venerdì 18 settembre 2015 - angelo umana

Free In Deed, di Jake Mahaffy

 

Da Free Indeed a free in death: così finisce a un bambino della parrocchia di Memphis frequentata da sua madre. Lui è autistico, è detto, e il fatto è realmente accaduto. Nel film però il ragazzino sembra avere più bisogno di abbracci e comprensione, le sue crisi accadono quando viene contrariato, sembrano proteste, avrebbe bisogno di contenimento più che di coercizione a riassumere un comportamento sereno. Un credente si prende l’incarico di esorcizzarlo, fare uscire da lui il demonio che vi si nasconde… Dio e demonio sono le due parole costantemente ripetute nelle orazioni pubbliche della chiesa dove la comunità si riunisce. Le celebrazioni della messa assomigliano molto a spettacoli musicali, un po’ rap un po’ rock, il predicatore è anche un “venditore” di conversioni e di auto-convincimenti, un intrattenitore dalla parola facile. L’atmosfera spinge a credere, c’è suggestione collettiva, ci si muove al tempo della musica e dei canti, si condividono pubblicamente le proprie disavventure e la propria felicità.


Le religioni hanno i loro riti, tutti celebrati con devozione e trasporto, ma credere dev’essere un fatto privato e non celebrato e gridato dando mostra della propria fede. Il film, della sezione Orizzonti dell’ultimo Festival di Venezia dov’è stato premiato (quanta ricerca c’è in questa sezione, quanta sperimentazione, spesso film difficili e noiosi!), è girato con soli due attori di professione, gli altri sono veri fedeli di una chiesa e tutto è molto reale, quasi documentaristico. Ultime parole famose: Dio non ci fa affrontare nulla che non possiamo tollerare, anche se la realtà non è esattamente così; ricorda vagamente le parole del Manzoni: Dio non nega mai una gioia ai suoi figli se non per dargliene una più certa e più grande. Dio, Dio, sempre Dio, il marketing delle religioni ci porta a lui, a lui possiamo delegare i nostri successi e i nostri tracolli.
 
E’ un film che non dice molto di nuovo, lodevole forse nella ricerca del reale, associabile alle idee di due film del 2012: Paradies – Glaube e Oltre le colline (anch’esso tratto da un fatto vero), dove l’interpretazione umana della fede produce drammi e storture.




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