E mentre lo scrivo mi tremano le mani
E mentre lo scivo mi tramno le amni...
L’ambiguità va di moda. Dopo l’infelice uscita sulla Russia nazista, Mattarella a nome dell’Italia ha invitato la Russia al rispetto della sovranità di ogni Stato, dell’Onu e del diritto internazionale. L’hanno fatto santo e nessuno gli ha chiesto conto del silenzio su Israele. Ieri da Formigli, a “Piazza Pulita”, chi difendeva la necessità della guerra alla Russia che ha aggredito l’Ucraina ha vigliaccamente evitato anche solo un cenno agli ottimi rapporti che abbiamo con chi ha aggredito la Palestina e il conduttore, che è sempre pronto a puntualizzare, non ha fatto notare la contraddizione. Dopo che Conte ha attaccato la Meloni sul tema spinoso della tragedia Ucraina, quelli della “sinistra” invece, stampa ed esponenti dell’opposizione, hanno fatto a gara nel trasformare una presa di posizione oggettiva e piena di buon senso, in un’apertura a Trump.
Qui da noi eri putinista quando dicevi col Papa che la Nato latrava minacciosa ai confini della Russia e sei trampista se dici ciò che tutti sanno ma nessuno dice: sono tre anni ormai che il M5S accusa di mentire chi finge che si possa battere militarmente la Russia e afferma che è pericoloso, perché causa la distruzione dell’Ucraina, separa i governati dai governanti, aumenta le difficoltà della povera gente e uccide l’agonizzante Unione Europea, nata per produrre pace e cresciuta per far la guerra.
Come dargli torto? E come spiegare l’attacco se non con la malafede, l’idiozia e una totale strafottenza per la sorte della democrazia? Conte sarebbe amico di Trump perché dice che a fare gli zerbini degli Usa c’è tutto da perdere e nulla fa guadagnare! Un amico di Trump che misteriosamente attacca l’unica amica europea degli USA e dichiara senza mezzi termini che la politica estera italiana è così disastrosa da pesare “come un macigno sulla premier Meloni”, colpevole di non aver tentato di ritagliare per noi un ruolo da protagonisti nel negoziato e di averci portato al fallimento pur di compiacere le cancellerie internazionali.
Ma dov’è finita l’etica professionale dei giornalisti, se il senso di ciò che si dice e che accade viene così deformato, che nessuno, tranne i putinisti del “Fatto Quotidiano”, destinati ormai a diventare trumpisti, racconta i fatti per quello che sono? Ieri, per tornare alla Piazza che di solito è pulita ma pulita non era, non c’è stato nessuno che sull’Europa e sulla censura abbia sentito il bisogno di dire che se la Germania continua a imbavagliare Francesca Albanese, relatrice dell’ONU, accusandola di antisemitismo, dà paradossalmente ragione a Vance che accusa l’Europa di limitare la libertà di parola. Che senso ha scandalizzarsi per l’accusa di Vance, quando non si mettono in prima pagina per tre giorni di seguito notizie così gravi? Quando la relatrice dell’ONU, costretta a rifugiarsi in una casa editrice, ha dovuto parlare in mezzo a poliziotti minacciosi e registratori accesi, pronti a consegnare i punti e le virgole della conferenza a chissà quale Torquemada di turno?
D’altra parte, quando dico Formigli, dico Italia e se dico Italia, dico eventi sui diritti umani e sulle violazioni israeliane del diritto internazionale cancellati e diplomatici israeliani che telefonano regolarmente per sapere se siano in programma eventi sulla Palestina. Dico – e mentre lo scrivo mi tremano le mani per l’indignazione – che narrare il genocidio e la ferocia dell’occupazione, invitare palestinesi a raccontare la loro storia, spiegare che si sta parlando di cose accadute ben prima del 7 ottobre 2023 è diventato ormai un azzardo ed è pericoloso dire ciò che tutti sanno ma non si dice: lo Stato d’Israele realizza da decenni due progetti criminali: pulizia etnica e politica violentemente coloniale.
E’ vero, la tragedia taciuta ieri a Piazza Pulita è un fenomeno mondiale, è qualcosa di sconvolgente che riguarda la sostituzione di un equilibrio mondiale fondato sul diritto internazionale con un ordine nuovo di natura chiaramente nazifascista che si fonda sulla legge del più forte. In questo tornante della storia è però naturale chiedersi da che parte stiamo noi. Se la risposta è quella che emerge dalla politica di un Governo sordo alla richiesta di sospendere gli accordi e le relazioni commerciali e di cooperazione con Israele, come vuole il diritto internazionale e come chiede la Corte Internazionale di Giustizia, non c’è molto da sperare. E la mancanza di speranza si fa disperazione se, mentre Netanyau si accorda con Trump per espellere i palestinesi dalla Palestina, il Presidente della Repubblica invita Putin al rispetto del diritto internazionale e riceve con tutti gli onori Herzog, Presidente dello Stato di Israele che finora ha ignorato ben 73 Risoluzioni dell’ONU e si autoespelle dalla comunità dei popoli civili per il decennale e ininterrotto sterminio del popolo palestinese.
La Piazza di Formigli sarà davvero pulita, solo quando, sottraendosi al coro di elogi per Mattarella, troverà il coraggio di non limitarsi a denunciare la barbarie del governo, ma dirà con chiarezza che il silenzio del Presidente della Repubblica è colpevole quanto quello della Meloni.