mercoledì 18 settembre - Maddalena Celano

Eroine invisibili: Maddalena Celano ridà voce alle donne dimenticate della storia

Gianfranco Ferraris (GF): Maddalena, grazie per essere qui con noi. Il tuo libro "Profili di Eroine Ribelli" esplora figure femminili che hanno avuto un impatto straordinario sulle lotte rivoluzionarie in America Latina. Qual è stato l'elemento centrale che ti ha spinto a scrivere questa raccolta?

 

Maddalena Celano (MC): Grazie a te, Gianfranco, per l'opportunità. L'elemento che mi ha ispirato è stato il profondo desiderio di dare voce a donne straordinarie che, pur avendo giocato ruoli cruciali nella storia delle lotte rivoluzionarie, spesso sono state dimenticate o marginalizzate. Queste donne hanno dedicato la vita non solo alla causa dell'indipendenza politica, ma anche alla liberazione sociale e culturale, sfidando stereotipi di genere e lottando per un futuro più equo. La loro forza, il loro coraggio e la loro determinazione meritavano di essere raccontati in modo più approfondito.

GF: Il libro unisce storia e poesia, offrendo una prospettiva unica. Come hai deciso di combinare questi due elementi apparentemente distinti?

MC: Ho scelto di usare la poesia come strumento per dare vita alle emozioni e alle esperienze interiori di queste donne. La storia è necessaria per raccontare i fatti, ma la poesia permette di entrare più profondamente nei loro sentimenti, nelle loro battaglie interiori e nel loro impatto emotivo. Le loro vite non sono state solo battaglie fisiche, ma anche simboli di resistenza spirituale e sociale. La poesia mi ha permesso di rendere omaggio a queste donne in modo più intimo e universale, cercando di trasmettere ciò che le parole storiche, da sole, non avrebbero potuto esprimere.

GF: Nel libro parli di figure come Manuela Sáenz, Juana Azurduy, le sorelle Mirabal e altre ancora. Quale profilo tra queste donne rivoluzionarie ti ha colpito maggiormente e perché?

MC: Ogni figura che ho scelto ha un posto speciale nel mio cuore, ma se dovessi sceglierne una, direi Juana Azurduy. La sua storia è esemplare per il coraggio militare, ma anche per la dedizione totale alla causa della libertà, nonostante abbia subito perdite personali devastanti. Il suo spirito combattivo e la sua leadership militare in un'epoca in cui il ruolo delle donne era limitato a compiti domestici la rendono una vera icona di resistenza. Juana non solo ha lottato sul campo di battaglia, ma ha guidato truppe, dimostrando che le donne possono essere grandi strateghe e leader.

GF: Il tuo libro abbraccia figure di diverse nazionalità e culture in America Latina. Come hai scelto le donne da includere?

MC: Ho voluto creare un mosaico rappresentativo della diversità e della ricchezza culturale dell'America Latina, scegliendo figure di paesi diversi, che avessero avuto ruoli cruciali in contesti storici vari. Ho cercato di includere donne che hanno rappresentato non solo la lotta per l'indipendenza dai colonizzatori, ma anche quella per i diritti delle popolazioni indigene, afro-discendenti e delle donne stesse. Volevo che i lettori potessero vedere la varietà di battaglie affrontate da queste donne e comprendere che la rivoluzione non è stata solo una questione di potere politico, ma anche di giustizia sociale e culturale.

GF: Un altro aspetto notevole del tuo lavoro è il modo in cui riesci a mettere in luce non solo il lato eroico di queste donne, ma anche le loro fragilità e difficoltà. Quanto è stato importante per te mostrare questi aspetti?

MC: È stato fondamentale. Spesso, quando si parla di eroi o eroine, si tende a idealizzare le loro figure, dimenticando che erano persone con paure, dubbi e sofferenze. Mostrare le loro fragilità e difficoltà mi sembrava necessario per umanizzarle, per far sì che i lettori potessero identificarsi e capire che il coraggio non è assenza di paura, ma la capacità di agire nonostante essa. Le loro fragilità non diminuiscono la loro grandezza; al contrario, la esaltano.

GF: In chiusura, cosa speri che i lettori traggano dal tuo libro?

MC: Spero che i lettori, soprattutto le lettrici, possano trovare ispirazione e forza in queste storie. Queste donne ci insegnano che il cambiamento è possibile, anche quando sembra impossibile. Vorrei che le loro vite fossero un invito a non arrendersi mai davanti alle ingiustizie, ma a lottare per i propri diritti e per la propria libertà. E, soprattutto, vorrei che questo libro servisse a mantenere viva la memoria di queste eroine, affinché il loro sacrificio non venga mai dimenticato.

Gianfranco Ferraris (GF): Maddalena, grazie per essere qui con noi. Il tuo libro "Profili di Eroine Ribelli" esplora figure femminili che hanno avuto un impatto straordinario sulle lotte rivoluzionarie in America Latina. Qual è stato l'elemento centrale che ti ha spinto a scrivere questa raccolta?

Maddalena Celano (MC): Grazie a te, Gianfranco, per l'opportunità. L'elemento che mi ha ispirato è stato il profondo desiderio di dare voce a donne straordinarie che, pur avendo giocato ruoli cruciali nella storia delle lotte rivoluzionarie, spesso sono state dimenticate o marginalizzate. Queste donne hanno dedicato la vita non solo alla causa dell'indipendenza politica, ma anche alla liberazione sociale e culturale, sfidando stereotipi di genere e lottando per un futuro più equo. La loro forza, il loro coraggio e la loro determinazione meritavano di essere raccontati in modo più approfondito.

GF: Il libro unisce storia e poesia, offrendo una prospettiva unica. Come hai deciso di combinare questi due elementi apparentemente distinti?

MC: Ho scelto di usare la poesia come strumento per dare vita alle emozioni e alle esperienze interiori di queste donne. La storia è necessaria per raccontare i fatti, ma la poesia permette di entrare più profondamente nei loro sentimenti, nelle loro battaglie interiori e nel loro impatto emotivo. Le loro vite non sono state solo battaglie fisiche, ma anche simboli di resistenza spirituale e sociale. La poesia mi ha permesso di rendere omaggio a queste donne in modo più intimo e universale, cercando di trasmettere ciò che le parole storiche, da sole, non avrebbero potuto esprimere.

GF: Nel libro parli di figure come Manuela Sáenz, Juana Azurduy, le sorelle Mirabal e altre ancora. Quale profilo tra queste donne rivoluzionarie ti ha colpito maggiormente e perché?

MC: Ogni figura che ho scelto ha un posto speciale nel mio cuore, ma se dovessi sceglierne una, direi Juana Azurduy. La sua storia è esemplare per il coraggio militare, ma anche per la dedizione totale alla causa della libertà, nonostante abbia subito perdite personali devastanti. Il suo spirito combattivo e la sua leadership militare in un'epoca in cui il ruolo delle donne era limitato a compiti domestici la rendono una vera icona di resistenza. Juana non solo ha lottato sul campo di battaglia, ma ha guidato truppe, dimostrando che le donne possono essere grandi strateghe e leader.

GF: Il tuo libro abbraccia figure di diverse nazionalità e culture in America Latina. Come hai scelto le donne da includere?

MC: Ho voluto creare un mosaico rappresentativo della diversità e della ricchezza culturale dell'America Latina, scegliendo figure di paesi diversi, che avessero avuto ruoli cruciali in contesti storici vari. Ho cercato di includere donne che hanno rappresentato non solo la lotta per l'indipendenza dai colonizzatori, ma anche quella per i diritti delle popolazioni indigene, afro-discendenti e delle donne stesse. Volevo che i lettori potessero vedere la varietà di battaglie affrontate da queste donne e comprendere che la rivoluzione non è stata solo una questione di potere politico, ma anche di giustizia sociale e culturale.

GF: Un altro aspetto notevole del tuo lavoro è il modo in cui riesci a mettere in luce non solo il lato eroico di queste donne, ma anche le loro fragilità e difficoltà. Quanto è stato importante per te mostrare questi aspetti?

MC: È stato fondamentale. Spesso, quando si parla di eroi o eroine, si tende a idealizzare le loro figure, dimenticando che erano persone con paure, dubbi e sofferenze. Mostrare le loro fragilità e difficoltà mi sembrava necessario per umanizzarle, per far sì che i lettori potessero identificarsi e capire che il coraggio non è assenza di paura, ma la capacità di agire nonostante essa. Le loro fragilità non diminuiscono la loro grandezza; al contrario, la esaltano.

GF: In chiusura, cosa speri che i lettori traggano dal tuo libro?

MC: Spero che i lettori, soprattutto le lettrici, possano trovare ispirazione e forza in queste storie. Queste donne ci insegnano che il cambiamento è possibile, anche quando sembra impossibile. Vorrei che le loro vite fossero un invito a non arrendersi mai davanti alle ingiustizie, ma a lottare per i propri diritti e per la propria libertà. E, soprattutto, vorrei che questo libro servisse a mantenere viva la memoria di queste eroine, affinché il loro sacrificio non venga mai dimenticato.




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