mercoledì 15 ottobre 2014 - Annalisa Martinelli

Gherardo Colombo alla Festa della Legalità

Responsabilità, legalità, libertà e formazione, le parole chiave per un cambiamento radicale.

Cosa vuol dire essere cittadini? L’attacco del discorso di Gherardo Colombo è stato dettato dalla presenza dei giovani giornalisti di Occhioaimedia.org. “Essere cittadini significa occuparsi delle cose, cercando di diventare competenti”. Al gruppo, facente parte dell’Associazione Cittadini del Mondo, è stato assegnato il Premio “Cittadinanza Responsabile 2014”, nell’ambito della “Festa della legalità e della responsabilità”.

La giovane redazione si occupa di monitorare e segnalare la presenza sui media italiani di articoli discriminatori. Hanno consegnato il riconoscimento, l’assessore alla Sanità/Servizi alla Persona e Politiche Famigliari del Comune di Ferrara e dal Prefetto Michele Tortora

Riuniti sul palco della Sala Estense, lo scorso 13 ottobre, l’ex-magistrato Gherardo Colombo, il sindaco Tiziano Tagliani, e Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento.

Il dibattito si è svolto in un clima quasi familiare, tra un coro di voci concordi nel tracciare il profilo di un Paese in bilico tra legalità e corruzione. Colombo, nel corso della serata, non ha perso occasione per rinnovare più volte i complimenti ai ragazzi di Occhioaimedia: “Se gli adulti prendessero esempio da voi, questo Paese potrebbe cambiare. Cominciate a ‘contaminare’ chi vi sta intorno. Voi avete scelto un tema molto importante. Fate i guardiani dell’informazione, che è una cosa molto importante, pur non avendo il potere di sanzionare. Il potere che voi avete sta nella competenza e nella capacità di diffondere quello che fate. Andare fino in fondo, vedere e poi far sapere”. Ed ha lanciato un monito ai presenti in sala: “Tutti voi, andate a ripetizione da loro”. C’è molto da imparare, ha poi precisato Colombo, su cosa vuol dire essere cittadini e non essere sudditi. I sudditi sono quelli che si lamentano e non fanno niente. I cittadini, invece, sono coloro che contribuiscono a fare in modo che la società funzioni.

Il dibattito è proseguito approfondendo il rapporto tra legalità e responsabilità.

La parola legalità, detta così senza specificazioni, non mi piace molto, ha espresso francamente l’ex magistrato. “Legalità significa osservanza delle leggi. In questo Paese, essere legali significa essere conformi alla Costituzione. E siccome la Costituzione è una bella cosa, la parola “legalità” assume una valenza positiva. Ma quando in Italia, nel 1938, hanno fatto le leggi razziali, essere legali voleva dire osservarle. In quel caso la parola assumeva una valenza estremamente negativa, cioè chi osservava le leggi razziali faceva delle cose ingiuste. Per questo preferisco coniugare il termine “responsabilità” con quello di “libertà”.

E ancora: “Quando legalità esprime una valenza positiva, le persone, per fare in modo che la società funzioni armoniosamente, hanno la responsabilità di rispettare le leggi e quindi di essere coerenti con la legalità. Chi rispetta la Costituzione non è soltanto responsabile, è anche libero.

Responsabilità, legalità e libertà, hanno la stessa origine, la stessa fonte. Sono la conseguenza dello stesso principio che nella Costituzione è espresso in modo chiarissimo, e recita che tutti i cittadini – tutte le persone –hanno pari dignità, e quindi le loro differenze che sono di genere, lingua, religione ecc. non possono costituire ragione di discriminazione”.

L’art. 3, nel capoverso, troviamo chiaramente esposto che è compito della Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono alla possibilità per ciascuna persona di realizzarsi compiutamente.

Gherardo Colombo ha lavorato 13 anni sulla corruzione, dal 1992 al 2005. “Abbiamo trovato corruzione a tutti i livelli – ha spiegato – da parte dei cittadini e di qualsiasi tipo di controllore: i Vigili Urbani, la Guardia di Finanza, Ufficio IVA, Ufficio delle Imposte dirette, Magistratura.

Non esiste più un sistema da nessuna parte. E sistema vuol dire che le singole regolette siano coerenti con un principio generale. Da una parte, manca anche per ragioni culturali. Credo che la soluzione sia investire tanto, ma seriamente, nella formazione, nell’educazione. Insegnare la competenza a fare le cose, essere competenti a fare le leggi, a fare il segretario comunale, che gli insegnanti siano in grado di fare gli insegnanti (e non sempre è così), che i vigili sappiano fare i vigili, il che non vuol dire andare a fare la spesa gratis, in cambio per non aver controllato la bilancia del salumiere”.

Per effettuare questo cambiamento occorre un lavoro molto lungo. Come si fa?

“La via, la regola per cambiare, la indicano questi ragazzi (riferendosi alla redazione di Occhioaimedia.org). In primo luogo “ci si mette dentro” la Costituzione”, senza distinzioni di sesso, lingua, razze, religioni, opinioni personali, sociali, politiche. Si sono fatti un esame tra di loro, facendolo anche agli altri. Proviamo a fare tutti così, su tutte le cose che ci riguardano. Se facciamo tutti così, le cose cambiano”.




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