sabato 3 luglio 2010 -
Dell’Utri: codice segreto
Ahhhhhh,
sono soddisfatto per l’esito della sentenza d’appello riguardo il senatore Marcello Dell’Utri, certo 9 anni sono meglio di 7, e amico dei mafiosi fino ad oggi sarebbe stato meglio che fino al 92, ma per adesso va bene così, ci si può accontentare vista anche l’età, 7 anni di carcere (se la cassazione confermerà la sentenza) non sono male, e vederlo dietro a delle sbarre non ha prezzo!
Ma veniamo a noi, quando ho visto e sentito Marcello Dell’Utri nella conferenza stampa svoltasi a Milano, riguardo l’esito della sentenza d’appello, sono rimasto sconcertato e perplesso per le parole usate dentro un contesto pieno zeppo di allusioni aleatorie molto penetranti per chi vuole e deve intendere.
Sia chiaro, per un Palermitano DOC come Marcello Dell’Utri, dallo spessore culturale\imprenditoriale di alto livello e da profondo conoscitore dell’ambiente mafioso da lui frequentato fino al 1992 in quanto mediatore (come la sentenze di primo grado e d’appello confermano), non è un linguaggio banale buttato lì quello utilizzato nella conferenza stampa, così come in altre occasioni.
Ecco ciò che mi ha colpito:
sono soddisfatto per l’esito della sentenza d’appello riguardo il senatore Marcello Dell’Utri, certo 9 anni sono meglio di 7, e amico dei mafiosi fino ad oggi sarebbe stato meglio che fino al 92, ma per adesso va bene così, ci si può accontentare vista anche l’età, 7 anni di carcere (se la cassazione confermerà la sentenza) non sono male, e vederlo dietro a delle sbarre non ha prezzo!
Ma veniamo a noi, quando ho visto e sentito Marcello Dell’Utri nella conferenza stampa svoltasi a Milano, riguardo l’esito della sentenza d’appello, sono rimasto sconcertato e perplesso per le parole usate dentro un contesto pieno zeppo di allusioni aleatorie molto penetranti per chi vuole e deve intendere.
Sia chiaro, per un Palermitano DOC come Marcello Dell’Utri, dallo spessore culturale\imprenditoriale di alto livello e da profondo conoscitore dell’ambiente mafioso da lui frequentato fino al 1992 in quanto mediatore (come la sentenze di primo grado e d’appello confermano), non è un linguaggio banale buttato lì quello utilizzato nella conferenza stampa, così come in altre occasioni.
Ecco ciò che mi ha colpito:
- Parlando del mafioso Mangano Vittorio, il Senatore Dell’Utri ribadisce il suo concetto di eroe nei confronti del boss mafioso: "Mangano resta il mio eroe: non so se io, trovandomi al suo posto in carcere, riuscirei a resistere senza fare nomi…".
Per me questo è un messaggio bello e buono, perché se in cassazione si confermerà la sentenza d’appello il Senatore Dell’Utri andrà in carcere e il messaggio è chiaro, perché lui non riuscirebbe a resistere a non fare nomi veri o falsi che siano... Il messaggio chi lo doveva percepire l’ha percepito! Certo, mi si verrà a dire che è un modo di dire per spiegare che il boss Mangano non ha mai parlato anche a fronte di sconti di pena etc... ma vi riporto quanto già espresso all’inizio del mio articolo, lo spessore della persona che sta parlando: "Marcello Dell’Utri".
- Sempre il Senatore Marcello Dell’Utri sull’esito della sentenza si esprime esclamando: "E’ una sentenza Pilatesca".
Analizziamo l’espressione "Pilatesca":
Spregiativo: da Pilato, ispirato al pilatismo. Chi non intende assumersi responsabilità davanti ad una scelta.
Sinonimi: irresponsabile, incosciente, ignavo.
Contrari: Responsabile, affidabile, attento.
Ricordo sempre lo spessore del soggetto.
- Altra sparata intelligente: "Finalmente la smettiamo con questo discorso della mafia, delle stragi, della politica. Andassero a cercare se veramente ci sono, e probabilmente ci sono, i responsabili di quel periodo tremendo della storia del nostro Paese che ancora stiamo vivendo. Aver dato una spazzata a quella macchinazione preparata artatamente è importante".
Ovviamente lui è soddisfatto della sentenza perché gli si elimina la parte restante della trattativa e delle stragi dal 92 in poi, citando che si vadano a cercare i responsabili "perché ci sono" dopo un "se veremante ci sono", con la certezza del periodo tremendo che il nostro paese sta vivendo ancora oggi, ma a me non risulta che le bombe siano continuate dopo l’accomodamento politico della seconda repubblica ad oggi e quindi mi puzza, no?
- Ironicamente Dell’Utri manda le condoglianze al giudice Nino Gatto che ha sostenuto l’accusa chiedendo 11 anni. Il Senatore se ne becca 7 ed è felice, a stretto giro il giudice contraccambia le condoglianze.
- Altra citazione degna di merito è fatta dal senatore sul fatto che Berlusconi non si è presentato come testimone in sua difesa: "fui io a dire a Berlusconi di stare zitto e di non andare in aula a testimoniare, io so come vanno a finire queste cose, tu vai in aula dici una cosa e vieni strumentalizzato. Lo so perché ci sono già passato".
Che dire, il nostro Premier ubbidisce al suo amico amico dei mafiosi senza battere ciglio, no comment!
- La difesa di Dell’Utri in veste di Nino Mormino ha commentato la sentenza dicendo queste parole: "Dell’Utri è stato condannato solo per quanto avrebbe fatto prima del ‘92 per proteggere dalla mafia Berlusconi e le sue aziende…”
Con questa citazione "per me scioccante" concludo e lascio a voi cosa pensare, a me viene in mente che il nostro Presidente del Consiglio sia inevitabilmente sotto ricatto se è vero quello che dice la difesa di Dell’Utri e quindi non in grado di guidare il nostro Paese, soprattutto in un momento così delicato.
Ovviamente questi sono mie personali opinioni, basate su sentenze processuali e approfondimenti personali.