venerdì 24 maggio 2013 - paolodegregorio

Democrazia da ridere

La presa in giro dei sudditi da parte dei politici non ha mai raggiunto vette così luminose!

Il piddino Violante si domanda perché mai bisognerebbe applicare la legge 361 del 1957 che rende ineleggibili i titolari di concessioni pubbliche (vedi Berlusconi a cui lo Stato ha concesso le frequenze Tv), visto che fino ad oggi non è stata applicata.

Sfugge al brillante parlamentare, che tra l’altro di professione faceva il magistrato, che le leggi vanno applicate, soprattutto questa che avrebbe impedito a Berlusconi di entrare in Parlamento, e reso impossibile l’intreccio tra potere mediatico privato e potere politico, fattore che negli ultimi 20 anni ha reso barbaro e impari il confronto democratico. Dimentica anche che egli appartiene ad un partito, il PD, che si era impegnato con il suo elettorato proprio per la ineleggibilità del Caimano e che mai sarebbe andato al governo con il PDL.

A che servono le elezioni e il ritornello del “popolo sovrano” se le scelte degli elettori non contano nulla?

Un ciclo storico si è concluso. La sinistra non esiste più, la sua nomenklatura è andata a nozze con Berlusconi, non resta che abbandonarli al loro destino di generali senza più esercito.

Il M5S, definito da queste salme congelato e solo negativo, aveva proposto al PD di votare subito per la decadenza della attuale legge elettorale, la porcata “porcellum”, a cui sarebbe subentrato il vecchio ma decente Mattarellum, aveva proposto di votare l’applicazione della legge del ’57 per la ineleggibilità di B., ricevendo per entrambe le proposte degli incredibili NO, aveva proposto di votare insieme Rodotà quale Presidente della Repubblica.

Queste scelte erano possibili, i numeri c’erano, avrebbero cambiato radicalmente il nostro paese, invece si parla, a TV ed edicole unificate, degli scontri tra parlamentari pentastellati, di diarie, di scontrini, di dittatura di Grillo e Casaleggio, di fantomatici profitti del blog di Grillo (in perdita), tutti uniti dal terrore che gli italiani capiscano che l’unico fattore di possibile cambiamento è il M5S.

I sondaggi che girano sanno tanto di fasullo: ricordiamo che nessuna previsione scientifica aveva previsto il M5S al 25%, e oggi è improbabile che Berlusconi si avvantaggi delle condanne nei suoi processi, mentre è molto realistico pensare che gli iscritti e militanti, che occupano le sedi del PD per protestare contro la linea del partito, alle prossime elezioni cambieranno il loro voto.

Certo che il puntellarsi a vicenda tra PDL e PD è uno spettacolo inverecondo, al limite della dittatura, offensivo verso gli elettori, ma forse è l’ultimo atto di una storia.




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