le sue case farmaceutiche, non sono “il mondo”. Il mondo, fuori da questa ristretta porzione, si è vaccinato con Sputnik V e SinoVac/Sinopharm con eccellenti risultati rispetto ai quattro occidentali che abbiamo in somministrazione (affermazione in base ai continui studi, anche occidentali, in materia).
Gli stranieri residenti in Italia già vaccinati con i suddetti russo e cinesi, non otterranno il Green Pass, perché l’EMA (Agenzia europea per i medicinali ), li ha arbitrariamente e contro ogni evidenza scientifica NON riconosciuti come efficaci (così come per il Soberana cubano), nonostante siano approvati dall’OMS.
Mentre, molti degli stranieri non vaccinati sono esclusi dalla campagna vaccinale (gli open day erano su iniziativa regionale, non nazionale) e non possono attualmente tornare nei paesi di origine per provvedere, data la mancanza di voli, frontiere chiuse, impossibilità nel sostenere 15 giorni di quarantena.


Nella stessa situazione gli italiani che hanno ottenuto all’estero dosi di vaccini non approvati dall’EMA.

Non parliamo di pochi casi isolati, ma migliaia di persone che non otterranno e non avranno modo di ottenere un Green Pass, se non quello di 48 ore derivato dal tampone, insufficiente per svolgere con continuità le attività giornaliere.
Un buco normativo creato solo ed esclusivamente per questioni economico-politiche.

 

*Five Eyes Alliance: chiamata oggi anche Fourteen Eyes, patto tra Intelligence nato inizialmente tra USA e Gran Bretagna, poi esteso ad altri paesi NATO (Italia compresa), per la condivisione di dati e informazioni. Nata negli anni ’50 in funzione anti-sovietica, ha successivamente esteso il suo potere alla sorveglianza sull’attività online. L’alleanza è rimasta segreta fino al 2003, per poi divenire di dominio pubblico nel 2013 grazie alla diffusione di documenti della NSA (National Security Agency) da parte di Edward Snowden che rivelarono una vasta attività di sorveglianza governativa sulla vita online dei cittadini.

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