sabato 16 maggio 2020 - Ferdinando

Decreto Rilancio del Governo "bagordi e champagne"

Quantunquemente "..più pilu pi tutti.."

c’è un po’ di tutto, una caduta a pioggia di risorse altrimenti impensabili. Per un attimo l’euforia del Presidente del Consiglio Conte ci ha riportato alla mente “Cetto la Qualunque” in campagna elettorale, c’è qualcosa per tutti senza distinzione di sesso, razza ed età. Si ha l’impressione che non si è badato a spese, “champagne, bagordi e cotillon”. Probabilmente grazie ai soldi che arriveranno dall’Europa, grazie al fatto che si potrà sforare il tetto di bilancio, in pochi mesi 80 miliardi di manovra sono un evento davvero eccezionale.

Quantunquemente, “..Più pilu pi tutti..”

Conferenza stampa del Presidente del Consiglio con i suoi Ministri – Gualtieri, Speranza, Pattuanelli e Bellanova - per spiegare il “Decreto Rilancio” tra qualche giorno in Parlamento per l’approvazione. Non manca nulla, aiuti alle famiglie, ai lavoratori, redditi di emergenza, aiuti alle imprese, sgravi fiscali, cassa integrazione, investimenti nella ricerca, assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, e chi più ne ha più ne metta per un totale di 55 miliardi di euro. Più del doppio di una finanziaria di questi ultimi anni. 

Nel dettaglio, per i lavoratori 25,6 miliardi di euro; 15-16 miliardi per misure di rilancio e sostegno alle imprese. Nei settori ricettivi per affrontare le spese per adeguarsi ai nuovi requisiti ben 2 miliardi", la prima rata Imu è abbonata per alberghi e stabilimenti balneari. Il reddito di emergenza per le fasce che hanno bisogno di una maggiore protezione ed un taglio di 4 miliardi di tasse. Per università e ricerca 1,4 miliardi e l'assunzione di 4000 nuovi ricercatori. Per la sanità un intervento pari a 3 miliardi e 250 milioni". Il pacchetto turismo nel decreto Rilancio, una tax credit "fino a 500 euro per tutte le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro. Non mancano 4.200 borse di studio per le scuole di specializzazione in medicina.

E’ stato inoltre annunciato la semplificazione e l'accelerazione delle procedure per la concessione della “Cassa integrazione in deroga” entrano nel decreto rilancio. Altri 600 euro subito - che potrebbero essere integrati fino a 1000 euro - saranno dati a chi ne ha già beneficiato.

Non dimentichiamo che nel precedente Decreto “Cura Italia” sono stati investiti già 25 miliardi, in pochi mesi per l’anno 2020 sono stati messi a disposizione 80 miliardi di spesa pubblica, più di 4-5 Finanziarie. 

Ci sono soldi per tutti, ovviamente per le opposizioni già dalle prime dichiarazioni non bastano, si poteva fare di più e meglio, lamentano che ancora non sono arrivate le risorse destinate dal precedente Decreto, insomma tutto l’armamentario già noto di chi si oppone per partito preso. Però aldilà di tutto, c’è un po’ di tutto, una caduta a pioggia di risorse altrimenti impensabili. Per un attimo l’euforia del Presidente del Consiglio Conte ci ha riportato alla mente “Cetto la Qualunque” in campagna elettorale, c’è qualcosa per tutti senza distinzione di sesso, razza ed età. Si ha l’impressione che non si è badato a spese, “champagne, bagordi e cotillon”. Probabilmente grazie ai soldi che arriveranno dall’Europa, grazie al fatto che si potrà sforare il tetto di bilancio, in pochi mesi 80 miliardi di manovra sono un evento davvero eccezionale. Purtroppo, non si vede un disegno organico, una voglia di cambiamento, un filo conduttore che faccia ben sperare.

Si ha l’impressione che si voglia prolungare il lockdown, anziché bloccare le persone adesso si cerca di fermare il tempo. La messa in atto di una “epokè”, uno stato di sospensione dei problemi endemici cercando di approfittare della pioggia. Il Ministro Pattuanelli, ad onor del vero, ha messo le mani avanti evidenziando che si tratta di un provvedimento mosaico volto al ristoro e calmierare la situazione, anziché proiettato verso prospettive future. Per fare una cosa seria e pensare al futuro occorre uscire dall’emergenza, ripristinare a pieno le funzioni parlamentari e darsi progetti stabili. Magari con governi stabili.

E’ proprio questo il punto. Dove, come e quando si uscirà da questo stato confusionale di un paese sostanzialmente diviso a metà. Tra una destra liberista, populista e sovranista e una sinistra incapace di intercettare la parte popolare del paese. Mentre il Movimento 5 Stelle dopo solo una legislatura governativa appare logoro e poco credibile per un cambiamento, anche se ha capitalizzato un elettorato figlio del reddito di cittadinanza. Per non parlare del lavorio dei soliti noti per fare saltare il Governo e passare ad un nuovo esecutivo. Nel frattempo, non dimentichiamo che il referendum confermativo per il taglio dei parlamentari è in uno stato di riposo in attesa di fine emergenza covid-19. Potrebbe cadere il Governo, non formarsi un nuovo esecutivo, andare al voto senza alcuna riduzione parlamentare. E’ una situazione tipica da commedia cine-panettone, tanti primi attori, tanti doppi sensi con attrici scollacciate, ma con una trama scontata e battutacce da osteria. Uno spettacolo indecente sulla pelle delle generazioni future che dovranno farsi carico anche di questi 80 miliardi caduti a pioggia.

Di fronte alla pandemia sono emerse due principali opzioni di scelta, tutelare la salute, la vita del singolo essere umano oppure il mercato, le imprese, le attività dell’individuo. E’ evidente che sono entrambi importanti, si tratta di un dualismo idealistico, una cosa è legata all’altra. Di fatto, ogni governo ha seguito comportamenti diversi ispirati a ciò che ha ritenuto più importante tra le due alternative. Ad esempio, l’America non si è preoccupata di bloccare drasticamente le attività lavorative, ha messo immediatamente capitali a disposizione delle imprese, con il risultato di un contagio in termini assoluti e di percentuale più alto tra contagiati e morti del resto del mondo. Viceversa, l’Europa, l’Italia ha preferito una prudenza ed attenzione maggiore verso la vita dei cittadini a discapito delle imprese. Gli stessi decreti “Cura” e “Rilancio” qui commentati, in qualche modo, sono il riflesso di questo pensiero. Le lamentele della Confindustria al Governo italiano sono la prova di una visione solo economica della società.

Sembra evidente che laddove si è preferito il mercato all’essere umano, l’impresa, l’economia non è più un mezzo di mediazione, realizzazione ma il fine stesso dell’uomo. La vita del singolo conta meno del mercato, della produzione, della circolazione dei capitali. Si ha l’impressione che il capitalismo è giunto al capolinea, la produzione continua, permanente, esasperata di merci con il corrispondente consumo bulimico sia il problema e non più il motore delle comunità. Nei Continenti e paesi le povertà e ricchezze aumentano e radicalizzano le differenze, povertà e denutrizione continuano a dilagare con ondate migratorie finora inimmaginabili. Non dimentichiamo - report del 2014, l’Intergovernmental panel on climate change - quanto il surriscaldamento globale stia causando danni ingenti alla natura e alla società umana e quanto, se non ridotto e fermato entro la fine del secolo. Chi muore a causa dell’inquinamento atmosferico in modo indiretto nel 2015 sono stimabili a 8,8 milioni di persone, con le malattie correlate più comuni che sono l’infarto cardiaco, l’ictus, la polmonite e il tumore al polmone. Di queste morti non ci facciamo più caso, rientrano tra gli effetti collaterali di un’economia di mercato che non si può fermare. Un rinvio a data da destinarsi per una presa di coscienza. La paura che anche il coronavirus lascerà inalterato il sistema fino alla prossima pandemia o catastrofe naturale c’è tutta.

Dice il saggio, “chi ha tempo non aspetti tempo”, la politica non si attardi a prendere decisioni che potrebbero salvare la situazione. Il “Decreto Rilancio” a pioggia cerca di bloccare il tempo, fa piovere risorse in attesa di tempi migliori. C’è poco da aspettare, l’effetto placebo dura poco. Questo Governo nato in modo improbabile e approssimativo sta dando prova di gestione della situazione come e meglio degli altri paesi europei, ci vuole più coraggio e persistenza. Tutto ciò anche grazie ad un paio di moijto e al Papete. 

Per il momento l’unica certezza è l’Europa, menomale che c’è, menomale che copre per 277 miliardi il nostro debito pubblico e le nostre spesucce. Se pensiamo alla Gran Bretagna che non prende un euro dalla pandemia, nonostante un numero di contagiati e morti superiori ai nostri, per il momento possiamo sentirci fortunati.

Ferdinando Chinè

15 Maggio 2020

 

 

  1. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/05/13/dl-rilancio-cdm-alle-14_0ffce2b2-dec8-4a26-8e08-46dd7d0f91c3.html
  2. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/05/13/la-ministra-bellanova-si-commuove-in-diretta_fa2c4678-ddf9-4b8c-878f-c7ab201ee876.html

 




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