giovedì 24 novembre 2022 - Gianluca Parisi

Dipendenza dal gioco: ecco come sono riuscito a smettere.

La testimonianza. Dipendenza dal gioco: ecco come sono riuscito a smettere. La dipendenza dal gioco non è qualcosa che si sceglie e anche per questo motivo non è qualcosa che possiamo far scomparire soltanto con la nostra volontà. Se fosse facile togliersela di dosso, allora non sarebbe affatto un problema. Soltanto ammettendo di avere un problema si può incominciare a fare qualcosa per risolverlo. Ma c’è chi è riuscito a risolverlo da solo. Ecco la sua testimonianza, davvero molto originale. (lettera firmata) 

Giocavo di tutto: dal lotto, alla bolletta legata alle partite di calcio, al winforlife, fino alle slot machine. Giocavo ragionato: le bollette di calcio le facevo sulle squadre più quotate in Italia e Europa, cosa che alla lunga mi consentiva di ottenere piccole vincite. Per il Lotto mi affidavo alla smorfia: avevo stabilito un giorno della settimana, il mercoledì, in cui i parenti miei cari defunti mi dovevano venire in sogno a dare segni più o meno espliciti dei numeri da giocare. Follia se ci penso adesso! Ho iniziato a giocare al winforlife; quando andavo nei bar invece che prendere una consumazione buttavo i miei soldi alle slot machine. All’inizio non ci rimettevo tanto, anzi vincevo anche. E le vincite mi illudevano di restare quasi in pareggio. Ma facendo bene i calcoli perdevo sempre qualcosa. Non ne facevo una piega: pensavo che ognuno di noi avesse il diritto di avere degli sfizi, altrimenti che senso avrebbe la vita? Lo sfizio però, si sa, si trasforma in vizio. Così un giorno mi sono deciso: in passato avevo tolto il vizio di fumare, per il semplice convincimento di non dover dipendere da qualcosa e adesso col gioco mi trovavo nella stessa situazione. Mi fermai a ragionare e decisi la strategia da seguire per togliere quello che stava diventando un vizio. Ecco come fare: ho preso due buste, normalissima buste come quelle delle bollette delle luce, del gas e le ho messe in un cassetto scrivendoci sopra rispettivamente “Vincite dal gioco” e “Perdite dal gioco”. Ho continuato a fare pronostici, ho compilato le mie bollette delle partite di calcio, del lotto, soltanto che invece di andare al tabacchi o in agenzia a giocare mettevo i soldi nella busta titolata “Vincite del gioco”. Seguivo le scommesse, senza vincere, ed in breve nella busta si accumulò una certa sommetta. Un giorno mi capitò di indovinare i pronostici; ovviamente non avevo giocato la bolletta. Così detrassi l’ammontare di questa vincita dai soldi precedentemente accumulati nella busta “Vincite dal gioco” e li misi nella busta “Perdite da gioco”. Questo meccanismo continuò per qualche mese. Alla fine feci i conti. Nella busta “Vincite dal gioco” avevo pochi spiccioli, in quella “Perdite dal gioco” invece avevo una certa sommetta. E’ stato questo in meccanismo che mi ha fatto smettere per sempre. In pratico avevo capovolto in meccanismo. Avevo vinto a prescindere. D’altra parte si sa che alla lunga a vincere è sempre il banco, ma in questo caso a vincere ero sempre io.




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