martedì 6 aprile 2010 -
Una mossa che quindi incrina solo parzialemente il blocco illegale con il quale Israele ha sigillato Gaza dopo aver ritirato i propri coloni dalle aree che avevano occupato, una mossa dettata esclusivamente dalla necessità di migliorre l’immagine internazionale dello stato ebraico dopo le recenti e rudi frizioni con Stati Uniti e Gran Bretagna.
Un contentino che nelle idee di Netanyahu dovrebbe permettere di dimostrare la "buona volontà" d’Israele verso i colloqui di pace, in realtà l’ennesima ipocrisia con la quale si spera di continuare con minori pressioni la colonizzazione della West Bank offrendo agli abitanti di Gaza quel che spetta loro di diritto. La sospensione parziale di un comportamento criminale per proseguire con minori disturbi altre azioni criminali, la tragedia è che ci sarà pure chi presenterà l’espediente alle pubbliche opinioni come una decisione generosa.
Dopo tre anni entrano i vestiti a Gaza
Dopo un blocco di quasi tre anni, Israele ha consentito l’ingresso a Gaza di beni di prima necessità quali vestiti e scarpe. Un blocco deciso come punizione collettiva per gli abitanti di Gaza dopo l’affermazione elettorale di Hamas, punizione collettiva che è un -crimine contro l’umanità- per il diritto internazionale, poco importa che il governo israeliano abbia motivato il blocco con "motivi di sicurezza", visto che scarpe e vestiti non possono certo essere impiegati per costruire armi o per minacciare Israele. Il blocco permane invece per i materiali da costruzione e altri beni di consumo, anche questi bloccati con il pretesto che possano essere usati contro Israele.
Una mossa che quindi incrina solo parzialemente il blocco illegale con il quale Israele ha sigillato Gaza dopo aver ritirato i propri coloni dalle aree che avevano occupato, una mossa dettata esclusivamente dalla necessità di migliorre l’immagine internazionale dello stato ebraico dopo le recenti e rudi frizioni con Stati Uniti e Gran Bretagna.
Un contentino che nelle idee di Netanyahu dovrebbe permettere di dimostrare la "buona volontà" d’Israele verso i colloqui di pace, in realtà l’ennesima ipocrisia con la quale si spera di continuare con minori pressioni la colonizzazione della West Bank offrendo agli abitanti di Gaza quel che spetta loro di diritto. La sospensione parziale di un comportamento criminale per proseguire con minori disturbi altre azioni criminali, la tragedia è che ci sarà pure chi presenterà l’espediente alle pubbliche opinioni come una decisione generosa.