venerdì 9 luglio 2021 - UAAR - A ragion veduta

Ddl Zan? Molto di più!

Era ora. Tra qualche giorno si voterà sul ddl Zan. Non se ne poteva più di balletti, ostruzionismi, raffiche di imbarazzanti audizioni e appelli a presunti utili compromessi in ossequio ai voleri del Vaticano. Che di utile non avevano proprio nulla, se non per la fronda clericale.

Presentato il 2 maggio 2018 alla Camera dove è stato approvato due anni e mezzo dopo con 265 sì e 193 contrari, il disegno di legge per il contrasto della discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilità non rischiava solo di ripartire da zero e dunque non approdare al voto in questa legislatura. Rischiava di essere svuotato nei contenuti fino a un livello ben lontano dal proverbiale minimo sindacale e di restare la principale se non l’unica istanza su cui impegnare quelle forze parlamentari che qualcosa di laico potrebbero fare.

Il pressing della Santa sede ha mostrato un volto della politica che tanti credevano sepolto nel passato, magari illusi dalle (inesistenti) aperture di Bergoglio. Invocare il concordato con una nota diplomatica allo scopo di limitare l’azione legislativa della Repubblica ha diffuso la consapevolezza che qualcosa di sbagliato c’è, ed è il concordato. E se si entra nel merito delle motivazioni vaticane la cosa non migliora. La pretesa di esentare le scuole cattoliche dal “promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”, come prevede peraltro in maniera blanda il ddl Zan in occasione della Giornata nazionale del 17 maggio, viene avanzata dalla chiesa per tutelare la libertà delle scuole cattoliche. Oltre a suonare ridicolo è clamorosamente falso. Le scuole cattoliche continuerebbero ad avere la libertà di insegnare che le relazioni omosessuali sono “gravi depravazioni”, “intrinsecamente disordinate” e che “in nessun caso possono essere approvate”, come da Catechismo ancora oggi in vigore, ma si inizierebbe a ragionare seriamente sull’interruzione del miliardo di contributi pubblici che percepiscono ogni anno.

Ddl Zan, il 13 luglio o la va o la spacca. E comunque vada dal giorno dopo ci sarà da alzare la posta. La lista è lunga: matrimonio egualitario, legge sull’eutanasia, recupero dei 4-5 miliardi di Ici arretrata dovuti dalla Chiesa e taglio dei 7 miliardi che ogni anno ci costa, superamento dell’anacronistico e discriminatorio insegnamento della religione cattolica. Fino al traguardo, sicuramente ambizioso e altrettanto sicuramente necessario, dell’abolizione del concordato.

Roberto Grendene

 




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