giovedì 23 aprile 2020 - Anna Maria Iozzi

Elena Sofia Ricci presenta "Vivi e lascia vivere", la nuova fiction di Rai 1

Giovedì, la vedremo protagonista su Rai 1 nella fiction di sei puntate, “Vivi e lascia vivere” nel ruolo di Laura Ruggero, una donna sfacciata, fragile, all’apparenza anaffettiva, che fa di tutto per rimettersi in discussione. Un segreto inconfessato ai figli che, nel tempo, diventa sempre più difficile da contenere. Vivi e lascia vivere parla del cambiamento che attraversa la vita e diventa un’occasione per guardarsi dentro e con responsabilità e coraggio farne una leva di futuro.

Nella fiction, diretta da Pappi Corsicato, Elena Sofia Ricci si appresterà ad affrontare un ruolo inedito per tutti quelli che, fino adesso, erano abituati a vederla nei panni di personaggi diversi. Nella linea del racconto femminile, si sente la forza del racconto incentrato su Laura, che si ritrova sola a farsi carico di una famiglia con tre figli, e deve imparare a essere più forte di fragilità e avversità. Elena Sofia Ricci, su cui il progetto è stato costruito, ne restituisce la sensibilità, la tensione e anche la durezza.

Il suo personaggio ha un coraggio volitivo, determinato. Una donna diversa, molto cambiata con i figli che, a stento, riescono a riconoscere, ma, con il tempo, impareranno a riscoprire dei lati nascosti e a convivere con essi. Questa serie ci insegna a capire come possiamo rinascere dalle difficoltà e interpretare i disagi come una possibilità di riscatto.

L’attrice descrive il suo personaggio che si discosta, rispetto agli altri che ha interpretato, nella sua carriera: “Questo personaggio, rispetto alle altre donne, ha una grande personalità. Laura si caratterizza principalmente per il suo essere pragmatica, ruvida, sfrontata, decisa, sfacciata, ma anche aggressiva. È capace di dolcezze e tenerezze. Nel corso della serie, vedremo la sua fragilità, perché, dietro una donna così sfacciata, si nasconde una natura molto profonda. La vediamo piangere, disperarsi. Tirerà fuori il carattere”.

Con questa serie, l’attrice si pone un obiettivo ben preciso: “Noi, con questa serie, cerchiamo di fare compagnia, a porci degli interrogativi. Cosa può fare ciascuno di noi per rinascere, in un momento come questo? Dobbiamo essere in contatto con la parte più intima di noi stessi. Questo è quello che succede al personaggio. Tutti nascondono qualcosa o un segreto. La spinta è che questa parte vera di ciascuno di questi personaggi venga rispettata. Questo è un punto in cui la serie si concentra.

Mai, oggi, avremmo immaginato uno scenario nel quale ci stiamo trovando tra disastri epici. È una serie che cerca di dare dei messaggi di speranza per potersi rialzare. Reinventarsi un lavoro con ciascuna delle proprie capacità e abilità, facendolo in modo diverso, come fa il mio personaggio. Laura sa cucinare, ma viene licenziata dalla mensa. Sa fare benissimo il sartù. Apre un’attività di street food. Facciamo passare delle ore tranquille, rassicurando gli animi. Questa serie non è solo drammatica, è family. Ha tanti generi. C’è un po' di tutto”.

Il personaggio si porta dentro un segreto inconfessato. Dal suo punto di vista, avrebbe potuto agire diversamente, oppure non aveva altra scelta? La Ricci risponde così: “Laura avrebbe potuto agire in un altro modo, ma non è quello che fa. Lei fa una scelta precisa. Poi, capiremo perché la fa. Ed è quella che secondo lei è la più giusta”.

L’attrice pone l’attenzione sul rispetto delle persone a prescindere dal genere a cui appartengono: “Non amo la parola femminista, perché mi rimanda sensibilmente a quella maschilista, che mi piace poco quanto quella femminista. Mi piace parlare di persone. In questa serie, c’è molto del femminile. È molto importante che le donne abbiano questa spinta creativa, dal fatto di essere madri, di confrontarsi con gli altri ed essere solidali. Non posso sentire parlare di maschio e femmina. Mi interessa il confronto con le persone, di qualunque genere facciano parte. Odio i termini, maschilista e femminista. Hanno le loro differenze e sfumature, così come le donne, anche gli uomini”.

C’è il tempo per discutere su tante situazioni che l’hanno rimessa in discussione nella sua vita: “Ci sono state tante cose che mi hanno portato a rimettermi in gioco come Laura. A cominciare da quello più clamoroso, quando a trent’anni, sono caduta in basso come il personaggio. In quel momento di grande dolore, ho capito che non potevo ragionare nei termini che era il mondo crudele. Avevo anch’io qualche responsabilità. Ho deciso di farmi delle domande, intraprendendo un percorso molto pratico, che ancora continuo, con la psicoterapia. È diventata una passione, avendola frequentata come paziente per molti anni. Questa è stata la prima piccola rivoluzione che ho fatto nella mia vita che mi ha portato dei grandi cambiamenti.

Ci sono stati momenti di crisi, in cui ho dovuto fare delle scelte che mi permettessero di rialzarmi. Non posso morire nei panni di Suor Angela. Ho deciso di ritornare al grande teatro classico. Ci sono state tante cose meravigliose, come quando Paolo Sorrentino mi ha chiamato per il ruolo di Veronica Lario in “Loro”, la serie di Rai 1 su Rita Levi Montalcini. Ci sono tanti progetti che dovevano partire per i prossimi tre anni, ma ci siamo dovuti fermare.

Un altro momento cruciale della mia vita è stato quando ho dovuto decidere se dire la verità a mia madre della malattia. Non è una diagnosi. È una sentenza di morte. Lì, ho dovuto, come Laura, a nascondere la verità a mia madre. Non c’è solo il dolore della sofferenza della malattia, ma della consapevolezza che quella persona ti lasci per sempre è un qualcosa a cui non riesci ad abituarti. È il punto debole della nostra personalità. Anch’io non vorrei mai sapere queste cose, perché l’idea di separarmi da qualcuno, con cui ho condiviso la mia vita, mi fa venire il groppo in gola”.

Parla del rapporto con i sentimenti verso i figli: “Laura non è una mamma specializzata nell’essere affettuosa fisicamente. È un tratto molto interessante, perché c’è questo stereotipo della classica mamma eroica, buona. In natura, non esiste questo tipo di genere. Per fortuna, nessuno è perfetto. Mi piaceva una mamma che comunicasse l’amore in un modo molto più pratico, attraverso i fatti e le scelte discutibili, ma fatte per amore. Sono le forme che cambiano. Nel corso della serie, ci sono dei momenti in cui si ammorbidisce, lotta contro i sentimenti. Cerca di non caderci. La vedremo combattere contro questa fragilità. Ha paura di alcuni sentimenti. Nei riguardi dei figli, in particolare, vedremo una Laura molto distratta. Non si accorge di aver capito alcune cose di loro. Al contempo, li tratta da adulti. Scopriremo più tardi che, in qualche modo, ha avuto la grande capacità di amare, rispettando i tempi dell’altro. Vedremo amare questa donna i propri figli in un modo molto sorprendente, non particolarmente affettuoso, ma concreto”.

Nella serie, ha preso parte la figlia Emma, nel ruolo di Laura da giovane: “È stata una cosa buffa e divertente che mia figlia Emma abbia sostenuto il provino. L’ho aiutata a prepararsi. Era molto emozionata. Mi assomiglia molto nel carattere e nella personalità. Non è stato difficile sceglierla, perché faceva venire in mente me quando ero giovane. È stato molto bello vederla. Aveva un forte senso di responsabilità. Se da un lato, è vantaggioso portare avanti un cognome. Dall’altro, invece, senti il peso”.

Per il ruolo della sfacciata Laura, ha trovato molti punti in comune con molte donne: “Tanti sono i personaggi che mi hanno ispirata, come Filumena Marturano, nei tratti del carattere di donna. Mi hanno aiutata a calarmi nei panni di Laura. Non possiamo non prescindere da tutte queste figure di donne della letteratura e della cinematografia che conosciamo. Hanno fatto un bagaglio umano di esperienze che io ho cercato di creare nella mia vita”.

Nel film, così come nella vita, Elena Sofia Ricci sembra avere delle affinità con il personaggio: “Anch’io, come Laura, non riesco ad essere affettuosa, sbaciucchiona. Certo, non sono un pezzo di legno, ma non so essere molto brava a dimostrare l’amore attraverso il fisico. Sono più sfacciata da questo punto di vista, come Laura. Da ragazzina, ero appassionata e determinata nel lottare per crescere e fare quello che mi piaceva di più. La determinazione a fare questo lavoro, a studiare e a insegnare a farlo al meglio, cercando di alzare l’asticella, è un tratto del carattere che sento di avere”.

Sottolinea l’importanza di solidarietà con i suoi colleghi: “Ci sono tanti rapporti di affetto non solo con la mia famiglia, ma anche con i miei colleghi, uomini e donne comprese, che ho conosciuto nello spettacolo. Ho un forte amore per loro. Non sono una donna competitiva. Questo mi fa essere amica di molte colleghe, bravissime, che stimo e che conosco da anni. Ho anche degli amici, medici, avvocati. C’è una complicità molto forte tra donne, ma anche con gli uomini. Ho anche delle amicizie con i maschi. Non voglio fare differenze di genere, ma di persone. Noi, donne, di natura, siamo chiaccherone. Questo ci porta ad essere l’una vicina all’altra”.

Da due mesi, siamo rinchiusi in casa per l’emergenza, l’attrice esprime la sua sensazione di donna e attrice: “Ci sembra che, a casa, il tempo passi velocemente, da quando siamo chiusi dentro. Non so perché abbia questa percezione. C’è una cosa molto strana. Quando vedo un film in tv, in cui la gente si abbraccia o si bacia, vorrei fermarli e dirgli di fermarsi, perché c’è il virus. In questo periodo, c’è una forte percezione del rispetto dell’altro, della distanza sociale che dobbiamo avere per non favorire il contagio. Mi sembra strano quando potremmo ritoccarci”.

L’attrice fa riferimento alla gioia di aver potuto riabbracciare la figlia di ritorno dalla Colombia, dopo venti giorni di distanziamento, e fa un augurio: “Avrei un desiderio: mi piacerebbe avere una bacchetta magica per volare alto e vedere quanto sia bello il nostro Paese vuoto, anche se triste. Mi auguro che questo periodo possa farci capire l’altro, a smettere di credere nell’individualismo e di un egoismo sfrenato. Dobbiamo qualificarci come collettività e specie umana, volta al rispetto del rapporto degli altri”.




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