venerdì 13 aprile 2018 - Camillo Pignata

Facebook: non è solo questione di privacy, ma di democrazia

 

La nostra frequentazione sui social non avviene gratis ma ad un prezzo che coinvolge e sconvolge la nostra privacy, la nostra vita di persone, di consumatori e di cittadini elettori, ma anche il rapporto politica/economia.

Internet ci spia ed ogni giorno analizza i nostri comportamenti verifica le nostre tendenze, ci riduce a dati che vende alle imprese per incrementare il loro fatturato commerciale, e ai partiti per incrementare il loro fatturato elettorale.

Questa mole di dati, nelle mani del capitale finanziario e degli apparati politici, diventa con un apposito programma software, materiale prezioso per prevedere e influenzare le nostre scelte commerciali ed elettorali, di consumatori e di cittadini, e con esse condizionare, l'autonomia della politica dall'economia.

Per questo la questione Facebook ,non è solo un caso di privacy, ma di democrazia.

Non si tratta solo di tutela dei dati personali, del diritto dei cittadini alla riservatezza dei propri gusti, delle proprie preferenze. Non si tratta solo di difendere il cittadino consumatore.

Il punto è la difesa del voto dei cittadini delle sue scelte politiche, della sovranità popolare.

Il punto è la difesa della sovranità popolare non solo da interferenze interne ma anche da quelle esterne, come in USA rispetto alle intrusioni russe. Il punto è l'autonomia della politica dal potere finanziario.

Quando il voto viene condizionato dai dati in possesso di una società privata, la democrazia e la libertà di voto vanno a farsi friggere.Quando il voto del cittadino viene condizionato da aziende private, e la politica ridotta ad un'attività di marketing,non c'è più politica.

 




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