venerdì 3 gennaio 2020 -
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17-01-2007
Dico no ai rigassificatori
In questo periodo di fallimenti dei COP, l'ultimo il numero 25 tenutosi a Madrid, ripropongo qualcosa non pubblicato da Agoravox.
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17-01-2007
Dagli anni ‘70 gli incidenti legati alla lavorazione del gas hanno causato più di tremila vittime
Resistono i pregiudizi sul nucleare ma il gas è molto più pericoloso
di Renzo Riva
A Trieste il 12 gennaio presso la Stazione marittima, si è aperta una tavola rotonda promossa dalla locale sezione di “Italia dei valori” sulla “Sicurezza degli impianti di rigassificazione di Gnl (Gas naturale liquefatto). Valutazione e quantificazione del rischio d’incidenti”. A confrontarsi sono stati tecnici, esperti e ambientalisti, i rappresentanti di Gas Natural ed Endesa, Iginio Marson presidente dell’Osg (Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale), Enrico Nobile, docente di fisica tecnica all’università di Trieste, il geologo Livio Sirovich e Carlo Franzosini in rappresentanza del Wwf.
Paolo Bassi, responsabile dell’IdV ha introdotto i lavori e presentato il moderatore, l’architetto Roberto Barocchi. Dopo le relazioni è stata data la parola al pubblico, tra cui sedeva l’estensore del presente articolo. Nei due minuti concessimi ho puntualizzato che da rappresentante del Comitato italiano per il rilancio del nucleare del Friuli Venezia Giulia non mi era possibile dismettere i panni di referente di Socialisti 2005–Federalismo Fiscale. E ho notato che quando i rappresentanti di Endesa e Gas Natural hanno affermato che mai ci sono stati morti per le operazioni tecnologiche legate ai processi di liquefazione e rigassificazione, erano nel torto.
Paolo Bassi, responsabile dell’IdV ha introdotto i lavori e presentato il moderatore, l’architetto Roberto Barocchi. Dopo le relazioni è stata data la parola al pubblico, tra cui sedeva l’estensore del presente articolo. Nei due minuti concessimi ho puntualizzato che da rappresentante del Comitato italiano per il rilancio del nucleare del Friuli Venezia Giulia non mi era possibile dismettere i panni di referente di Socialisti 2005–Federalismo Fiscale. E ho notato che quando i rappresentanti di Endesa e Gas Natural hanno affermato che mai ci sono stati morti per le operazioni tecnologiche legate ai processi di liquefazione e rigassificazione, erano nel torto.
L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico. Inoltre, in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004. Posso affermare senza tema di smentita che il gas è altamente pericoloso e ha provocato morti, feriti ed evacuazioni di gran lunga superiori a tutti gli incidenti nucleari verificatisi sinora, solo due ma mediaticamente superesposti, di Three Mile Island (200.000 evacuati) e Chernobyl (morti 31, feriti 299, evacuati 135.000). Il gas ed i relativi trattamenti e trasporti hanno provocato 3.241 morti, 7.906 feriti, 531.600 evacuati; tutto questo per i 52 incidenti registrati dall’anno 1970÷1998. Storicamente si ricorda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte. Il processo tecnologico di liquefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico.
Come ha dimostrato Paolo Fornaciari presidente del Cirn (Comitato Italiano Rilancio Nucleare), i processi richiedono un dispendio energetico pari al 25%-30% dello stesso gas. Inoltre, il non-senso economico deriva dal fatto che, riconvertite parecchie centrali a olii derivati dal petrolio in centrali a gas, in epoca di prezzi bassi, sono diventate antieconomiche e se non ci fosse energia nucleare importata (18% del totale elettrico) a calmierare il prezzo attuale praticato la bolletta della luce sarebbe ancora più cara. Poi parlare di liberalizzare il mercato elettrico (80% del costo deriva dal combustibile) è da prodiani e chi oggi la propone meriterebbe il Nobel per l’economia fantascientifica.
Avevo dimenticato il seguente incidente, il peggiore di tutti
Origin of accident
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Year
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Location
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Products involved
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Number of
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Deaths
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Injured
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Evacuated
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Explosion
(storage tank)
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1984
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Mexico,
St. J. Ixhuatepec
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Gas (LPG)
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500
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2.500
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200.000
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C.I.R.N._F-VG (Comitato Italiano Rilancio Nucleare) s.i.p.Renzo Riva Via Avilla, 12/2 33030 BUJA (UD) [email protected] Mob.Tel.: 349-3464656
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da "Il Gazzettino" del 10 Marzo 2009, pagina 11, LA PAROA AI LETTORI
Rigassificatore
tra costi
e rischi
Vorrei completare il quadro dato dal Signor Menegazzi di Venezia ne "La protesta". A Porto Viro è stato inaugurato in pompa magna il rigassificatore. Orbene sanno il Signor Menegazzi ed i lettori che pagheranno nelle bollette del gas i costi fissi di tale impianto anche se non dovesse rigassificare neanche una molecola di gas? Questo per effetto del provvedimento dell’autorità per l’energia ed il gas in seguito alla sua deliberazione n. 178/2005 sui "Criteri per la determinazione delle tariffe per il servizio di rigassificazione" che al titolo IV sugli "Incentivi alla realizzazione di nuovi terminali" e per le "Misure per incentivare la realizzazione e l’utilizzo di nuovi terminali" recita al seguente articolo: 13.2 - II fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore garanzia, FG, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RL. Tale copertura è riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20 anni. La soprascritta delibera fu pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 193 del 20 Agosto 2005. Ecco l’effetto delle cosiddette liberalizzazioni ispirate dalla solita filosofia: privatizza-zione degli utili e socializzazione delle perdite. In questo caso, come in tanti altri casi di malcostume economico, viene difatti abolito il rischio d’impresa: in pratica viene abolita la "impresa" per sostituirla con apparati collaterali degni del capitalismo di Stato e del "dirigismo economico" di triste memoria. Ricordo che nel mondo ci sono solo 20 impianti di liquefazione e 190 navi metaniere per 50 impianti di rigassificazione di cui 4 negli Usa. Dei 50 impianti di rigassificazione una minima percentuale lavora all’80% della potenzialità mentre gli altri lavorano chi al 65%, chi al 50% e altri al 35%. Le navi metaniere sono già super impiegate e perciò sarà molto probabile che anche Porto Viro seguirà l’andamento degli altri altri impianti. Ricordo tre incidenti che fecero parecchi morti e danni nella fase di carico. L’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria, nell’anno 2004, ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e di un incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa ad una fuga di gas liquido dalla tubazione di carico; o scarico del liquefatto. Belgio, in fase di scarico un’analoga esplosione provocò la morte di 15 persone sempre nell’anno 2004, e nei depositi. Uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cle-veland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Il processo tecnologico di liquefazione e di rigassificazione è un non-senso energetico oltre che economico come ebbi modo di dimostrare ad un convegno a Trieste il 12 Gennaio 2007.
Renzo Riva
Buja(Ud)
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Renzo Riva
Buja(Ud)
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dal "Messaggero Veneto" del 10 Luglio 2009, pagina XVIII
ENERGIA/1
Più di un dubbio sulla necessità
C’è una tabella, i cultori della rete possono scaricarla dal web, che riporta tutti gli incidenti di varia natura occorsi nel mondo e fra loro quelli industriali. Alla sua lettura sono basito per la superficialità con la quale gruppi d’interesse (lobby) divulgano ad arte le bugie e la disinformazione per orientare la percezione del pubblico destinatario delle loro informazioni. Prendo a esempio il gas causa dell’ultimo disastro a Viareggio.
Il lettore nemmeno immagina di quanti disastri è responsabile il gas e, fra i più recenti, cito l’impianto di liquefazione di Skikda in Algeria che nell’anno 2004 ha prodotto 29 morti e 74 feriti a seguito dell’esplosione e dell’incendio durato otto ore che ha provocato danni per 1 miliardo di dollari. L’ufficio investigativo di una compagnia assicuratrice attribuì la causa a una fuga di gas liquido in fase di carico dalla tubazione di collegamento alla nave metaniera. Inoltre, lo stesso anno in Belgio, in fase di scarico un’analoga esplo-sione provocò la morte di 15 persone. Storicamente si ricorda, uno per tutti gli anni antecedenti, l’esplosione di un serbatoio di gas liquido a Cleveland (Ohio) che nel 1941 produsse 131 morti, 225 feriti, 680 senzatetto, 2 fattorie e 79 case distrutte.
Comunque, in assoluto, quello che causò più morti accadde in Messico a St J. Ixhuatepec, nell’anno 1984 e fu dovuto all’esplosione di un grande serbatoio di stoccaggio di Gpl; ci furono 500 morti, 2.500 feriti, 200.000 allontanati. Ora proviamo a collegare questo incidente con gli impianti.di rigassificazione proposti a Trieste da Gas Natural nel vallone di Zaule e da Endesa off-shore nel golfo di Trieste.
Il terminal petrolifero della Siot di Trieste conobbe un attentato attribuito all’organizzazione terroristica Settembre nero nell’anno 1972. Quali rischi per Trieste in caso d’attentato o incidente alle navi metaniere - oggi possono trasportare fino a 253.000 metri cubi- attraccate e ai rigassificatori? Bombe termobariche semoventi? Che bisogno c’è di rigassificatori in Italia quando dal prossimo anno arriverà anche il gasdotto Nabucco?
Dove si accumulano tanta energia e incuria accadono i più grandi disastri: fra i vari, leggasi Vajont
Renzo Riva
Energia e ambiente
Nuovo Psi Fvg
Buja