venerdì 24 aprile 2020 - Anna Maria Iozzi

Edoardo Bennato: “Il cambiamento deve essere migliore di ciò che abbiamo lasciato”.

In questo periodo di forte emergenza, abbiamo bisogno di un messaggio di speranza e di fiducia per il nostro futuro. Ci hanno pensato Edoardo ed Eugenio Bennato. I due fratelli, marchio di garanzia della musica cantautorale italiana per eccellenza, hanno unito le loro forze per dare vita a un progetto musicale dal titolo della loro canzone, “La realtà non può essere questa”.

I due, Edoardo, il rocker, il saltimbanco, Eugenio, il fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare e l’esploratore dei suoni del Sud, autori di altri brani di repertorio come “Venderò”, “Tutto sbagliato, baby”, “Non è amore”, hanno cercato di infondere un inno di rinascita per tutti quelli che, in un momento tragico, stanno facendo i conti con una realtà difficile.

Questa canzone ci fa riflettere sulla possibilità di riemergere e di affrontare, seppur con le dovute distanze, la vita che ci aspetta fuori da queste quattro mura, che vive alla finestra e di un tempo sospeso: “La realtà è tutta in questa stanza. Nella rete, che annulla ogni distanza. La realtà è fuori dal balcone. Nella rete, che diventa una prigione”. Un modo per annullare le distanze fisiche e per sentirsi (e farci sentire) più vicini in questo momento storico così difficile.

In questa intervista esclusiva, Edoardo Bennato ci parla del brano, scritto a quattro mani, con il fratello Eugenio, della consapevolezza di poter trovare un mondo migliore di quello che abbiamo lasciato, dell'importanza della musica in un momento come questo e dell'uscita del nuovo album, rinviata a data da destinarsi, nell'attesa che la musica ritorni ad emozionare da vicino.

 

Com’è nata l’idea di questo pezzo?

“Avevo questa ballad di vago sapore dylaniana, anzi bennatiana. L’ho fatta sentire ad Eugenio e, dopo qualche giorno, mi arriva questo testo sulla realtà che non può essere questa. Poiché il momento storico che stiamo vivendo è davvero unico, particolare, oltre che tragico, mi è sembrata un contributo “alla lotta” contro questa realtà”.

 

Com’è stato collaborare a distanza con suo fratello?

“Eugenio, già dalla prima ora, è stato il mio alter ego. È un autore grandioso, spesso geniale. È capitato, a volte che, per telefono, mi dettasse soluzioni per i testi di alcune mie canzoni”.

 

Nel brano, si parla di un mondo che vive alla finestra e di un tempo sospeso che si evidenzia in queste parole: “La realtà è tutta in questa stanza. Nella rete, che annulla ogni distanza. La realtà è fuori dal balcone. Nella rete, che diventa una prigione”. Come possiamo essere vicini, anche se distanti?

“Il balcone (per chi ce l’ha) è diventato una sorta di ponte con l’esterno. Viene anche utilizzato come palcoscenico da chi suona e la rete amplifica. Aggiungo, che meno male che esiste la rete”.

 

Nella canzone, si avverte un inno di speranza: “La realtà è tutta da rifare. È la vita che non si può fermare”. Che cosa si sente di dire a chi ha smarrito la speranza, lasciandosi pervadere da questa condizione di pessimismo che, ogni giorno, trapela dai tg e dai giornali?

“L’unica certezza che mi sento di affermare è che questa realtà prima o, poi, finirà (fa anche rima). La speranza è che da tutto questo si possa modificare degli aspetti dell’esistenza umana, di cui, francamente, bisogna liberarsi. Mi riferisco ad alcuni aspetti negativi della globalizzazione, a smetterla di considerare il nostro Pianeta come qualcosa da “sfruttare” per ricavare solo profitto. Dunque, niente pessimismo, ma rimboccarsi le maniche ed immaginare (realizzando) un futuro migliore per tutti”.

 

Quanto è importante il ruolo della musica in un momento particolarmente difficile come questo?

“La musica è fondamentale, senza fare paragoni con altre categorie che sono essenziali alla vita. La musica occorre all’anima e allo spirito”.

 

Come ci possiamo riappropriare della vicinanza e della libertà di vivere la nostra vita come prima?

“Non sono convinto che prima vivessimo la nostra esistenza davvero vicini e liberi. Comunque, lo status quo, inevitabilmente, è cambiato. Sta a noi fare in modo che il cambiamento sia migliore di ciò che abbiamo lasciato”.

 

L’anno scorso, ad agosto, è uscito il singolo “Ho fatto un selfie”. Anticiperà un nuovo album?

“È praticamente già pronto un nuovo album. Ora, bisogna vedere quando è opportuno che veda la luce e ciò dipende da quando la musica può riprendere il proprio spazio. Non credo che sia nel futuro prossimo, ma, poiché sono un ottimista, non dispererò, perché “la realtà non può (anzi, non deve) essere questa”.




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