giovedì 29 aprile 2021 - YouTrend

Francia 2022: chi sfiderà Macron nella corsa all’Eliseo?

A 12 mesi dalle elezioni in Francia, la rivincita Macron-Le Pen sembra inevitabile. Ma la lista degli sfidanti si allunga: scopriamo chi sono.

Ho riflettuto, ho consultato, ho unito molte persone e ho preso questa decisione: creeremo un nuovo movimento politico in Francia, che non sarà nè di destra, nè di sinistra.

Con questo discorso pronunciato ad Amiens, città a un’ora e mezza a nord di Parigi, nacque 4 anni fa un movimento che avrebbe cambiato la Francia.

Questo movimento nasce dal basso, è una dinamica che incarna la volontà di mettersi in cammino (en marche)!

Guidata da Emmanuel Macron, la passeggiata – più che una marcia – terminò un anno dopo davanti ai cancelli dell’Eliseo. A soli 39 anni, Macron divenne il più giovane Presidente della République française. Il bilancio del suo mandato è sobrio: le proteste dei Gilets jaunes e oltre un anno di pandemia hanno paralizzato le grandi promesse elettorali, dalla riforma delle pensioni al taglio di 120.000 funzionari dell’amministrazione pubblica, dalla procreazione assistita per le coppie dello stesso sesso alle misure contro il cambiamento climatico.

Tra i parlamentari della maggioranza prevale un certo attendismo. La certezza che i francesi e le francesi rieleggeranno Macron per fare sbarramento a Marine Le Pen, come nel 2017, comincia a scricchiolare. Intanto, mentre all’orizzonte si delinea l’appuntamento per le prossime elezioni, i partiti si riorganizzano, si mobilitano e si compattano.

Il fiato sospeso su chi sarà la sorpresa delle prossime elezioni si affievolisce. Forse Edouard Philippe, ex primo ministro, ora sindaco di Le Havre in tour per pubblicizzare il suo libro Impressions et lignes claires? O Christiane Taubira, già ministro della giustizia sotto François Hollande e fantasia della sinistra?

Secondo alcune indiscrezioni lo stesso Macron non si ripresenterà, senza la certezza di una rielezione. Ma come stanno le cose e quali sono i volti da conoscere proviamo a spiegarlo qui.

Francia 2022: i protagonisti della campagna elettorale

 

Le priorità della campagna 2022

Sanità 

La Francia è in balia della terza ondata della pandemia: i pazienti in rianimazione sono stabilmente oltre 5.000. Dal 14 febbraio 2020, data del primo decesso attribuito al Covid-19, sono mancate oltre 100.000 persone. A lungo il governo ha rimandato le chiusure, garantendo fino a Pasqua 2021 l’apertura delle scuole, ma nella notte del 3 aprile sono scattate misure più severe, che rimarranno in vigore fino al 3 maggio 2021.

Il tema della sanità sarà centrale. Dai dati raccolti dall’AFP – l’agenzia di stampa francese – emerge che il settore sanitario ha subito tagli per 9 miliardi di euro in 15 anni. 100.000 sono i posti letto soppressi negli ospedali francesi dal 2000 ad oggi. Tuttavia, la Francia ha uno dei sistemi sanitari migliori al mondo, poiché i costi sono in gran parte coperti dalla Sécurité Sociale. Sui 208 miliardi che Parigi ha speso in prestazioni mediche nel 2019, oltre 165 sono coperti dallo Stato, 28 dalle assicurazioni private e 14 rimangono a carico degli individui.

Cambiamento climatico e transizione ecologica 

Dopo 3 settimane si è chiuso il dibattito sulla Loi climat all’Assemblée Nationale. La nuova legge, ispirata dalla convenzione cittadina sul clima, approderà in Senato a maggio: si tratta di un testo fortemente ridimensionato che non permetterà alla Francia di ridurre le emissioni del 40% da qui al 2030. Contando che l’UE ha alzato l’asticella degli obiettivi al 55%, il sentiero più dolce intrapreso da Parigi è in aperta contraddizione con la Commissione.

La decisione di eliminare i voli interni di meno di 2 ore e 30, per i quali esiste un’alternativa in treno, ha fatto il giro del mondo. Nonostante ciò, ecologisti e associazioni ambientaliste denunciano la scomparsa della maggior parte delle proposte della Convenzione cittadina sul clima.

Clima, transizione ecologica e biodiversità saranno un nodo fondamentale. Già ora emergono le spaccature ideologiche: dal “localismo” di Marine Le Pen, passando per l’uscita o meno della Francia dal nucleare, fino al rispetto degli impegni presi durante gli accordi di Parigi nel 2015.

 

I temi classici: lavoro, Francia e politica estera

Lavoro

La Francia, diversamente dall’Italia, non ha mai bloccato i licenziamenti per motivi economici durante la pandemia. Il chômage partiel ha infatti evitato un’esplosione della disoccupazione: con questa misura, lo Stato si è fatto carico del pagamento fino all’80% del reddito percepito dagli impiegati e le impiegate delle attività chiuse o parzialmente aperte.

Il dato è comunque allarmante: quasi un milione di posti di lavoro sono andati persi durante la pandemia, come sottolinea un report di Allianz. Inevitabilmente, nessun candidato potrà sottrarsi alla questione della creazione di nuovi impieghi e dell’utilizzo dei sussidi. Ricordiamo che le domande di RSA sono incrementate regolarmente durante tutto il 2020.

Con i soldi del Recovery, Bercy ha avviato una politica di rinazionalizzazione di certe catene di produzione e i prossimi anni saranno cruciali per valutarne l’efficacia. Quest’anno intanto il debito pubblico è schizzato al 121% del PIL. Solo per alleggerire le perdite di Air France, Parigi ha speso 4 miliardi in prestiti nel 2020 e altri 3 quest’anno.

Unione Europea e Cina 

L’UE sarà all’ordine del giorno, non tanto per una ritrovata passione sul soggetto, quanto per il calendario europeo. Da gennaio 2022, infatti, Emmanuel Macron assumerà l’incarico di Presidente del Consiglio dell’UE. Avrà così l’occasione di attuare la sua visione ambiziosa, espressa alla Sorbona il 26 settembre 2017.

Una menzione speciale va riservata ai rapporti con la Cina. La Francia è una potenza militare di primo piano, che coltiva interessi strategici in numerose aree del mondo, ma negli ultimi anni la sua leadership è insidiata sempre di più dalla Cina. Le relazioni fra le due potenze non sono certo delle migliori: la denuncia delle condizioni di lavoro della minoranza uigura è costata il divieto di entrare in Cina ad alcuni deputati europei, fra cu il francese Raphael Glücksmann. Inoltre, la visita prevista da un gurppo di senatori francesi a Taiwan sta creando un certo imbarazzo diplomatico con l’ambasciatore cinese Lu Shaye a Parigi.

 

I temi che polarizzano: società e sicurezza

Identità repubblicana

La questione dell’identità si è catapultata al centro del dibattito pubblico dalle sfere di estrema destra, sostituendo quello sull’immigrazione. La pandemia ha infatti rallentato i movimenti migratori e tolto terreno sotto i piedi di Marine Le Pen.

Il governo ha cominciato una caccia alle streghe contro tutto ciò che non rientra nei valori repubblicani. L’aggettivo è diventato un contenitore vuoto, che significa tutto: abbigliamento repubblicano, comportamento repubblicano… In un’interpretazione erronea della laicità, principio fondante della République, il Senato ha proposto delle restrizioni che colpiscono particolarmente le donne di fede musulmana. Tra queste, il divieto per le minorenni di indossare il velo negli spazi pubblici e l’esclusione dall’accompagnamento durante le uscite scolastiche per le madri che portano il velo.
In realtà, la laicità non ha vocazione di impedire di professare la propria religione, quanto quella di separare la sfera pubblica dall’influenza religiosa, senza attaccarsi ai comportamenti individuali.

Terrorismo

L’assassinio di una poliziotta a Rambouillet il 23 aprile e la decapitazione del professore Samuel Paty a ottobre 2020 da parte di un fondamentalista islamico sono solo gli ultimi di una lista di sanguinosi attacchi terroristici avvenuti in Francia. Parigi nel 2015, Nizza nel 2016: la lotta contro il terrorismo è una priorità.

Ufficialmente Macron ha chiuso la stagione dello stato di emergenza in vigore in Francia per quasi due anni. Tuttavia il tema della sicurezza è particolarmente amato nel periodo delle elezioni. Xavier Bertrand, in un’intervista rilasciata a Le Point, ha dichiarato:

Il nostro paese è dilaniato dall’insicurezza e dalla violenza. Il primo atto del mio mandato sarà quello di proporre ai francesi una legge […] per rafforzare la loro sicurezza.

A sinistra hanno ormai capito l’importanza del soggetto: Hidalgo ha moltiplicato le telecamere di sorveglianza nella capitale e si è pronunciata a favore dell’istituzione di un corpo di polizia municipale, finora inesistente a Parigi.

Nel frattempo un’aula semideserta ha approvato la contestata Loi Sécurité globale, per cui quasi 500.000 persone erano scese in strada a novembre 2020. 75 i voti favorevoli e 35 quelli contrari.

 

Cosa dicono i sondaggi in Francia: testa a testa tra Macron e Le Pen

Attenzione: della lista dei candidati precedenti, solo 5 hanno ufficializzato la propria candidatura. La prima è stata Marine Le Pen a gennaio 2020, seguita da Nicolas Dupont-Aignan 8 mesi dopo. A novembre si sono candidati ufficialmente sia Jean-Luc Mélenchon, sia Fabien Roussel a sinistra. Xavier Bertrand è stato l’ultimo ad uscire allo scoperto appena 1 mese fa.

 

Elezioni 2.2: la sfida politica comincia su Twitch

La campagna non è ancora entrata nel vivo, ma sui social tutti fanno a gara per conquistare una fetta di elettori freschi. Fra le piattaforme scelte, Twitch merita una menzione speciale: il portavoce del governo Gabriel Attal ha lanciato un canale ufficiale dell’Eliseo, mentre Mélénchon può contare su una fanbase di 70.000 utenti.

Samuel Etienne, giornalista e celebre presentatore di un programma TV, si è da poco riconvertito in streamer. Sul suo canale Twitch ha invitato l’ex Presidente François Hollande: con quasi 80.000 spettatori connessi, ha battuto non solo il record del suo canale, ma anche la diretta Twitch più seguita al mondo in quel momento. Certo, siamo ancora lontani dai 439.000 utenti connessi per la diretta di Alexandra Ocasio-Cortez, ma l’esperimento rimane un successo. Samuel Etienne ha replicato con Jean Castex, l’attuale primo ministro, ma l’intervista è stata un flop.

L’obiettivo è chiaro: intercettare l’attenzione delle fasce più giovani, sempre più attratte dall’estrema destra: nel 2017 quasi un quarto degli under 24 che si è presentato alle urne ha infilato nella busta la scheda del Rassemblement National.

 

Il test delle elezioni regionali

Dopo lunghe trattative, il primo ministro Castex ha annunciato il mantenimento delle elezioni regionali, nonostante il quadro pandemico preoccupante. Il 20 e il 27 giugno si voterà quindi in tutte le regioni francesi e nei territori d’Oltremare fra qui la Guadalupa e l’isola della Riunione.

A meno di un anno dalle presidenziali, queste elezioni rappresentano un test per tutte le forze politiche: sono un banco di prova per il presidente uscente, oltre che per valutare la forza dell’estrema destra e le alleanze dei partiti di sinistra. Queste elezioni daranno un segnale chiaro su quello che attenderà i francesi nella corsa all’Eliseo.




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