martedì 6 gennaio 2015 - Francesca Barca

Gli hipster in Israele sono ridicoli, parola di Naftali Bennett

Naftali Bennett è un politico israeliano, attuale Ministro dell'Economia e dei Servizi Religiosi che, a quanto pare, non ama gli hipster e, soprattutto, pensa che siamo particolarmente di sinistra, o quanto meno molto impegnati in politica. Forse in Israele?

Con l'approssimarsi della campagna elettorale (le elezioni legislative in Israele si terranno il prossimo marzo) Bennett ha messo on line un video dove attacca la sinistra israeliana "travestito", appunto, da hipster. Lo segnala Courrier International.

Il video è in ebraico, ma è di facile interpretazione. Bennett ha una barba posticcia, camicia a quadri, cappellino, occhialoni e pantaloni sopra alla caviglia. E naturalmente un cane. Ad ogni incidente che gli capita (una cameriera rovescia il suo caffé, oppure una macchina lo tampona) Bennett reagisce scusandosi (slikha in ebraico), ripetutamente, nonostante non avesse nessuna colpa per quanto avvenuto. Verso la fine Bennett legge un articolo che chiede a Israele di scusarsi per i morti della Freedom Flotilla (9 persone rimasero uccise), lui commenta mesto, "sì, è vero". 

Al termine del filmato Bennet si toglie il travestimento e apostrofa gli spettatori con "a partire da questo momento smettiamola di scusarci". 

Spiega Le Monde, citando Ynetnews che lo scopo de video è quello di "ridicolizzare il comportamento della sinistra israeliana (gli hipster secondo lui, ndr) che, di fronte al conflitto israelo-palestinese, e nella politica estera più in generale, non fa altro che scusarsi". 

New Repubblic sostiene che il video rappresenti un attacco alla "Tel Aviv Bubble", ovvero tutti quegli israeliani che vivono la loro vita lontano dal conflitto israelo-palestinese e che credono che Israele abbia delle colpe, o debba fare ammenda, per il suo comportamento nel conflitto israelo-palestinese . Questo tipo di israeliano è, nell'analisi di New Repubblic, debole e femminilizzato, contrapposto all'immagine di forza di Bennett e del suo partito, che incarnano l'ideale sionista. 

Bennett, giovane (classe 1972) e milionario (ex imprenditore che ha deciso poi di consacrarsi alla politica), non è uno che ci va leggero: a lui si devono l'affermazioni come "Non puoi insegnare a una scimmia a parlare, così come non puoi insegnare ad un arabo ad essere democratico" (New Yorker, 2004), o ancora "Mentre voi stavate ancora sugli alberi noi qui avevamo già costruito uno Stato Ebraico", rivolto a un membro arabo della Knesset. Ora, per esempio, è sotto attacco per la sua partecipazione come giovane ufficiale all'Operazione Grappoli d'Ira (Lebano, 1996), nella quale è accusato di aver causato la morte di civili libanesi. 

Naftali Bennett è il leader della HaBayit HaYehudi (La Casa Ebraica), un partito di destra e religioso che ha una visione molto chiara della politica estera di Israele: chiede, infatti, l'annessione del 60% della Cisgiordania e il controllo di Israele sulle parti restanti del territorio palestinese. 

Jeff Barak, ed direttore del Jerusalem Post, legge questa campagna (e questo video) come un tentativo, per Bennett, di svecchiare l'immagine della HaBayit HaYehudi. Secondo Barak, Bennett è una "delle più grandi minacce per un futuro Stato di Israele ebraico e democratico" perché "vista la pressione internazionale dovuta al riconoscimento simbolico della Palestina da parte di alcuni Paesi, l'atteggiamento oltranzista di Bennett rischia di isolare Israele", che invece ha bisogno di sostegno all'estero. 

 




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