lunedì 14 dicembre 2020 - Yvan Rettore

Gli esseri umani si dividono in buoni o cattivi

Rimango allergico nel categorizzare e catalogare gli esseri umani. Non ci riesco proprio.
Perché ritengo che comunque vada la realtà è molto più complessa e variegata rispetto a facili quanto a volte ridicole generalizzazioni che lasciano il tempo che trovano.
 
E per fortuna che è così perché spesso che ci si dimentica che sono proprio tali tendenze a generare poi stereotipi e luoghi comuni che costituiscono un terreno fertile a forme di intolleranza che possono sfociare poi nel razzismo o nella xenofobia.
E' vero che si possono avere determinate preferenze, è umano averne e di per sé non c'è nulla di male.
 
Ad esempio il sottoscritto non apprezza particolarmente le culture e i modi di pensare dei popoli germanici e anglosassoni, ma da qui a dire che non ama tedeschi e inglesi ce ne corre.
Questo perché dalle esperienze vissute nella mia breve esistenza, ho capito che al mondo ci sono soltanto due categorie di persone: i buoni da una parte e i cattivi dall'altra.
Ed esistono entrambe in tutti i lidi a prescindere dalle frontiere e dai confini che gli uomini hanno scioccamente eretto nel corso dei secoli e che rimane ad oggi uno dei primi atti contronatura da essi compiuto.
 
E una simile stupidaggine gli animali che erroneamente consideriamo esseri inferiori non l'hanno mai pensata e nemmeno attuata, proprio perché loro sanno fare benissimo la differenza tra chi è buono e chi è cattivo.
 
Un limite che noi esseri tanto evoluti non sempre riusciamo a percepire pienamente e che ci porta spesso a ricorrere ingenuamente a rinchiuderci dentro dei recinti (non soltanto materiali ma anche mentali) per evitare di conoscere e affrontare individui che potrebbero rimettere in discussione il castello di carta di convinzioni che non possono mai definirsi certezze in quanto la vita e le sue condizioni mutano in continuazione.
 



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