mercoledì 15 febbraio 2017 - corrado faletti

Facebook, avatar dell’impossibile

Facebook, o Facebook, vate dell’identità digitale, fammi diventare un mito…

Oggi basta poco per sentirsi realizzati, una manciata di mi piace sui nostri post e subito diventiamo, o così crediamo noi, miti del web.

Grazie social perché posso essere chiunque oggi, basta scriverlo.

Non vi è mai capitato di ritrovare sui social network qualche vostro amico di trent’anni fa che vi stava particolarmente sulle glorie, leggere la sua pagina personale e pensare “mah, non è così fesso come mi ricordavo”?

Ebbene i veri fessi siete voi, o siamo noi, perché quello che leggete molto probabilmente non è vero, anzi è completamente falso.

Ma voi avete davvero messo sul vostro profilo social quello che siete e che fate, le foto che postate sono quelle uscite bene o uscite male?

Io non ho ancora trovato nessuno che ha scritto sul suo profilo “occhio che sono un bastardaccio incredibile”, oppure “guardate che se posso vi frego subito”, oggi sui social ci sono solo santi, eroi, poeti,romanzieri, fotografi, attori e modelle, latin lover, cuccatori e cuccatrici, e chi più ne ha più ne metta.

Inoltre sei figo se hai tremila amici, sei pirla se nessuno ti mette i mi piace, sei tosto se fai tanti post, sei sfigato se non hai foto caricate, ma davvero? E se invece poi passi la tua vita chiuso in casa a guardare facebook?

Tutta la felicità è se posti un tuo pensiero e ti mettono mi piace, quanti mi piace ci vogliono per essere veramente felici, almeno 200?

Una volta si diceva “che persona che era, al suo funerale c’era pieno di gente“, oggi cosa succede, conteremo i mi piace alla notizia della morte? Ma non è che sono tutti contenti che sei morto? Oppure dovremmo trasmettere in streaming il funerale e vedere quanto partecipano on line? e se non c’è la connessione? allora sì che si dirà “non c’era nemmeno un cane” perché, almeno per ora, i cani non usano internet…




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