mercoledì 31 agosto 2011 - Professional Consumer

Gioco di fine estate: chi può governare la crisi?

Ma sì, ad agosto, per chi si attarda sotto l’ombrellone, cosa c’è di meglio che giocare con la crisi? Un giochino facile facile: può governare il meccanismo economico chi per mestiere produce beni, che con la sovraccapacità che si ritrova ne produce troppi; che retribuisce poco a chi lavora - quegli stessi che dovrebbero acquistare i beni prodotti; che così facendo viene svalutato il valore di quei beni bruciando ricchezza?

Che per uscire dal guado ha dovuto cedere pezzi di sovranità a chi ha fornito credito per sostenere quei redditi insufficienti che smaltiscono l’eccesso e tenere in piedi la baraccaPossono governare il meccanismo economico quei nuovi governatori che, oliando con il credito il meccanismo dello scambio offerta/domanda, hanno reso possibile generare ricchezza con il debito e che a fronte di cotanto fare hanno meritato bonus? E che bonus!

Quegli stessi che hanno giocato a rimpiattino, nascondendo il debito in ogni dove, fino a quando ha fatto sboom infettando il mondo?

Possono governare il meccanismo economico quelli che, disponendo delle risorse finanziarie adeguate, acquistano pure l’eccesso restituendo valore alle merci; consumandole ne consentono la riproduzione fornendo continuità al ciclo e sostanza alla crescita?

Tre domande, una la risposta giusta: orsù non è difficile!

Altro giro, altro quiz: chi possiede quelle risorse finanziarie da distribuire a chi non ne dispone? Ad occhio e croce proprio quelle aziende che hanno retribuito poco e con la risorsa del credito hanno pure venduto l’eccesso, senza ridurre il prezzo delle merci, facendo lauti profitti.

Tra queste, secondo Standard & Poor's, solo le prime 500 aziende americane per capitalizzazione avevano liquidità per 963 miliardi di dollari alla fine del primo trimestre, in progresso rispetto agli 837 miliardi di un anno fa. Quelli del credito che, avendo in pancia 6.300 miliardi di dollari di titoli finanziari più o meno “tossici”, non fanno più credito.

Le finanze pubbliche di quegli stati che per salvare quelli del credito sono oramai al collasso.

Facile no?

Già, ma quante risorse finanziarie occorrono? Quelle necessarie per acquistare tutto quello che sta oltre il bisogno e le emozioni che lo “stile di vita” confeziona e che il reddito disponibile manca di poter acquistare. Quelle insomma che necessitano per acquistare l’invenduto. Proprio quell’invenduto che svalutato brucia ricchezza bruciando pure i profitti di quelle aziende.

Facile no?




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