mercoledì 5 novembre 2014 - Doriana Goracci

Francesco Mastrogiovanni legato per 80 ore. Il 7 novembre processo d’Appello per 6 medici e 12 infermieri

Il fatto non costituisce reato? La Giustizia è sfatta? La verità si è nascosta? Non è Stato nessuno a volere questa morte? Chi era Francesco Mastrogiovanni? Mi presi la briga di raccontarlo dopo alcuni giorni dalla sua morte

Questa fu la mia premessa: certi fatti li conoscono in pochi, sono marginali, certi altri li leggono in un numero ancora più esiguo, sopratutto se si tratta di detenuti contenuti legati e morti, mai prosciolti da certa cronaca nera, che diventa sempre più buia, fino alla fine: “pericolosi per sé e per gli altri e/o se si arreca pubblico scandalo“. La mia filosofia da 4 soldi è quella di farli circolare e comunicare, non fosse altro che per darne notizia.

Ringrazio Gino Ancona per la possibilità che mi ha dato, ricapitolando, di sapere quanto è emerso in Rete e purtoppo non solo virtualmente. Questa è la notizia di cronaca nera: Vallo: morte in corsia del 14 agosto 2009. Lui, l’anarchico che non c’è più, si chiamava Francesco Mastrogiovanni, detto Franco: insegnante elementare , i suoi alunni lo chiamavano ” il maestro più alto del mondo”. Aveva 58 anni. Un diverso indesiderabile. La caccia all’uomo, una volta ancora si è conclusa, per il colpevole di disturbo. E si indaga.

Il 16 novembre del 2009 tornai a scrivere: La telecamera riprende un corpo legato ad un letto. Era Francesco Mastrogiovanni

Era il 4 agosto del 2009 quando morì un Maestro anarchico, aggettivo non insignificante a mio avviso. Francesco Mastrogiovanni detto Franco, dopo 80 ore di contenzione su un letto di un reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania, senza alimentazione alcuna, era morto ammazzato per un TSO, che significa Trattamento Sanitario Obbligatorio. Nessuno all’ interno di quella struttura e predisposto professionalmente, l’aveva aiutato. Ma, c’è un ma… La telecamera riprende un corpo legato ad un letto. Era Francesco Mastrogiovanni. Mi trovo a riscriverne con una pena infinita. All’ epoca un amico pugliese, Gino Ancona, mi chiese se me la sentissi e provassi a raccontare: lo feci dopo pochissimi giorni dal fatto, anche se non conoscevo lui e nessuno, non sapevo neanche cosa fosse un TSO…

Ad agosto del 2010 riportai Il Mondo è Fuori ed è stata una bella giornata di sole, aiutata dalla testimonianza di un amico quale è Vladimiro Cordone. Sempre a novembre, ma dopo 3 anni (nel 2012) il mio ultimo pezzo: Mai più quanto è stato fatto a Franco Mastrogiovanni

Ricevo in queste ore e diffondo da Vincenzo Serra, il cognato di Franco Mastrogiovanni, il comunicato diffuso su Umanità Nova tramite Angelo Pagliaro del Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni. Era il maestro più alto d’ Italia e credo proprio non fosse solo questione di centimetri…Vi prego di leggere e passare parola e memoria. Grazie.

SE NON C’E’ LA FINESTRA DI UNA QUESTURA A DISPOSIZIONE, PER UCCIDERE UN UOMO LIBERO VA BENE ANCHE IL LETTO DI CONTENZIONE DI UN OSPEDALE PSICHIATRICO

Da “Umanità Nova” del 25 Ottobre 2014

“Caso Mastrogiovanni: il 7 novembre, a Salerno, inizia il processo d’appello. La Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (SA), in data 18 giugno 2013, ha proposto appello avverso la sentenza n. 825/2012 emessa il 30 ottobre 2012, dal Giudice monocratico Dott.ssa Elisabetta Garzo, nella quale venivano condannati a pene che vanno dai due ai quattro anni, per i reati di sequestro di persona, omicidio colposo e falso in cartella, sei medici del reparto lager di Psichiatria dell’Ospedale “San Luca” di Vallo e assolto 12 infermieri dello stesso reparto accusati del sequestro, dell’illecita contenzione e della morte dell’insegnante libertario Francesco Mastrogiovanni. L’atto d’impugnazione è firmato dal Sostituto procuratore Renato Martuscelli e dal Procuratore capo Giancarlo Grippo. I due magistrati, ritengono che la sentenza vada riformata per il motivo assorbente che essa ha operato una riduzione dell’attività e del profilo professionale dell’infermiere riducendolo a mero “esecutore di ordini” mentre, in realtà, oggi ha un ruolo ed un suo statuto ben delineato come si rileva dall’attività legislativa che si è sviluppata dall’anno 1994 ad oggi e, per questo, chiedono di aumentare le pene inflitte ai medici nella sentenza di primo grado e condannare anche gli infermieri. Il ricorso di parte civile L’avv. Michele Capano, legale di fiducia di una delle sorelle dell’insegnante libertario (Caterina), in data 26 giugno 2013 ha presentato un ricorso di ben 63 pagine nel quale analizza, con dovizia di particolari e citando numerose sentenze della Cassazione, tutte le “contraddizioni” che, a suo parere, sono contenute nelle motivazioni apportate dal giudice monocratico a giustificazione dell’assoluzione dei 12 infermieri e le lievi condanne comminate ai 6 medici. Per Capano gli infermieri, come i medici, erano perfettamente consapevoli della contenzione e delle caratteristiche della stessa e lo dimostrano i contenuti degli interrogatori e le condizioni di mancata tutela nei confronti del paziente Mastrogiovanni visualizzabili nel “video dell’orrore”.

“La condizione barbara, scrive l’avv. Capano, in cui il Mastrogiovanni fu gestito in quelle 84 ore, condizione da farsi risalire anzitutto al comportamento degli infermieri che si sono succeduti nei diversi turni, chiarisce definitivamente l’assoluta complicità degli stessi nel sequestro di persona che si stava perpetrando! Storie sospese e un tragico dubbio. Come Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni abbiamo pubblicamente affermato che questa sentenza, storica per certi versi, ci ha lasciato amaramente insoddisfatti, sia per la lievità delle pene inflitte ai medici, sia perché ha assolto gli infermieri che avevano l’obbligo quotidiano di vigilanza e di cura dei pazienti loro affidati, nonchè l’obbligo professionale, prima che morale, di segnalare la illegittima contenzione non segnalata nella cartella clinica. Mancherà, inoltre, un’altra parte di verità e giustizia a causa dell’archiviazione chiesta e ottenuta dal pubblico ministero, con ordinanza del 5 luglio 2012, concernente le responsabilità dei medici (e del defunto sindaco di Pollica, Angelo Vassallo) in relazione all’ “abusività” del TSO. Per capire meglio l’intera vicenda sarebbe servito il 2° processo che avrebbe riguardato proprio le modalità e i motivi reali della cattura e del sequestro di Franco attraverso un TSO illegittimo e arbitrario. Il trattamento “speciale” riservato all’insegnante dopo il ricovero nel reparto lager è stato casuale, o frutto di una volontà e intenzionalità che spiegherebbe così anche la sua paura di essere portato a Vallo della Lucania temendo di non uscirne vivo? Angelo Pagliaro del Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni”

 




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