venerdì 21 febbraio 2014 - soloparolesparse

E l’eco rispose di Khaled Hosseini

Nessun dubbio ormai che Khaled Hosseini sia uno dei migliori scrittori in circolazione al mondo negli ultimi dieci anni. E l’eco rispose è un romanzo splendido, coinvolgente, pieno zeppo di roba e soprattutto scritto con una maestria davvero notevole (diciamo che è uno di quei casi in cui mi dispiace non poter leggere nella lingua originaria dell’autore).

Siamo naturalmente in Afghanistan, ma solo all’inizio perchè poi il racconto ci porta in giro per il mondo, dagli Stati Uniti alla Francia e ancora oltre. La storia è sostanzialmente quella di una famiglia, decisamente allargata per motivi vari. Una famiglia le cui vicende si snodano per 60 anni e mille paesi… eppure non è una saga. È invece un racconto semplice, pulito, la storia di alcune persone che si trovano a vivere sullo sfondo di un paese in grossa difficoltà ed in qualche modo devono venirne fuori.

Si parte con un capitolo clamoroso, delicatissimo, che racconta l’amore di un padre per i propri figli… e la vendita della figlia amata ad un’altra famiglia. Si, disturbante, lo so. Poi troveremo di nuovo quella bambina ed il suo fratellino, tante volte, li seguiremo, li perderemo di vista, li ritroveremo decenni dopo. Seguiremo altri personaggi a loro legati e riallacceremo le fila della vicenda.

Ma quello che colpisce, che coinvolge, è la capacità di Hosseini di narrare, che qui si fa vera arte con un alternarsi di tecniche e stili davvero notevole. Abbiamo lettere, racconti in prima persona, soggettive, raconti in prima persona (ma da parte di altri personaggi), viste dall’alto. Si, quasi come una serie di inquadrature varie e spettacolari, sempre centrate, sempre significative.

E l’insieme di tante tecniche regala forza e coraggio ad una vicenda che è poi solo una storia, delicata, particolare, molto cruda a tratti… ma comunque solo una storia.




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