giovedì 10 febbraio 2022 - Antonio Mazzeo

Devastazioni Radar in Sicilia. Nuovi sistemi militari a Favignana e Portopalo di Capo Passero

In Sicilia ci si interroga sulle ragioni del furore ecoclasta che acceca la coscienza delle forze armate: i luoghi più belli dell’Isola trasformati in tragiche icone della Guerra e della Morte.

 Dopo il MUOStro nella riserva naturale di Niscemi, i cannoneggiamenti a Punta Bianca (Agrigento), le esercitazioni nel bosco di Piazza Armerina, il potenziamento infrastrutturale del poligono di Punta Izzo ad Augusta e le selve di antenne e i funghi di acciaio sorti a Lampedusa e Pantelleria, nuovi potenti impianti radar rischiano di sfregiare irrimediabilmente l’isola di Favignana (Egadi) e Portopalo di Capo Passero (Siracusa).

Il 21 settembre 2021 l’Ufficio Generale del Centro di Responsabilità amministrativa della Marina Militare (MARIUGCRA) ha pubblicato l’esito della gara di “acquisizione di due sistemi radar trasportabili da integrare nella Rete Radar Costiera (RCC) della Marina Militare nei siti di Favignana (Trapani) e Portopalo di Capo Passero”. A realizzare i nuovi impianti sarà la GEM Elettronica S.r.l. di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), società leader nella produzione di apparati radar e sensori navali, controllata per il 30% dall’holding del complesso militare-industriale Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica). Il valore del contratto sottoscritto dalla Marina Militare è di 2.266.580 euro + IVA (22%) e l’appalto è connesso ad un programma finanziato dal Fondo Sicurezza Interna 2014-2020 (progetto Italian surveillance capabilities - Increasing of radar capability performance in Sicily).

“I sistemi radar implementati nelle sedi di Favignana e Capo Passero garantiranno la continuità dell’attività di sorveglianza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e tutte le informazioni saranno disponibili anche all’interno dell’NCC italiano”, riporta il Ministero dell’Interno a cui è affidata la gestione del Fondo Sicurezza UE. Il decreto di finanziamento dei nuovi impianti è stato firmato il 25 maggio 2020, mentre la gara di aggiudicazione è stata indetta il 14 aprile 2021. In verità l’appalto è stato affidato a GEM Elettronica senza che sia stato pubblicato l’avviso di indizione di gara nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea in quanto – come spiega la Marina Militare - “i lavori, le forniture o i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato operatore economico perché la concorrenza è assente per motivi tecnici”.

Nel contratto il Ministero della Difesa richiede alla società di elettronica la “comunanza degli elementi tecnici/tecnologici e delle sotto-parti con i sistemi radar MM/TPS-756DV(1), MM/TPS-756DV(2)-Sentinel, MM/SPN-760, MM/SPN-755”; l’integrazione nel Sistema Logistico della Marina Militare e la fruibilità nella catena logistica dei radar già in servizio sulle unità navali e presso gli altri siti della Rete Radar Costiera; l’interoperabilità e l’integrazione dei dati nel sistema della Centrale di Sorveglianza Costiera di CINCNAV (il Comando in Capo della Squadra Navale con sede a Santa Rosa, Roma); la configurazione per il controllo da remoto dei sistemi radar “sia per la funzione di gestione operativa sia di supervisione tecnica”, utilizzando strutture e hardware/software già in dotazione alla Forza Armata. Le nuove antenne radar saranno predisposte per operare in banda X e in banda Ka, cioè con le porzioni dello spettro elettromagnetico delle microonde compreso, rispettivamente, tra i 7 e i 12,5 GHz e tra i 27 e i 40 GHZ.

“La Marina Militare necessita di assicurare la copertura nel controllo degli spazi marittimi prospicenti i siti RRC siciliani in caso di indisponibilità dei sensori principali mediante l’acquisizione e l’installazione di due sistemi radar basati su shelter trasportabili, comprensivi dei componenti HW/SW e relativi moduli elettronici/meccanici, garantendone l’interoperabilità con i sistemi di Comando e Controllo (C2) ubicati presso la Centrale di Sorveglianza Marittima di CINCNAV”, si legge nella scheda tecnica predisposta per i nuovi impianti di Favignana e Portopalo. “Il nuovo sistema radar costiero deve assicurare la scoperta e sorveglianza marittima continuativa, l’identificazione e il tracciamento navale; un’efficienza prolungata e ridotte necessità manutentive; la configurazione in shelter amovibile/trasportabile, con estensione di garanzia a cinque anni dell’intero sistema radar”. Tutti i materiali oggetto di fornitura dovranno corrispondere al Sistema di Codificazione NATO e l’azienda contraente dovrà farsi carico dell’erogazione di un corso di addestramento per il personale della Marina assegnato alle operazioni di rilevamento.

GEM Elettronica dovrà inoltre garantire che la portata radar strumentale non sia inferiore a 90 NM (miglia nautiche), “con distanza minima di rilevazione bersagli dall’antenna uguale/inferiore a 50 mt. e discriminazione tra bersagli uguale/inferiore a 50 mt”. Le caratteristiche dei due sistemi dovranno assicurare il processamento di “almeno 1.000 tracce” con “soglie di filtro automatico per ottimizzare la discriminazione delle tracce reali e ridurre la probabilità di false tracce”. Nessun’altra informazione viene fornita sulle caratteristiche tecniche e sulle emissioni elettromagnetiche delle antenne.

Nei due siti siciliani saranno realizzati i basamenti per installare l’unità mobile/shelter, gli impianti elettrici e i “parafulmini”. Notevole l’impatto visivo dello shelter: le dimensioni esterne previste sono di 2.991 mm (lunghezza), 2.438 mm (larghezza) e 2.428 mm (altezza). “Dovrà essere completo di 8 blocchi angolari in acciaio fuso, con tetto in acciaio stampato, ad arco; pareti corte e lunghe ondulate in senso verticale; base costruita con profili a sezioni aperte; struttura inferiore in lamiera d’acciaio piegata; longheroni tubolari superiori”, aggiunge la scheda della Marina. “Il modulo dovrà essere impermeabile e avere la protezione contro la corrosione. Vernici e loro applicazione dovranno dare una garanzia - in termini di qualità, durata e resistenza alla corrosione di cinque anni”.

“Nella parte superiore lo shelter deve avere una piccola area vetrata (doppio vetro) per il passaggio della luce e controllo visivo sull’esterno. Dovranno essere istallati due estintori a polvere da 6 Kg. Il piano di calpestio dovrà essere in PVC a tutto consumo, totalmente incollato su adeguato supporto e saldato nelle giunte in modo che sia stagno, bloccato alle estremità contro le pareti esterne da adeguato profilo o battiscopa. L’alimentazione dell’impianto elettrico deve essere garantita attraverso la fornitura di energia elettrica da rete o da un generatore esterno di adeguata potenza. All’interno dello shelter dovrà essere garantita un’adeguata illuminazione con luce neutra dai 3.500° K ai 4.000° K e luce emessa di colore tendente al bianco tramite l’utilizzo di plafoniere da 150-200 lux oltre a corpi illuminanti da parete IP55 di tipo autoalimentato con batterie interne, per l’illuminazione di emergenza, con autonomia minima di 2h e ricarica in 12h”.

All’impianto sarà aggregato un gruppo generatore (220V/50Hz 6Kw) carrellabile a benzina/diesel quale alimentazione di backup in caso di avaria alla rete dello shelter principale. E’ previsto inoltre un impianto di connessione telefonica e internet e un modem esterno di almeno 4G e un sistema di climatizzazione “in grado di assicurare, con tensione di alimentazione 220V/50Hz, a fronte di una temperatura esterna da - 5°C a + 43°C, una temperatura interna da + 18°C a + 24°C”.

La minuziosa descrizione dello shelter (in palese contrasto con l’assoluta segretezza sulle caratteristiche tecniche dei radar) lascia dunque prevedere forti impatti visivi e sonori. Secondo il cronogramma predisposto dalla Marina Militare i due sistemi dovranno essere sottoposti a collaudo improrogabilmente entro il 31 maggio 2022 per divenire pienamente operativi entro il 30 giugno.

Del programma di installazione dei due impianti radar, gli amministratori dei due comuni investiti sono stati tenuti del tutto all’oscuro dagli organi militari. La loro rilevanza strategico-militare e i prevedibili devastanti effetti sul territorio, l’ambiente e la salute hanno prontamente allarmato ambientalisti e associazioni No War. Forte preoccupazione per la realizzazione degli impianti in due aree della regione di straordinaria bellezza naturale e paesaggistica è stata espressa da Leandro Jannì, presidente di Italia Nostra Sicilia.

“Si sta compiendo l’ennesima operazione di militarizzazione in Sicilia, con l’intenzione di deturpare due paradisi come Favignana e Portopalo di Capo Passero”, ha dichiarato l’europarlamentare siciliano Ignazio Corrao del gruppo Greens/EFA. “E’ indegno per un paese democratico il velo di silenzio che circonda questa operazione. Il Governo deve fornire immediatamente le informazioni tecniche che permettano la valutazione degli impatti da parte di periti indipendenti. Ho chiesto alla Commissione europea di intervenire urgentemente per valutare il danno che i radar, pagati con i fondi UE, potrebbero provocare su siti vincolati per la ricchezza della biodiversità, che la stessa Unione Europea dovrebbe tutelare. Serve però una mobilitazione dei cittadini e delle istituzioni a tutti i livelli per difendere i due territori”.

Dure critiche sono state espresse contro le autorità siciliane da Roberto Bauccio del PCI siciliano. “Il Governo regionale non ha dubbi quando deve scegliere tra la salvaguardia dell’ambiente e i desideri, per quanto assurdi siano, delle forze armate: sceglie i militari”, afferma Bauccio. “Sta succedendo dovunque da Portopalo a Favignana. A Punta Bianca, nell’agrigentino, la proposta di istituzione della Riserva naturale lascia esistente il poligono militare di Drasy, anzi addirittura incide su piccole porzioni di essa”.

“Ancora una volta la Sicilia viene scelta come piattaforma militare e calpestando la volontà delle popolazioni e il paesaggio unico e irriproducibile”, scrivono in una nota Mimmo Cosentino, Francesco Pasqua, Alessandra Cappello e Davide Licari del PRC siciliano. “Considerata l’ingente spesa effettuata per le stazioni radar l’impatto sarà notevole. Perciò invitiamo le cittadine e i cittadini e gli enti locali a mobilitarsi contro l’ennesimo scempio perpetrato a danno della nostra terra. Rendiamo la Sicilia una piattaforma di pace, di storia e di cultura e non un avamposto di guerra. La nostra collocazione geografica, infatti, ci permette di essere i promotori di un percorso di pace e di cooperazione con tutti i paesi mediterranei e del Medio Oriente, contro la crescente colonizzazione dei mari che condividiamo con i popoli che si affacciano sul Mediterraneo. Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione, come sempre nella nostra Storia, e il rispetto alla vocazione naturale dell’isola”.

Da Favignana il sindaco Francesco Forgione ha chiesto al Ministero della Difesa e al Governo regionale “delucidazioni e informazioni al fine di avere certezze sull’impatto ambientale e sulla tutela della salute dei cittadini che vivono nell’isola”. “E’ chiaro – aggiunge Forgione - che come amministrazione comunale ci opporremo a nuovi processi di militarizzazione del nostro territorio in contrasto con la vocazione naturalistica, ambientale e turistica delle isole Egadi”. “Siamo sotto attacco, come se non bastava il mega impianto eolico off-shore”, scrivono in una nota i componenti del Comitato che si oppone al “parco eolico” davanti le Isole Egadi. “L’intenzione di installare un potentissimo radar militare a Favignana, nell’Area Marina protetta più grande d’Europa, rappresenta un danno enorme alla nostra immagine. Vogliono trasformare le Egadi in una piattaforma di guerra, così come è stato fatto negli ultimi anni alle nostre sorelle, Lampedusa e Pantelleria. Dobbiamo fermarli”.

Mercoledì 2 febbraio amministratori, cittadini e pescatori di Portopalo di Capo Passero hanno dato vita a una manifestazione nella zona del porto dove sono in corso i lavori per il nuovo radar. “Vogliamo che le autorità politiche e militari ci spieghino le motivazioni per l’installazione dell’impianto e quali danni potrebbe causare alla popolazione”, ha dichiarato il sindaco Gaetano Montoneri. “Siamo preoccupati per i rischi causati da un campo elettromagnetico che si trova a due passi dal centro abitato. Siamo in attesa che il Comando di Marisicilia e il Prefetto di Siracusa ci forniscano le informazioni sulle caratteristiche e l’orientamento delle antenne. Chiediamo inoltre che ARPA Sicilia verifichi l’eventuale nocività delle onde elettromagnetiche”.

A Portopalo erano entrate in funzione negli ultimi anni altre due antenne radar militari. L’ultimo impianto è operativo dal maggio 2021: l’antenna è stata acquisita dalla società Leonardo S.p.A. per un importo di 586.000 euro, mentre i lavori infrastrutturali della stazione in contrada Porto sono stati affidati alla ditta “Anzà” con sede a Belpasso (Catania), con una spesa di 435.481 euro +IVA.

In verità la località che sorge nel punto più a sud della Sicilia è da oltre dieci anni al centro di svariati progetti di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture militari esistenti. Nell’ottobre 2011 fu installato un impianto di videosorveglianza antintrusione presso il 6° NCR (Nucleo Controllo e Ricerca Interforze) per un importo di 111.669 euro + IVA. Sempre nella sede del 6° NCR di Capopassero nel novembre 2017 furono effettuati lavori di messa in sicurezza del comprensorio mediante la demolizione di 2 altane e della copertura dell´autorimessa (importo 32.342 euro). Altre opere di “bonifica” e sbancamento nell’area della spiaggia Pizzuta sono stati effettuati a fine 2018 in vista dell’installazione del penultimo radar di Portopalo (48.608 euro). Più recentemente (10 giugno 2021), il Ministero della Difesa aveva bandito una gara per affidare i lavori di “manutenzione straordinaria edile ed impiantistica con adeguamento antisismico e riqualificazione energetica della Palazzina Comando del 6° NCR” per un importo a base d’asta di 1.369.168 euro + IVA. Il 15 settembre 2021 la Difesa ha però comunicato la revoca della procedura di gara.

L’attenzione riservata dallo Stato Maggiore a Portopalo di Capo Passero è certamente dovuta per la sua posizione geostrategica nel Mediterraneo centrale, ma soprattutto per la presenza del 6º Nucleo Controllo e Ricerca NCR. Di che si tratta? Di una delle “eccellenze” del sistema di intelligence e spionaggio delle forze armate italiane. Di NCR in Sicilia ce ne sono altri tre: il n. 5 a Messina, il n. 7 a Pantelleria e il n. 9 a Lampedusa. Dipendono tutti dal Centro Intelligence Interforze (C.I.I.) di Castel Malnome (Roma), a sua volta subordinato al 2° Reparto Informazioni e Sicurezza dello Stato Maggiore della Difesa che ha unificato e posto sotto il proprio controllo le diverse strutture spionistiche militari. Nello specifico sono assegnate al Centro intelligence interforze le funzioni di raccolta ed elaborazione dei dati di intelligence, in stretto collegamento con l’AISE (Agenzia Informazioni e Sicurezza esterna), il servizio di controspionaggio per le operazioni all’estero.

“Il Centro I.I. ha partecipato a tutte le attività operative di rilievo a tutela dei presidi e delle attività delle Forze armate, favorendo ai nostri contingenti in teatro operativo ed ai comandi multinazionali un prezioso contributo in termini informativi”, scrive lo Stato Maggiore. “Esso opera in stretto coordinamento con le agenzie del Sistema di Informazioni e Sicurezza della Repubblica e in cooperazione internazionale con i Paesi alleati”.

E intanto la Sicilia consacra altri due altari a dio Ares e a dio Thanatos.




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