martedì 6 novembre 2012 - UAAR - A ragion veduta

Elezioni Usa: Obama e Romney a confronto su laicità, scienza e bioetica

Le elezioni presidenziali statunitensi sono imminenti. Il confronto tra il presidente uscente, il democratico Barack Obama, e lo sfidante repubblicano Mitt Romney è serrato; i sondaggi danno risultati sul filo di lana. Anche le questioni bioetiche e religiose hanno tenuto banco, rilevando profonde differenze e attriti. Sono tornate caldissime le tematiche come l’aborto, la ricerca medica, l’evoluzionismo, i diritti degli omosessuali e la riforma sanitaria in un contesto, come quello Usa, dove allo strapotere degli integralisti religiosi si contrappone il nuovo emergere dell’associazionismo militante laico e ateo in particolare. Segno di una società dove la religione mantiene un certo peso, ma che è sempre più insofferente al fondamentalismo e reclama più laicità.

Da parte repubblicana, particolarmente accanita è stata la propaganda antiabortista. Con diverse gaffe che hanno rivelato l’approccio integralista che domina il Grand Old Party e che ha ripreso vigore nella campagna del miliardario mormone. Persino quando si parlava di interruzione di gravidanza in caso di stupro. Richard Mourdock, senatore repubblicano candidato in Indiana vicino al Tea Party, ha dichiarato che rimanere incinta dopo una violenza sessuale è un qualcosa “che Dio ha voluto“. Dichiarazioni che hanno suscitato l’imbarazzo dello stesso Romney, il quale si è sentito in dovere di prendere le distanze. Qualche settimana prima il candidato del GOP in Missouri, Todd Akin, aveva sostenuto che in caso di stupro “vero e proprio” la donna non rimane incinta. Con il sottinteso che, se la donna sotto sotto ‘ci sta’, per sua colpa va incontro ad una gravidanza. Il politico è noto per essere stato arrestato varie volte per resistenza durante picchettaggi intimidatori di fronte a cliniche abortive.

Non va meglio dal punto di vista della scienza. Ad esempio Paul Broun, repubblicano della Georgia che fa parte del comitato scientifico della House of Representatives federale, ha sostenuto in un dibattito pubblico che “tutte quelle cose che mi hanno insegnato a scuola sull’evoluzione, sull’embriologia e il Big Bang sono bugie scaturite direttamente da un girone dell’inferno”. Un modo di pensare che è sostenuto da un quota consistente di elettori repubblicani. E che pare emergere con ancor più forza rispetto alla tornata di quattro anni fa che vide protagonista il candidato repubblicano John MacCain (nonostante l’ingombrante presenza di Sarah Palin). Come dimostra il tentativo in vari stati di imporre l’insegnamento delle teorie creazioniste alla pari dell’evoluzionismo di questi ultimi anni.

Anche i democratici però hanno i loro problemi, dal punto di vista della laicità. Nella piattaforma del partito era stato tolto il riferimento esplicito a Dio — nonostante rimanesse la valorizzazione della religione — ma è stato poi reinserito. Con una procedura non proprio regolare che ha destato vive proteste, proprio durante la convention.

Un’analisi dettagliata delle posizioni dei due contendenti sui temi legati a laicità e bioetica è stata delineata dall’Hastings Center. Mentre i democratici rinnovano il supporto alla ricerca medico-scientifica e consentono anche quella sulle staminali embrionali, nella piattaforma repubblicana si insiste sull’utilizzo di cellule “senza la distruzione della vita umana”. Sia Romney che Obama sono contro la clonazione umana. Il presidente sostiene la riforma sanitaria che ha fortemente voluto (ma che è stata fortemente contestata dalla Chiesa cattolica) e che il candidato repubblicano intende di fatto bloccare.

Sullo spinoso tema dell’aborto, Barack Obama rivendica che la facoltà di decisione sia “personale” e spetti quindi alle donne, “senza interferenze da parte dei politici”. E che quindi, come ribadito anche nella piattaforma, sia garantito il diritto di scegliere come sancito dalla storica sentenza Roe vs Wade. Mitt Romney invece sostiene che “la vita inizi al momento del concepimento” e che sia necessario rimettere in discussione il pronunciamento della Corte Suprema che dal 1973 consente l’interruzione della gravidanza negli Stati Uniti.

Il repubblicano appoggia inoltre l’emendamento del parlamentare Henry Hyde, per bandire l’uso di fondi federali per consentire l’aborto e il finanziamento di strutture che permettono alle donne di accedere anche alla contraccezione, come Planned Parenthood. Un’opzione marcatamente no-choice tesa a minare la possibilità di autodeterminazione delle donne. Il partito repubblicano è inoltre fortemente contrario ad estendere la copertura assicurativa per contraccezione e aborto in strutture caratterizzate religiosamente.

A testare il background scientifico dei due candidati ci ha pensato Scientific American. La rivista ha analizzato le posizioni di Romney e Obama su scienza, istruzione, ricerca, politica energetica e ambiente, basandosi su quattordici domande elaborate da diverse organizzazioni ed esperti. Complessivamente Obama è stato più accurato per conoscenza scientifica ma è apparso più elusivo, mentre Romney è stato più preciso su ciò che intende fare se eletto, sebbene mostrasse meno dimestichezza su temi come il cambiamento climatico e l’ambiente.

Queste elezioni saranno anche un banco di prova per l’approvazione di riforme in diversi stati, tramite referendum, riguardanti i diritti civili. In Florida si voterà per consentire o meno che i fondi pubblici siano utilizzati anche per l’interruzione di gravidanza. Oggetto del contendere in Massachussetts sarà invece il fine-vita, con la legalizzazione dell’eutanasia per i malati terminali. Ma i cittadini saranno chiamati a votare anche per la legalizzazione della marijuana a scopo medico, come in Montana e Arkansas, mentre in Colorado e stato di Washington per la facoltà di produrla e commercializzarla.

Nello stato di Washington il referendum affronta il tema dei matrimoni omosessuali, per confermare o meno la norma recentemente approvata dal Senato locale che consente le unioni tra persone dello stesso sesso. Anche i referendum in Maryland, Maine e Minnesota riguarderanno i matrimoni gay. Le confessioni religiose sono molto impegnate nelle campagne referendarie contro l’estensione di questi diritti, in particolare la Chiesa cattolica.

Una società, quella americana, che sta cambiando molto velocemente: da una parte un irrigidimento della destra religiosa, dall’altra la continua, spettacolare crescita dei Nones, gli statunitensi che si dichiarano liberi da qualsiasi affiliazione religiosa. La politica fatica anche Oltreoceano a prenderne atto, ma lo strumento dei referendum si sta rivelando assai più efficace che da noi per portare all’attenzione di ogni elettore “scottanti” temi laici. Domani sapremo come sarà andata a finire.




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