lunedì 27 aprile 2020 - Alberto SIGONA

Gli dei dello sport: Costante Girardengo

È stato, assieme a Binda, il più grande ciclista dell’epoca eroica (il primo ad essere chiamato con l’epiteto Il campionissimo). La sua notorietà raggiunse livelli di vera eccezionalità per gli echi dei non certo tanti media del suo tempo.

 Girardengo (con all’attivo 106 successi su strada, di cui 19 nel ’19, e 965 su pista!) si dilettava e svettava in ogni tipologia di corse, da quelle in linea a quelle a tappe, dalla regina delle classiche, la Sanremo, alla regina delle gare a tappe, il Giro italiano: insomma era poliedrico come ve ne saranno pochi nella storia, simile in caratteristiche ad un certo Francesco Moser, sebbene Costante rimanga inavvicinabile. Girardengo nel corso della sua lunghissima carriera conquistò 2 Giri d'Italia (30 tappe, 26 maglie rosa, non ne vinse di più a causa delle cadute, che all’epoca erano molto frequenti). Poi si fregiò di ben 6 Sanremo (in un'occasione vinta con 13' sul 2°), 3 Lombardia ed addirittura 9 Titoli Nazionali di seguito (record), che ai suoi tempi valevano quasi quanto dei Mondiali... All’estero non vinse quasi nulla (partecipo’ ad un solo Tour) anche perché a quei tempi si voleva essere…casalinghi. Tra le pagine più belle del suo "carnet" di vittorie troviamo però il trionfo nel "Gran Premio Wolber", nel 1924, dove riuscì a sconfiggere - a casa loro - i fratelli Pelissier.

Questa corsa era considerata una specie di campionato del mondo e rimane l'unica prova estera prestigiosa da lui vinta. A 34 anni partecipò alla prima edizione del Campionato del Mondo finendo 2° a 7’ da Binda. Cessata l'attività a 43 anni, divenne industriale di biciclette e salì in ammiraglia. Come Commissario Tecnico azzurro guidò Bartali al successo al Tour de France 1938. Diresse, inoltre, proprie squadre professionistiche di buon livello.

Foto: Wikipedia.Commons




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