venerdì 3 febbraio 2012 - UAAR - A ragion veduta

Francia: esteso agli asili nido privati il principio di laicità

Il Senato francese, a maggioranza socialista, ha approvato una proposta di legge che prevede l’estensione del “principio di laicità” agli asili nido, alle ludoteche e agli assistenti materni a domicilio.

La proposta è stata avanzata dal Rassemblement Democratico e Sociale Europeo, RDSE, partito a maggioranza di radicali di sinistra. “In altri termini” spiega Le Monde “questo significa che qualsiasi assistente materno che accoglie bambini presso il proprio domicilio dovrà rispettare un principio di laicità che gli impone di dissimulare qualunque segno religioso”.

Praticamente, pur esercitando la professione di maestro d’asilo a casa propria, un ebreo o un sikh non potranno portare il kippah o il turbante in presenza dei bambini, come una maestra musulmana non potrà indossare il velo. La proposta di legge PPL11-056 ha suscitato le proteste di varie personalità ed associazione perché, a loro dire, comporterebbe una palese violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che garantisce il diritto alla vita privata.

In particolare il Consiglio francese del culto mussulmano (CFCM), parla di limitazione della libertà d’espressione e della libertà di coscienza di soggetti privati che non rappresentano quindi la funzione pubblica, ovvero lo Stato. Lo storico J. Baubérot, riporta ancora Le Monde, obietta sul suo blog, che mentre ci sarà “il divieto di portare o avere qualsiasi segno religioso a casa propria quando si accolgono bambini, si potrà invece far vedere loro trasmissioni di televisione stupide e zeppe d’inserti pubblicitari al fine di riempierne “lo spazio libero di cervello”.

Il vice direttore di Le Monde Diplomatique Alain Grech, si chiede se “sarà necessario che un poliziotto resti in permanenza a casa dell’assistente per verificare che non preghi cinque volte al giorno, che non cucini hallal e che non legga il Corano” e fa ancora notare che “il gruppo socialista s’indigna senza dubbio quando la polizia religiosa iraniana verifica se le donne sono velate in maniera corretta a Teheran, ma esige che si vada a verificare, al domicilio personale, le convinzioni di ciascuno”.

di Franco Virzo





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