lunedì 3 luglio 2017 - Aldo Giannuli

Elezioni | Torna il centrodestra? Sarà, ma non ci credo

In questo turno di voto non c’è dubbio che a vincere sia stato il centro destra: ha conquistato città storicamente di sinistra, è tornato competitivo ed anzi ha conquistato la maggioranza relativa. Dunque, che gli sia andata bene è fuori discussione. Ma…di qui ad un ritorno dei governi di centro destra del passato ne corre e ci sono difficoltà di ogni tipo.

In primo luogo, il centro destra vince per effetto ottico: perché perdono gli altri i cui voti vanno al “voto in libertà”, ma, in cifra assoluta perde un po’ di voti, mentre rivaluta il suo risultato per effetto della forte astensione.

Poi, ricordiamoci che il centro destra non è mai scomparso e, come somma dei tre partiti, si è sempre aggirato intorno al 30%, solo che, in un sistema di tipo maggioritario, la divisione li metteva fuori causa. I 15 milioni di voti del 2009 ormai sono un ricordo lontanissimo e l’area ripropone i livelli consolidati negli ultimi 4-5 anni.
La novità, dunque, è che dopo anni di divisioni, il centro destra torna unito e perciò competitivo. Ma si tratta di elezioni comunali (neppure regionali) con regole proprie (coalizioni, ballottaggio) che non ci sono a livello nazionale, sempre che si vada a votare con il Consultellum. E gli ostacoli non mancano:

1. il sistema non è maggioritario, ma proporzionale (salvo il premio al 40%), e non ci sono le coalizioni, per cui, anche se lo schieramento facesse lista unica e prendesse la maggioranza relativa, poi non avrebbe lo stesso i numeri per governare da sola

2. i tre partiti sono divisi da troppe differenze politiche soprattutto in materia di Europa ed euro

3. Non c’è un rapporto di forze tale per cui un partito è riconosciuto dagli altri come il capo-coalizione

4. Se è difficile pensare ad una alleanza dei tre nel caso in cui si ripristinassero le coalizioni, l’idea che confluiscano in un a lista unica che anneghi le differenze è semplicemente impensabile
5. Soprattutto, i due massimi leader (Berlusconi e Salvini) hanno pochissima voglia di coalizzarsi eì, per il dopo elezioni uno pensa a fare governo con il Pd e l’altro lo esclude nel modo più categorico e, semmai, preferirebbe allearsi con il M5s, sempre che questo ci stia.
Come si vede i motivi di divisione prevalgono su quelli di alleanza. Dunque, di qui a parlare di ritorno del centro destra ne corre e, comunque, la formula Lega+Fi+ Fd’I sarebbe una minestra riscaldata che sa di rancido: troppo inadeguata a far fronte al magma che sta ribollendo nelle viscere dell’elettorato e che, da un momento all’altro, può vomitare sul tavolo qualcosa di nuovo ed imprevisto, la cui soluzione più indolore potrebbe essere un qualche Macron all’italiana, ma che non è detto si contenga in questi limiti.

Aldo Giannuli




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