lunedì 17 febbraio - Phastidio

Golden Power d’America e capitalismo clientelare

Biden blocca l'acquisizione di U.S. Steel da parte di Nippon Steel vedendo rischi per la sicurezza nazionale. Questo rischia di essere l'ultimo nome del protezionismo, e un passo verso il declino americano

Il presidente Joe Biden ha annunciato venerdì il blocco della vendita di U.S. Steel alla giapponese Nippon Steel per circa 15 miliardi di dollari in contanti, dopo un esame durato un anno dell’acquisizione potenziale.

“Abbiamo bisogno che le principali aziende statunitensi, che rappresentano la maggior parte della capacità di produzione di acciaio negli Stati Uniti, continuino a guidare la lotta a favore degli interessi nazionali americani,” ha dichiarato Biden in una nota, aggiungendo:

Come ha stabilito un comitato di esperti in materia di sicurezza nazionale e commercio dell’esecutivo, questa acquisizione metterebbe uno dei più grandi produttori di acciaio americani sotto il controllo straniero, creando rischi per la nostra sicurezza nazionale e per le nostre catene di approvvigionamento critiche.

La possibile acquisizione aveva suscitato allarme tra i legislatori della Pennsylvania e i lavoratori dell’acciaio per le potenziali conseguenze sull’esternalizzazione delle produzioni, posti di lavoro e catene di fornitura.

La vicenda ha rilevanza sotto molteplici aspetti, oltre a quello delle alleanze internazionali degli Stati Uniti. Che accadrà ora a U.S. Steel? Si cercherà un compratore domestico, magari sussidiandolo e agevolandolo pesantemente? E che accadrebbe se questa ipotetica aggregazione sfociasse comunque in perdita di occupazione e delocalizzazioni fuori dalla Pennsylvania, ma comunque negli Stati Uniti?

Il comitato che fu reso aggressivo

Il Comitato per gli investimenti esterni negli Stati Uniti (CFIUS), che esamina determinate transazioni che coinvolgono investimenti stranieri, ha impiegato un anno a valutare il potenziale accordo, giungendo a conclusioni non univoche e rinviando la scelta alla Casa Bianca, che, come detto, si era da subito opposta all’operazione, anche per motivazioni elettorali, essendo coinvolta un’icona industriale dello swing state della Pennsylvania.

Anche Donald Trump aveva preannunciato che avrebbe bloccato gli sforzi di Nippon Steel per acquistare U.S. Steel. Il presidente del potente sindacato dei siderurgici United SteelworkersDavid McCall, ha accolto con favore la decisione di Biden di bloccare l’operazione. “Non abbiamo dubbi che sia la mossa giusta per i nostri membri e per la nostra sicurezza nazionale,” ha detto McCall.

Di opinione opposta David Burritt, presidente e CEO di U.S. Steel, che ha definito “vergognosa e corrotta” la decisione di Biden. Tra gli osservatori suscita perplessità l’aver invocato la sicurezza nazionale nei confronti di uno dei maggiori alleati degli Stati Uniti, che ancora mantengono sul suo territorio decine di migliaia di truppe. Un paese considerato funzionale al controllo della Cina nella regione.

La decisione di Biden segna la nona volta che un presidente ha utilizzato il CFIUS per bloccare una transazione straniera ma l’unico caso finora in cui non è coinvolta una proprietà cinese. Il CFIUS, incaricato di rivedere le acquisizioni di aziende statunitensi da parte di acquirenti stranieri per potenziali rischi per la sicurezza nazionale, era in passato un organo interagenziale quasi in sonno. Dal 2018 il suo profilo è divenuto più aggressivo, dopo un intervento legislativo del Congresso e la politica degli Stati Uniti nei confronti dell’impegno economico cinese si è inasprita, prima sotto la presidenza di Donald Trump e poi con Biden.

Il cambio di pelle del CFIUS si coglie da una statistica: il comitato esiste da mezzo secolo ma sei delle sue otto precedenti proibizioni sono avvenute dal 2016. Il CFIUS esamina le transazioni per determinare la presenza di rischi per la sicurezza nazionale basati su fatti e, in tal caso, se tali preoccupazioni possano essere affrontate attraverso azioni di mitigazione. Il comitato può raccomandare al presidente di bloccare la transazione se trova un rischio che non può essere mitigato. In questo caso, rapporti suggeriscono che il comitato fosse diviso sulla sua raccomandazione a Biden, il che significa che i funzionari non erano d’accordo sul fatto che la transazione presentasse un rischio di sicurezza nazionale inemendabile.

Conseguenze per economia e sicurezza

Un’analisi pubblicata sul sito dell’Atlantic Council esamina alcune implicazioni del blocco di Nippon Steel che influenzeranno la politica economica e di sicurezza degli Stati Uniti. Il presidente può bloccare acquisizioni straniere solo se il CFIUS ritiene che presentino un rischio inaccettabile per la sicurezza nazionale, la quale non è definita precisamente nella legislazione, ma viene valutata caso per caso dal comitato.

Nell’annunciare la sua decisione di bloccare l’acquisizione di Nippon, Biden ha suggerito che la proprietà straniera della U.S. Steel, anche da parte di un importante alleato del trattato, rappresenta di per sé un rischio per la sicurezza nazionale inaccettabile e inemendabile perché l’acciaio è una catena di fornitura critica. Questa è una grande espansione del modo in cui il CFIUS ha tradizionalmente interpretato la sicurezza nazionale e di fatto va contro il decreto esecutivo dell’amministrazione Biden di settembre 2022 che delineava quali fattori il CFIUS dovesse considerare durante le revisioni della sicurezza nazionale.

Quel decreto esecutivo ha identificato le capacità domestiche negli Stati Uniti come preoccupazioni per la sicurezza nazionale, ma ha escluso l’acciaio dalle catene di fornitura critiche. Ha inoltre specificato che il comitato deve considerare fornitori alternativi e capacità in paesi partner e alleati come il Giappone.

La decisione rappresenta una discontinuità importante, poiché potrebbe portare a discutibili invocazioni di sicurezza nazionale per giustificare interventi economici e favoritismi politici, mettendo in dubbio la legittimità delle azioni del governo statunitense e incentivando altri paesi a proteggere le proprie industrie a scapito degli interessi commerciali americani. La sicurezza nazionale come alibi per ritorsioni protezionistiche, quindi.

Da ultimo, è difficile capire come gli Stati Uniti possano controbilanciare da soli il dominio globale della Cina nella produzione di acciaio. Le aziende cinesi rappresentano quasi il 60 per cento della produzione globale di acciaio, mentre le aziende statunitensi meno del 6 per cento. In questioni di riequilibrio delle catene di approvvigionamento globali al di fuori della Cina, gli Stati Uniti hanno bisogno di partner e alleati, anche se è fatale che, dato l’enorme eccesso di capacità produttiva del settore causato dai cinesi, quando giungerà il tempo dei tagli, ogni stato nazionale cercherà di minimizzare il proprio dolore. E in quel caso, il concetto di alleato verrebbe fatalmente ridimensionato.

I timori di politicizzazione del CFIUS sollevano interrogativi sulla neutralità del processo, come evidenziato dalle dichiarazioni di Biden contro Nippon Steel. Ciò potrebbe incentivare il lobbying tra le aziende e aumentare il rischio di abusi di potere. Inoltre, gli Stati Uniti, che rappresentano una piccola parte della produzione di acciaio, necessitano di alleati per rafforzare le catene di approvvigionamento, e la demonizzazione di Nippon Steel potrebbe danneggiare la fiducia tra i partner commerciali.

Il protezionismo, indipendentemente dalle motivazioni per le quali sorge, tende a produrre forme di capitalismo clientelare (crony capitalism). Gli Stati Uniti, già da tempo mutati in plutocrazia oligarchica, potrebbero con Trump fare un ulteriore decisivo passo in questa direzione. Quella del declino, se non fosse chiaro.

  • Aggiornamento: U.S. Steel e Nippon Steel annunciano due azioni legali. Una contro la decisione di Biden, definita “illecita interferenza politica”, e l’altra contro il presidente del sindacato e l’amministratore delegato di Cleveland-Cliffs, società che ha tentato di acquisire U.S. Steel, per “azioni illegali coordinate volte a impedire la transazione”.

Photo by United States Steel on Facebook




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