giovedì 22 agosto 2019 - paolo

Datemi una leva e vi solleverò il PD

C'è un partito, il PD, che viene da esperienze di governo che definire deficitarie è un segno caritatevole. Negli ultimi due anni ha collezionato continui rovesci elettorali a livello locale e nazionale. A marzo 2018 è uscito dal voto delle politiche con poco più del 18%, piazzandosi secondo ad una incollatura dalla Lega. 

Oggi, dopo il ritiro non ritiro dalla politica del senatore semplice Matteo Renzi si trova con due anime in lotta fra di loro, l'ala zingarettiana maggioranza nella segreteria e l'ala renziana maggioritaria in Parlamento.

Zingaretti vorrebbe elezioni subito, anche a discapito di un esito penalizzante, perché sarebbe poi lui a dettare le liste elettorali ( poi si definiscono democratici) e quindi spurgherebbe i renziani dal partito. Renzi non le vuole subito perché cosi controlla gli atti parlamentari e poi deve organizzare una eventuale nuova forza politica, nella ipotesi che l'attuale segretario dovesse mettersi di traverso ai suoi obiettivi. Insomma il PD è una mela spaccata in due. Il senatore Buffagni del M5S alla domanda di un giornalista se ha contatti con esponenti del PD ha risposto che non ne ha anche perché non saprebbe con chi parlare. Questa è la situazione.

Stasera sulla emittente La 7, ospiti nel cabaret politico di Telese & Parenzo, c'erano il filosofo Massimo Cacciari, sempre prodigo di consigli calati dall'alto, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, un nome una garanzia, e il giornalista Alessandro De Angelis dell'Huffington Post, uomo dalle certezze granitiche.

Argomento del giorno, ovviamente, come fanno a stare insieme PD e M5S che fino a pochi giorni fa si sono sbranati a sangue. Verrebbe da dire quali sono i partiti in questo paese che tra di loro si sono scambiati margheritine (nel senso del fiore) o bacioni, per dirla alla Salvini. E' emerso sostanzialmente che Zingaretti dovrebbe andare al confronto con il M5S imponendo la propria linea programmatica, scegliere il premier, nominare uomini di altissimo profilo morale ed intellettuale (non saprei dove li trova nel PD), cacciare Conte, Di Maio e tutti i collaborazionisti pentastellati dell'ex governo gialloverde. Da canto loro i cinquestelle dovrebbero fare ammenda, chiedere venia e ringraziare il buon cuore del PD se non perdono il posto, dal momento che stanno girovagando con gli occhi sbarrati per i corridoi (De Angelis). Ovviamente dovrebbero anche rinunciare alla loro modalità di coordinarsi tramite il web. E' stata anche fornita una spiegazione tecnica, ovvero il fallimento di Conte che ha ridotto il paese in braghe di tela. Che farebbe presupporre che i governi precedenti ci hanno fornito fulgidi esempi, lasciando un paese prospero e felice come non mai. Questi sono i suggeritori, immaginatevi gli altri.

D'altra parte sento continuamente ripetere, soprattutto dai renziani, che loro hanno lasciato il paese con un + 1,7 di crescita economica, mentre i gialloverdi lo hanno ridotto alla stagnazione. Ovviamente si glissa sui pozzi avvelenati che loro hanno lasciato in eredità e non si dice che di questi tempi la grande Germania è in recessione. Ma ognuno ovviamente fa il proprio gioco.

A rimetterci, come sempre, i cittadini che comunque vantano storiche complicità nel scegliersi chi li amministra. La morale è che, con questi chiari di luna, Salvini può dormire tranquillo tra due cuscini. Se questa ipotesi di "governo di legislatura per assestare e rilanciare il paese" dovesse anche andare in porto, sarà solo una questione di poco tempo e poi di corsa alle urne e quindi a consegnare il paese al grande statista della Lega. E state certi che messe le mani sul volante, nessuno riuscirà più a staccargliele.
 

Foto: Videon of Gideon/Wikipedia




Lasciare un commento