domenica 21 gennaio 2018 - paolo

Elezioni | L’incompetenza dei grillini fa paura

La logica, che è la scienza del ragionamento, ci insegna che partendo da una ipotesi falsa, qualunque sia la tesi, l'intera frase risulta vera. Per semplificare, se come ipotesi vera assumo che Roma è la capitale della Francia la tesi che New York è la capitale della Germania rende l'intera frase assolutamente coerente. E' un inconveniente logico deduttivo di cui già gli antichi filosofi si erano resi conto.

E' esattamente quello che sta capitando al M5S. A media unificati, con rarissime eccezioni tacciate di partigianeria se non di connivenza, sta passando come verità assoluta la seguente: dal momento che i grillini sono tutti dei poveri scappati di casa ovvero sono degli emeriti "incompetenti " (ipotesi), allora c'è da averne paura al solo fatto di pensare che essi possano diventare la classe dirigente di questo paese (tesi). Insomma la sola ipotesi che "l'incompetente Di Maio " possa diventare premier apre scenari devastanti, per non dire autentiche catastrofi, per questo paese fino ad oggi così ben amministrato.

Ce lo ha ricordato, senza giri di parole, un certo Carlo De Benedetti in una intervista, per certi aspetti assolutamente inquietante, di Lilli Gruber su La 7 mercoledi scorso. Il grande ex editore nonché fondatore del gruppo Repubblica / Espresso, che in tandem con il suo direttore Eugenio Scalfari ha per decenni massaggiato le reni di Silvio Berlusconi, con tanto di contorni giudiziari, ha detto chiaro e tondo che lui ha letteralmente "paura" del M5S al potere.

A suo onore va detto che con Di Maio premier non avrebbe sicuramente avuto soffiate tipo quella da parte di Matteo Renzi premier, riguardante un decreto di imminente approvazione sulle Banche Popolari che gli ha fatto quadagnare ben 600.000 euro in un micro secondo. Una vicenda emersa da una intercettazione telefonica risalente al 16 gennaio 2015 tra lo stesso De Benedetti ed il suo broker Gianluca Bolegno che, se comprovata secondo quanto riferisce lo stesso De Benedetti, sarebbe di una gravità inaudita in qualunque paese civile. Oltre al fatto che con ogni probabilità si spezzerebbe quel legame tra il magnate e il potere che lo ha indotto a rivelarci, sempre nella stessa intervista, che il "Jobs act ", ovvero lo stato dell'arte dell'azione governativa di Matteo Renzi premier, è stata proprio tutta farina del suo sacco. Insomma è chiaro che i maneggioni o trafficoni abituati alle stanze del potere come fosssero casa propria, con l'incompetente Di Maio avrebbero di che dolersene; anche se parlare di " paura " serve soltanto a suggestionare il polo bue che, guarda la coincidenza, è proprio lo stesso tentativo che sta portando avanti il redivivo Silvio Berlusconi a telecamere unificate. Come dire una azione in tandem tra coloro che fino a ieri si guardavano in cagnesco, senza esclusione di colpi, anche proibiti.

Ma non è solo Carlo De Benedetti, è lo stesso Eugenio Scalfari, grande firma e padre nobile del giornalismo italiano che ha sempre ferocemente combattuto dalle pagine di Repubblica il berlusconismo, in una sua intervista precedente, a dirci che se dovesse scegliere tra "l'incompetente di Maio" e Silvio Berlusconi, lui non esiterebbe a scegliere il secondo. Che tradotto in volgare significa che il grande giornalista ci ha preso tutti per i fondelli per almeno due decenni.

Ma se è del tutto plausibile che i detentori di grandi interessi privati vedano il grillismo come la peste bubbonica, la cosa straordinaria è che la tesi grillini = incompetenti si è redistribuita a pioggia su tutta la platea dell'informazione, al punto che perfino una giornalista, non proprio di primissimo piano, come Alessandra Sardoni, in un suo intervento nella recente trasmissione Piazza Pulita di Formigli, sviluppava tutto il suo ragionamento proprio partendo dalla ipotesi, ritenuta inconfutabile, che i grillini siano tutti degli incompetenti, dal che scaturiva un quadro assolutamente fosco nel caso di loro vittoria elettorale il prossimo 4 marzo.

La dimostrazione di questa teoria, secondo parere ormai unanime dei media, è che basta vedere cosa succede dove il M5S amministra, ovvero Roma , Torino, Livorno ecc.. . per verificare che ovunque regna il disastro, i sindaci grillini sono tutti inquisiti, ovunque la popolazione è disperatamente allo sbando e in preda alla disperazione. Una teoria che sottintende una verità di partenza, ovvero che viceversa le precedenti amministrazioni avessero fatto bene. E allora non si capisce come mai città cosi' felicemente ben amministrate siano passate di mano proprio a favore del M5S, ma soprattutto che ciò sia avvenuto con risultati imbarazzanti del tipo 60 a 40 oppure a 70 a 30 come a Carrara, da settant'anni feudo incontrastato della sinistra.

Delle due l'una o sono tutti scemi quei cittadini, tesi ardita e comunque tutta da dimostrare, oppure non è vero che quelle città erano tutte rose e fiori, tesi assolutamente comprovata dai fatti. Dal che deriva che l'assunto che i grillini siano tutti dei poveri scappati di casa "incompetenti" trova qualche difficoltà quando il giudizio si sposta dalla cerchia del potere, inteso in senso lato, a quella dell'opinione pubblica, malgrado il massiccio bombardamento mediatico giornaliero a cui essa è sottoposta. E a febbraio, statene certi, vedremo autentici fuochi di artificio, dove fake news tipo la presunta intercettazione dove "Luigi Di Maio voleva raccomandare la sua mamma "(LiberoQuotidiano.it), oppure il presunto giallo " intercettazioni Consip anche contro Di Maio" (il giornale.it) sono soltanto l'aperitivo. Luigino sarà nel mirino come il tordo nella canna del fucile e la sua faccia da bravo ragazzo verrà trasfigurata in quella di un pericoloso social killer.

Insomma tutti contro il M5S perché a tutti conviene. Conviene ai politici che apprezzano gli inciuci e quel sottobanco che loro definiscono "maggioranze di responsabilità", che con i grillini al potere sarebbero quanto meno improbabili, conviene alla stampa scritta che teme che la sua sopravvivenza venga destinata alla sola vendita delle copie in un paese che guarda sempre di più a internet , conviene ai media televisivi (RAI in testa), per lo più ampiamente screditati e serbatoi di interessi particolari, e conviene a quei grandi imprenditori / finanzieri che dei rapporti con il potere hanno fatto la loro ragion d'essere. 

Dubito che convenga alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

 




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