giovedì 15 gennaio 2009 - Antonio Mazzeo

Giochi di Guerra ad Aviano, sognando l’Africa

Ci vuole fantasia a simulare un’operazione di guerra in Africa utilizzando uno scenario nel nord-est d’Italia, proprio adesso che ghiaccio e neve la fanno da padroni. Ma il Pentagono vuole completare prima possibile il dispositivo per intervenire “efficacemente” nel continente africano, così anche la base aerea di Aviano, Pordenone, va bene per un’esercitazione militare di pronto intervento. Il nome in codice è “Lion Focus 2009”, e prevede il dispiegamento e attivazione di un centro di comando e controllo per sovrintendere al pronto intervento in Africa di personale e mezzi delle forze terrestri statunitensi.

A quest’esercitazione, predisposta dal nuovo Comando per le operazioni USA in Africa, AFRICOM, partecipano circa 360 militari dell’Aeronautica, dell’Esercito, della Marina e del Corpo dei Marines, impegnati nella pianificazione strategica e il coordinamento di unità presenti in località differenti d’Italia e Stati Uniti d’America. Il tutto è diretto dal Comando SETAF (Southern European Task Force) di Vicenza, da due mesi a questa parte rinominato “SETAF/US Army Africa”, per assumere la conduzione delle operazioni dell’Esercito USA nel continente africano.
 
La SETAF ha inviato ad Aviano un contingente di 40 specialisti nel settore delle telecomunicazioni, per montare un vero e proprio accampamento con shelter, centri di controllo e apparecchiature radio. Altra località utilizzata per l’esercitazione “Lion Focus 2009” è la base di Longare, sino a qualche anno fa un deposito di armi nucleari tattiche dell’US Army e dove, secondo gli attivisti no-war del Presidio Permanente di Vicenza, sarebbero stati avviati imponenti lavori sotterranei top secret.
 
Lo scalo aereo di Aviano – una delle principali basi nucleari in Europa dell’US Air Force – entra dunque a far parte del “club” delle basi USA in Italia destinate al comando e al supporto delle missioni AFRICOM. Ad Aviano e Vicenza si aggiungono infatti la stazione aeronavale di Sigonella (Sicilia), vero e proprio “hub per le operazioni di rifornimento e carico dei velivoli diretti verso il continente africano; la base di Camp Darby (Livorno), che assicurerà la movimentazione di uomini, mezzi e armamenti dell’US Army; e il complesso navale di Napoli-Capodichino-Gaeta, sede del Comando per le Forze Navali USA in Europa e della VI Flotta, a cui sono state pure attribuite le funzioni di comando della neo costituita “US Naval Forces Africa”. Secondo indiscrezioni trapelate al Pentagono, la stessa città di Napoli è tra le candidate più accreditate ad ospitare entro un paio di anni il quartier generale di AFRICOM, oggi a Stoccarda (Germania), per avvicinarlo il più possibile all’area geografica d’intervento.
 
Le attività allo US Naval Forces Africa sono frenetiche, anche perché a fine gennaio sarà dato il via nelle acque occidentali del continente alla prima missione 2009 “APS” (Africa Partnership Station), l’iniziativa della Marina Militare statunitense finalizzata – secondo quanto si legge nei comunicati degli strateghi di Washington - all’“addestramento delle flotte navali africane nella lotta contro i problemi che interessano la regione, come il contrabbando di droga, la pirateria, le attività di pesca non regolari, l’immigrazione illegale e il traffico di persone”.
 
Ma anche nel resto d’Europa si moltiplicano le installazioni riconvertite ai nuovi piani di penetrazione militare USA in Africa. In Germania, oltre al Comando generale di Stoccarda, sono presenti lo scalo aereo di Ramstein, predisposto per ospitare le forze aeree di “AFAFRICA” (le stesse che è facile prevedere opereranno pure da Aviano), e Boeblingen, sede del comando delle forze del Corpo dei Marines per il continente africano (MARFORAF).
 
Un ruolo chiave è stato pure ritagliato per il complesso aeronavale di Rota-Cadice, Spagna, altra possibile destinazione finale del quartier generale di AFRICOM. A conferma di quelle che sono le reali intenzioni di Washington nel continente nero, all’inizio del nuovo anno, la base di Rota è stata prescelta come “area primaria” ove trasferire il personale militare “liberato dopo essere stato tenuto come prigioniero di guerra o come ostaggio nel corso di una missione in Africa”. Secondo quanto dichiarato dall’US Africa Command, “Rota è stata individuata come località di ricovero, trattamento medico-psicologico e riabilitazione per la prossimità della Spagna all’Africa, e inoltre perché lo scalo aereo dell’installazione e l’ospedale militare distano tra loro solo meno di un miglio”.
 
Nella base aerea britannica di Molesworth è stato invece installato iI centro d’intelligence d’eccellenza del Comando USA per l’Africa. A questo fine, la scorsa settimana un reparto di 150 militari è stato trasferito da Stoccarda a Molesworth. Altri 150 dipendenti civili del Dipartimento della Difesa raggiungeranno la base britannica nei prossimi mesi. Secondo quanto preannunciato da Vince Crawley, portavoce di AFRICOM, la nuova stazione d’intelligence “scambierà informazioni con il NATO Intelligence Fusion Center e l’US European Command’s Joint Analysis Center, ospitati entrambi a Molesworth”.



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