martedì 13 giugno 2017 - Kocis

Elezioni in Francia, vince l’astensionismo: il 75% dei seggi con il 16% delle preferenze

Tutti dicono Macron, Macron. Alla fine, però, la maggioranza dei cittadini non va a votare.

Infatti, alle elezioni legislative svoltesi in Francia domenica 11 giugno, per l’elezione del Parlamento nazionale – primo turno - la maggioranza degli elettori francesi si è astenuta: 51, 29%. Un risultato sconcertante, quasi all’”americana”. In Francia non era mai successo che alle elezioni politiche nazionali si recasse alle urne solamente la parte minoritaria dei cittadini. Una domanda sorge spontanea: ma, in questo caso, in virtù degli elementari valori considerati fondativi per una società democratica, le elezioni sono da ritenersi valide? I soloni retori della democrazia in tutte le salse, invece di interrogarsi sulle drammatiche ragioni politiche e sociali che portano all’astensione, quindi al disfacimento della partecipazione elettorale, si organizzano in maniera ancor più scientifica, per abbassare sempre più l’asticella. Dalle elezioni legislative francesi emerge in maniera basilare la crisi profonda della democrazia. 

Parrebbe proprio che in una fase di “democrazia avanzata/matura”, l’aspetto prioritario di valutazione e quindi di gestione dello stato democratico della società, non sia più la consistenza numerica delle donne e degli uomini che vanno a votare, bensì le “impalcature” fantasmagoriche che vengono propagandate e inculcate. 

In questo contesto, il voto, strumento principale della partecipazione convinta ed attiva - quindi la quantità complessiva - sembra quasi che rappresenti un aspetto del tutto marginale. Vale essenzialmente il meccanismo tecnico che determina la distribuzione dei seggi parlamentari, giusto per mettere il timbro dell’ufficialità. 

La parte assolutamente prevalente degli organi di informazione e dei rappresentanti della politica organizzata (mi riferisco in particolare a quelli italiani) dedicano la propria attenzione alla distribuzione dei seggi parlamentari, per quanto ancora non sia tecnicamente avvenuta. Nel caso francese che prevede il doppio turno, per la prossima domenica, nulla di sostanziale è ancora avvenuto. Eppure, già dalla notte scorsa circolava la fotografia compositiva del nuovo Parlamento, con il nuovo partito di Macron (ministro nell’ex governo socialista) – LREM - ( alleato con il “ Modem”) che dovrebbe acquisire la stragrande maggioranza dei seggi, addirittura tra 400 e 440 sul totale di 577.

Di voti, in carne e ossa, se ne parla pochissimo, come se la scelta della minoranza (i votanti) di fatto dei francesi fosse una vicenda virtuale. Anzi nelle nostre strutture informative sono essenzialmente scomparsi, a parte alcuni esigui macro dati. L’ inno è rivolto alla “governabilità ad ogni costo”. Nessuno si interroga sul fatto sostanziale se sia lecitamente democratico che una parte ( Lrem+ Modem) con il 32% dei voti, prescelto quindi da meno del 16 per cento dei cittadini francesi, possa ottenere oltre il 75 per cento dei componenti del Parlamento. Un super premio di maggioranza mascherato, quello che in altre maniere si voleva introdurre in Italia negli ultimi anni.  

Il messaggio prevalente che viene continuamente lanciato è che la sinistra francese è stata spazzata via, schiacciata dalla gioiosa “laica” novità messa in piedi da Macron, presidente. Piglia tutto.

Ma, a parte la sconfitta storica del partito socialista che si è calpestato da solo a seguito delle precedenti scelte governative ( specie sul piano sociale), e la frammentazione della sinistra-sinistra francese, è proprio così?

Giusto per tutte le riflessioni necessarie è bene riportare all’attenzione comune i dati ufficiali del Ministero dell’Interno francese, a spoglio ultimato (sono comprese anche le percentuale misurate sugli iscritti nelle liste elettorali):

 

 Partiti Voti % su iscritti % espressi

Extrème gauche 175.409 0,37  0,77

Parti communiste francais 615.541 1,29 2,72

La France insoumise 2.497.663  5,25 11,02

Parti socialiste 1.685.808 3,54 7,44

Parti radical de gauche 106.287 0,22 0,47

Divers gauche 362.335 0,76  1,60

Ecologiste 973.835 2,05 4,30

Divers 500.580 1,05 2,21

Règionaliste 204.080 0,43 0,90

La Rèpubliche en marche 6.390.871 13,43 28,21

Modem 932.231 1,96  4,11

Union des Dèmoc.et Indèpen. 687.162 1,44 3,03

Les Rèpublicains 3.573. 398 7,51 15,77

Divers Droite 625.409 1.31 2,76

Debout la France  265.451 0,56 1,17

Front Nazional 2.990.613 6,29 13,20

Extrème droite 68.325 0,14 0,30  

 




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