lunedì 6 maggio 2013 - vittorio

Facciamole noi le riforme

Le riforme che partono da noi stessi (da un appunto, più attuale che mai, di Alcide De Gasperi)

"Nessuno pensa che ogni riforma deve cominciare da se stesso e che la società raggiungerà lidi migliori se, ognuno per conto proprio, avrà aperto le ali e preso il volo senza aspettare gli altri.

Si pensa a un processo di riforme come a un movimento dal centro verso la periferia, ma non si risale al centro medesimo che siamo noi stessi".

Visto che affermiamo tutti in coro che così non si può andare avanti (anzi si va indietro compromettendo irrimediabilmente il futuro dei giovani), perché allora non ci ispiriamo, anche solo un pochino, alle parole di De Gasperi decidendo per esempio e anche solo per il mese prossimo:

  • Di esigere lo scontrino da parrucchieri, pizzaioli, ecc. dicendo, a mo' di scusa, "ho sentito che oggi la Guardia di Finanza sta controllando i negozi del quartiere" (peraltro sintomatico il fatto che ci si debba scusare anche solo di ostacolare la disonestà)
  • Di pagare ufficialmente compenso e contributi per tutte le ore lavorate nel mese da badanti, colf e giardinieri spiegando, avendo paura di perderli, "sa dopo la confessione Pasquale ho fatto un fioretto" (alibi che illustra bene che l'evasione è colpevolmente, ma ahimè comunemente accettata, e quindi supera ormai i 150 miliardi di euro annui !)
  • Di investire parte dei nostri risparmi anticipando il rinnovamento di arredi e impianti (recuperandone parte del costo con l'IRPEF) mediante prodotti rigorosamente italiani; creeremmo veri posti di lavoro aiutando così concretamente i giovani senza impiego, anziché limitarci ad autoassolverci (siamo noi la causa principale di questo problema) partecipando, commossi ma solo virtualmente, al loro disagio e alle comprensibili proteste di piazza.



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