mercoledì 9 agosto 2017 - Anna Maria Iozzi

Furore, il vento della speranza: in autunno, su Canale 5, la seconda serie

Canale 5, forte della presentazione del palinsesto, avvenuta di recente, si appresta a portare sul piccolo schermo la seconda serie della fiction “Furore, il vento della speranza” che, reduce dal successo della prima serie, riserverà delle novità. La serie, prodotta da Mediaset e Ares Film, casa di produzione di fiction come “Il bello delle donne”, “L’onore e il rispetto” e “Il peccato e la vergogna”, andrà in onda in autunno.

Il cast prevede l’addio di personaggi storici come Giuliana De Sio, Stefano Dionisi e Sergio Arcuri e l’ingresso di new-entry: Vanessa Gravina, Remo Girone, Giusi Cataldo, Domiziana Giovinazzo, Francesco Monte, Laura Torrisi, Alex Belli, Lorenzo Flaherty, Anna Maria Malipiero e Alessandra Barzaghi.

La fiction di successo di Canale 5, infatti, affronta un tema scottante e sempre attuale. In «Furore» il razzismo riguarda gli immigrati meridionali che negli Anni 50 e 60 lasciavano il Sud per migrare al Nord in cerca di lavoro. Ma ad aspettarli c’erano persone come Luciana Belgrano (Alessandra Martines), moglie del sindaco della cittadina ligure dove è ambientata la fiction, che non accetta l’arrivo degli immigrati meridionali.

Luciana Belgrano è un personaggio davvero negativo. È razzista, classista, piena di pregiudizi. «Premetto che Luciana è agli antipodi di quello che sono io e delle mie convinzioni più profonde. Io sono siciliana da parte di padre, per cui è stato persino divertente renderla così ottusa. Del resto il mestiere dell’attore è questo, calarsi in pensieri e corpi totalmente differenti da sé. Sono i ruoli più belli e rappresentano una sfida» afferma l’attrice.

Anche l’attrice ha subito delle discriminazioni. «Ho vissuto a Parigi dall’età di cinque anni e ho subìto un episodio di razzismo molto brutto. È accaduto quando avevo otto anni. Io e mia madre eravamo in un ufficio postale, dove spesso andavamo per telefonare alla nonna in Italia, quando un anziano signore sentendo mia madre parlare in italiano ha cominciato prima a insultarla urlandole: “Torna al tuo Paese!”. E poi l’ha aggredita con il suo bastone» spiega Alessandra Martines.

«La fiction è ambientata nell’Italia degli Anni 50, ai tempi della grande migrazione dal Sud. Ma nel nostro Paese il razzismo ha radici più profonde e lontane nei secoli. Luciana in fondo ha una funzione positiva, perché ci ricorda di non commettere gli stessi errori» conclude l’attrice.

Il titolo della fiction “Furore, il vento della speranza” non solo rimanda alle grandi passioni che travolgono come un vento i protagonisti ma, anche, il tema del razzismo dell’Italia di oggi.

 

 

 




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