venerdì 22 gennaio 2010 - Professional Consumer

Dispari la propensione degli individui al consumo

Dispari la propensione degli individui al consumo

La propensione degli individui al consumo risulta dispari, inversa alla disponibilità di reddito, dice J. M. Keynes.
 
C’è da credergli.
 
La propensione a produrre degli imprenditori, invece, indifferente ai redditi insufficienti per smaltire il prodotto, ingolfa il mercato; svaluta valore, brucia ricchezza: la crisi economica lo espone.
 
La somma di andazzi tal fatti, conclama quella crisi.
 
La propensione al consumo scende in presenza di un reddito elevato, sale in presenza di un basso reddito; collassa di fronte a redditi insufficienti, risparmi prosciugati e crediti inesigibili.
 
Insomma: chi ha molto, non spende tutto per acquistare; chi ha poco, spende tutto, ma poco; chi non ha, si arrangia.
 
Quelli benestanti si mostrano renitenti alla leva dell’acquisto; quelli che stanno in mezzo, fanno più di quel che possono; quelli “insufficienti”, militesenti.
 
Già, se poi si aggiunge che, i Consumatori del mondo ricco sono per lo più poveri di capacità di acquisto, lo squilibrio si mostra evidente.
 
Propensioni acquirenti così squilibrate alterano la capacità di smaltimento di una offerta propensa all’eccesso: due squilibri in un solo colpo.
 
Riallineare i redditi, alfine di rendere omogenee le propensioni dei coscritti consente di trovare equilibrio nella spesa.
 
Si potrà trovare così pure un nuovo equilibrio tra consumo e produzione: sarà tutta un’altra musica.
 
Si tornerà a creare ricchezza; si potranno magari rimpinguare i risparmi, buoni per gli investimenti produttivi; non si dovrà abusare del debito.



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