venerdì 25 agosto 2023 - paolo

Ditelo a Lollobrigida | Essere poveri è diventato un sogno irrealizzabile

Incoraggiato dalle incessanti notizie apparse su tutti i media nazionali di un vero e proprio boom delle assunzioni a tempo indeterminato, che conferma fuor di ogni dubbio la bontà delle politiche economiche e sociali messe in campo dal governo Meloni, ho voluto presenziare personalmente ad un colloquio di ricerca del personale.

 Il primo candidato che si è presentato aveva idee molto chiare e direi un aspetto alquanto deciso. I preliminari di rito per delinearne il background culturale e se fosse quindi adatto all'incarico da ricoprire, ovvero aiutante addetto alla mobilità di magazzino, avevano messo in luce alcuni aspetti interessanti. Laurea magistrale in chimica industriale, corsi post laurea in metodiche di analisi di laboratorio con lo spettrometro di massa, ottima conoscenza inglese scritto e parlato corredati da, ultimi ma non meno importanti, una bella presenza, la giovane età e il celibato. Insomma un quadro davvero molto incoraggiante. Un candidato ideale come se ne trovano molti ma non per questo meno interessante.

Si è quindi giunti alla domanda fatidica domanda " retribuzione e orario di lavoro". Vista la elevata qualità del soggetto, dopo breve consulto, abbiamo proposto un contratto a tempo indeterminato, senza periodo di prova, a 2.800 (duemilaottocento) euro netti in busta paga, per le canoniche otto ore al giorno, esclusi festivi, eventuali straordinari pagati a parte secondo contrattazione di settore. Prospettive concrete di avanzamento fino al rango di capo carrellista. Eravamo fiduciosi che l'offerta fosse congrua. 

Purtroppo, con nostro sommo stupore, ci siamo trovati di fronte ad un deciso rifiuto. Spiazzati da una decisione cosi' repentina e inaspettata, abbiamo richiesto le ragioni che lo avevano indotto ad un rifiuto cosi' netto, pronti magari a ritoccare in alto l'offerta.

Dopo iniziale titubanza, incalzato dalle nostre richieste di chiarimento, alla fine il soggetto si è confidato. Sperava in un lavoro precario a tempo determinato, senza limiti di orario festivi compresi, con una paga non superiore al reddito di cittadinanza che lui percepiva da circa un anno e che a partire da agosto non percepirà più in base al decreto del governo Meloni. Una spiegazione del tutto inaccettabile; era evidente che, sotto sotto, doveva esserci una motivazione di carattere esistenziale. E alla fine siamo riusciti a strappargliela, seppure ricorrendo a metodi non proprio ortodossi. In sostanza il giovane temeva che uno stipendio così elevato lo avrebbe fatto entrare di diritto nella cerchia dei ricchi. Continuando a non capire, ulterirormente incalzato, alla fine è crollato e ha confessato. Aveva sentito dire dal ministro della sovranità alimentare Lollobrigida, cognato della premier Meloni, che "spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi". Insomma aveva percepito il rischio che correva potendo comprare alimenti di prima scelta e dover quindi rinunciare agli scarti buttati a fine giornata. 

Un rischio che non poteva correre.

Il mondo al contrario, appunto.

Foto Wikipedia

 




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