giovedì 6 giugno - Bruna Alasia

Eirenefest 2024. Danilo Dolci e la rivoluzione non violenta della maieutica

ROMA – Alla sua terza edizione Eirenefest, il festival internazionale del libro per la pace e la nonviolenza, tra le altre iniziative ha organizzato una tavola rotonda su “Danilo Dolci e la rivoluzione nonviolenta. La struttura maieutica reciproca per superare il virus del dominio”.

Danilo Dolci, una delle figure più importanti del secondo ‘900 per l’impegno politico, sociale ed educativo, per tutta la vita ha cercato le strategie migliori per liberare la creatività umana, quale antidoto alla distruzione, e le ha indicate nell’approccio educativo maieutico, termine di antica filosofia, la cui esperienza oggi potrebbe essere sperimentata quale metodo su larga scala nelle scuole. La maieutica è un rapporto creativo che Danilo Dolci intendeva si applicasse anche alla comunicazione. Scrisse infatti: "Se ognuno al mondo sapesse distinguere il trasmettere dal comunicare, il mondo sarebbe diverso…Occorre il coraggio, non solo intellettuale, di chiamare comunicazione soltanto il sistema in cui ogni partecipante coinforma e corrisponde".

 Negli anni ’70 Danilo Dolci immaginò - coinvolgendo bambini, educatori, gente di zona - il Centro Educativo di Mirto nei pressi di Partinico (PA) dove Dolci abitava: una scuola che venne costruita, secondo le indicazioni dal basso, grazie al progetto degli architetti milanesi Giancarlo e Giovanna Polo, che offrirono da volontari il loro contributo. A Mirto era chiara l’esigenza di porre il bambino nel ruolo primario di osservatore del mondo: oggi il plesso, realizzato a suo tempo con i fondi dei comitati sostenitori, è riconosciuto ufficialmente quale scuola sperimentale dallo Stato.

 

 Sull’argomento hanno portato il loro contributo Daniela Dolci, presidente Borgo Danilo Dolci; Giuseppe Barone, autore e collaboratore di Danilo Dolci; Tiziana Morgante, educatrice e saggista; ha coordinato l’incontro Annabella Coiro, co-fondatrice del Centro di Nonviolenza Attiva e della rete di scuole EDUMANA. La Coiro, tra i suoi molti impegni, recentemente ha curato e scritto con altri il volume ‘Scuola Sconfinata. Per una rivoluzione educativa’ pubblicato da Fondazione Feltrinelli.

 

Giuseppe Barone, ha pubblicato: “La forza della nonviolenza”. Bibliografia e profilo biografico di Danilo Dolci (Napoli 2004). Dello stesso autore esce il 14 giugno 2024, edito da Altraeconomia, “Danilo Dolci Una rivoluzione non violenta. La vita e l’opera di un uomo di pace”. Alla tavola rotonda di Eirenefest Giuseppe Barone ha raccontato ai presenti, con humour, di aver conosciuto Dolci a scuola verso i quattordici anni, alla metà degli anni ’80, ritenendolo soprattutto un grande scrittore. Meravigliato della sua assenza di superiorità per la richiesta del “tu” reciproco, lo fu ancor più per le domanda con cui esordì Danilo: “Sapete cosa è una zecca?”. Ma per capire occorre fare una digressione. Nel suo libro di poesie “Il Dio delle zecche” Dolci individua il comportamento distruttivo e parassitario umano con questi versi: “lui, l’avvelenatore / di fiumi azzurri laghi nitidi mari / spogliatore a verdi foreste / di ogni foglia / rapace sterminatore / di famiglie di pesci e uccelli - / lui, assassino / per ornarsi della pelle dell’altro / lui, chi non macella a furia lo spinala / prigioniero fino al macello / lui belva sorridente”. Danilo cercava riscontro e conferma ai suoi dubbi. E inaspettatamente, testimonia Giuseppe Barone, la risposta venne da un ragazzo ritenuto sciocco, il quale affermò che alcune persone si comportano con gli altri come zecche. “Da lì il passo fu breve – conclude – iniziammo a parlare di Auschwitz …”. Ecco un esempio di quello che può essere definito metodo maieutico, approccio bilaterale alla riflessione e alla comprensione dei fenomeni, dove nessuno è passivo, tutti vengono valorizzati e arrivano alla comprensione.

Tiziana Rita Morgante, ha pubblicato: “Chiamami solo Danilo. Racconto per bambini e per chi non ha smesso di sognare” per Armando editore e “Danilo Dolci. Esperienza di una maieutica planetaria” per Vertigo editore. Educatrice e saggista, insegna a Roma, presso l’istituto comprensivo Piersanti Mattarella applicando la maieutica, sulla quale ha fatto una tesi di laurea dopo aver personalmente conosciuto Danilo Dolci durante un seminario sui temi di dominio e potere. (Occorre specificare che Dolci faceva differenza tra dominio, inteso come prevaricazione, e potere quale assunzione di responsabilità). Tiziana Rita Morgante, testimonia il successo di un metodo in cui ognuno diventa protagonista e partecipa con interesse, attraverso gruppi che sono sempre più numerosi e attenti. La Morgante afferma che “Nella maieutica non c’è nulla d’improvvisato, eppure non si possono prevedere gli esiti di quello che sarà il risultato”. Evidenzia attraverso un video come persino nello spiegare la grammatica l’approccio possa essere maieutico, come in giardino i suoi scolari riflettano e imparino da ciò che scoprono.

Figlia di Danilo, Daniela Dolci si è trasferita giovanissima a Basilea, dove tutt’ora vive, per studiare clavicembalo alla Schola Cantorum Basiliensis, Svizzera. Nel 1990 fonda l’orchestra barocca MUSICA FIORITA, specializzata nella musica del ‘600 e ‘700. Intensa la sua attività come clavicembalista e direttore d’orchestra a livello locale e internazionale. Si è occupata di ricerche musicali focalizzando l’attenzione ad autori e autrici meno conosciuti del periodo barocco, riportandoli alla luce attraverso concerti e registrazioni. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali. È stata membro del Consiglio Universitario di Basilea dal 2014 al 2021. Dal 2021 Daniela Dolci si dedica assiduamente alla ricostruzione del Centro di Formazione Borgo di Trappeto in Sicilia. Brevissima nel suo intervento a Eirenefest, Daniela ha sintetizzato come, non senza costi, sia voluta passare dall’impegno musicale a quello di ristrutturazione del Borgo di Trappeto, dove insieme ad altri spera ridare vita a una struttura che può diventare punto di riferimento, anche internazionale, quale “centro di studi e iniziative per la piena occupazione”.

Un filmato, protagonista Don Ciotti, ha testimoniato lo stato del lavoro in cui attualmente si trova il Borgo di Danilo Dolci, plesso sulla sommità della collina che sovrasta Trappeto, dove nel 1952 morì di denutrizione il bambino Benedetto Barretta, per il quale Danilo intraprese il primo digiuno di protesta. Perché quanto accadde resti confinato alla memoria, è indispensabile che l’esperimento di Danilo Dolci non muoia.




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