giovedì 18 agosto 2022 - ggv84

Fratelli d’Italia... o Fratelli di Draghi?

Chiamiamola campagna elettorale, chiamiamoli luoghi comuni, chiamiamola narrazione emotiva (tecnica propagandistica che consiste nell’incrementare narrativamente le differenze tra avversari politici, anche quando queste sono sostanzialmente assenti). Chiamiamola come ci pare. Ma il luogo comune (perché di questo si tratta) della coerenza della Meloni ha ampiamente stufato nella sua ipocrisia.

Un esempio? Per quanto Giorgia Meloni voglia passare per diversa, alternativa, fuori dal sistema, ecc., riguardo all’invio di armi in Ucraina ha la stessa posizione di Draghi, Letta e Renzi.

A pensar male si fa peccato, tuttavia sembra anche esserci una spiegazione logica per l’amore nei confronti delle armi (e della guerra) da parte della Meloni. Non è un caso che uno dei suoi più grandi supporters sia Guido Crosetto, co-fondatore ed ex parlamentare di Fratelli d’Italia, attualmente presidente della Federazione delle aziende italiane per l'Aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad), che nel 2020 ha assunto anche l'incarico di presidente della Orizzonte Sistemi Navali, joint venture tra Fincantieri e Leonardo, specializzata in sistemi navali ad alta tecnologia e di gestione integrata dei sistemi d’arma. Casualmente Fincantieri e Leonardo, le ditte maggiormente implicate nella produzione di armi e che hanno visto il proprio titolo crescere in borsa negli ultimi mesi (Leonardo in particolare). E casualmente, la grande “opposizione” a Draghi da parte di Giorgia Meloni ed i suoi, scompare. Per Fratelli d’Italia i matrimoni gay no perché rappresentano un costo (ma dove?) per i cittadini, mentre l'Ucraina riceve un prestito di 200 milioni di euro dalla Repubblica italiana per un periodo di 15 anni, con un periodo di tolleranza di 7,5 anni, e applica un tasso di interesse dello zero per cento. E la Meloni zitta.

Seppur in misura minore rispetto agli Stati Uniti, l’Italia sta contribuendo ad armare l’Ucraina, peraltro in maniera poco trasparente. Per ciò che si sa, obici trainati FH70 (Stowed Horowitz) per sparare munizioni Nato standard da 155 millimetri, mitragliatrici leggere e pesanti, mortai, Stinger Manpads e armi anticarro. Recentemente l’Iveco ha contribuito inviando i proprio mezzi corazzati da Bolzano alla Norvegia. Ma la notizia più clamorosa, di qualche giorno fa, è l’acquisto dei mezzi blindati da parte di due ONG ucraine dell’oligarca Poroshenko (ex premier ucraino ed avversario di Zelensky), mediante un’operazione direttamente mediata dal Governo Italiano, per la “modica” cifra di 3 milioni di euro. Anche qui, la Meloni tace. Stavolta le ONG le vanno bene?

Dove sta la coerenza? Dove sta l’unione di intenti in un centrodestra così compatto che la Meloni sta con l'Ucraina (o meglio, con le armi da vendere), la Lega sta con la Russia, Berlusconi con le russe e Gasparri le sta ancora cercando sulla cartina.

Accordi ipocriti di facciata, che si scontrano invece con le amare critiche tra i salviniani e i meloniani (anche su altri punti del programma, come la Flat Tax per fare un esempio). Troppo comodo criticarsi ed allearsi contemporaneamente, nel nome della sacra poltrona.

Ripeto, egregia signora Meloni: dove sta la coerenza? Sta con gli italiani o sta con Draghi?

Per favore, torniamo alla realtà e basta slogan.

 




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